Raggiungere Roma dal Molise sarà ancora più complicato dopo lo spostamento della stazione Tiburtina in favore della Anagnina: una scelta, firmata dalla giunta guidata dal sindaco Virginia Raggi, che vede la chiusura del punto principale, situato in zona centrale, in virtù di una delocalizzazione verso la periferia, all’altezza del raccordo anulare.
Una decisione “presa in totale autonomia dal comune romano che non ha fatto pervenire alcuna comunicazione ai gestori dei trasporti extraurbani – conferma l’assessore regionale del Molise ai trasporti e mobilità Vincenzo Niro al telefono con Primonumero.it – Se non fosse stato per i soggetti gestori del terminal non ne avremmo saputo nulla. Ci saranno parecchie conseguenze”.
Per cercare di risolvere queste problematiche l’assessore ha convocato tra “mercoledì e giovedì una riunione con i sindacati confederali di categoria, le aziende di trasporto e le due aziende gestione di smistamento a Tiburtina. Condurrò un’azione dura perché non possiamo cedere su questo passo dal momento che la decisione è stata presa senza aver concordato con nessuno”.
Nemmeno i trasportatori sono rimasti con le mani in mano e si sono duramente opposti: “Abbiamo già protestato pubblicamente con l’associazione nazionale, ma non credo cambierà molto – conferma Giuseppe Larivera della società Atm al telefono con primonumero.it – Al momento è tutto caotico, dobbiamo controllare il nuovo percorso prima di avere contezza dei disagi effettivi”.
E malgrado l’amministrazione comunale romana abbia già rassicurato i viaggiatori che si tratterà di uno trasloco momentaneo, in attesa del nuovo hub di Tiburtina, i disagi di chi quotidianamente usufruisce dei trasporti pubblici hanno già iniziato a farsi sentire.
Il 40% dei viaggiatori proviene dalle regioni del centro sud, principalmente Molise, Abruzzo e Marche. Ogni giorno dal Molise partono centinaia di pendolari che, per motivi legati a studio, a lavoro o sanitari, devono recarsi nella capitale. Sono 9 gli autobus che, quotidianamente, effettuano il tragitto dalla nostra regione: cinque da Campobasso e quattro da Termoli.
Proprio loro si troveranno a dover fare i conti con le difficoltà dei collegamenti tra Anagnina e gli altri punti nevralgici attorno a Roma. Per muoversi, infatti, occorrerà prendere un altro mezzo che dal nuovo terminal conduce alle fermate di treni od autobus: una problematica che allungherà i tempi di percorrenza delle strade romane creando numerosi disagi, e ritardi, dei viaggiatori.
Difficoltà che si aggiungono ad altri fattori: non solo la distanza fra i due punti, circa 40 minuti in metropolitana dal centro, da Termini e dalle altre stazioni ferroviarie, ma anche il fatto che Anagnina non sia attrezzata a dovere per accogliere tutti gli autobus in arrivo, circa 600 al dì, con tutte le conseguenze del caso.
La data in cui questo cambiamento diventerà effettivo non è ancora nota, così come resta ancora sconosciuta la nuova viabilità alternativa, ma prima di essere decretata occorrerà che gli autobus facciano ‘una prova su strada’: questo significa che ogni mezzo percorrerà il tragitto verso Anagnina ed avrà modo di misurare tempi, distanza e consumi.
Delocalizzare il terminal bus creerà inevitabilmente problemi anche ai romani che dovranno muoversi dalla città verso le regioni limitrofe. Viaggiare in autobus, dunque, diventerà un vero e proprio calvario per i pendolari, costretti a dover partire con qualche ora in anticipo per la capitale ed obbligati a doverose corse a piedi per non perdere le coincidenze da Anagnina. E pensare che questi mezzi sono nati come valida alternativa ai treni, fin troppo spesso in ritardo a causa di lavori sulle linee.
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