Campobasso

420mila euro per lavori antisismici nella scuola chiusa. E l’asilo di via Tiberio “va abbattuto”

Ancora criticità per le scuole del capoluogo: una determina del Comune autorizza il pagamento di 420mila euro per i lavori di miglioramento sismico alla Montini, chiusa un anno fa dopo il crollo del solaio. Le indagini aperte dalla Digos nell'immediatezza del fatto sono agli sgoccioli. Intanto l'Università del Molise ha completato gli studi sull'asilo di via Tiberio: "L'edificio non è in condizioni rassicuranti, va abbattuto".

16 novembre 2017. E’ passato un anno (giorno più, giorno meno) dal crollo del soffitto in un’aula della scuola ‘Montini’. Una tragedia evitata forse per miracolo e perché le lezioni erano appena terminate. Da quel giorno l’edificio del Cep è chiuso, gli alunni trasferiti nella zona industriale, nell’ex sede dell’Assessorato alle Attività produttive presa in affitto dal Comune a un privato.

E soprattutto un anno dopo il Comune ha predisposto gli atti per il pagamento dei lavori che erano stati commissionati nel 2012 dall’ex giunta guidata Di Bartolomeo. Il progetto prevedeva “la riparazione funzionale con miglioramento sismico della scuola media Montini” includendo “corpo aule, la direzione didattica e la palestra”. Due giorni fa la determina con cui il settore Lavori pubblici di palazzo San Giorgio ha definito il quadro economico e le spese.

Occorre la ‘bellezza’ di 420mila euro per saldare il conto dei lavori in parte eseguiti nell’ala dell’edificio interessata dal crollo. Se ci sia un nesso tra i due episodi ed eventuali responsabilità, saranno gli inquirenti a dirlo. Dopo il distacco del solaio i vigili del fuoco hanno eseguito rilievi tecnici e la Digos di Campobasso ha aperto un’indagine che è in dirittura di arrivo.

Chissà se gli accertamenti che la Polizia invierà a breve alla Procura consentiranno di capire perché paradossalmente sono stati spesi soldi pubblici senza apportare benefici dal punto di vista sismico ad una scuola che poi sarebbe stata chiusa. Anzi, forse non riaprirà mai.

Un caso che ricorda l’antincendio alla ‘Petrone’: il sindaco Antonio Battista si è rivolto alla Corte dei conti dopo aver ‘scoperto’ che gli 800mila euro stanziati dalla giunta Iorio a favore del suo predecessore, Gino di Bartolomeo, probabilmente non erano stati tutti utilizzati per dotare l’edificio della certificazione per la prevenzione incendi (cpi). Il progetto per l’adeguamento alla normativa antincendio è stato approvato dal governo di palazzo San Giorgio lo scorso 23 novembre avviando così le procedure per la gara d’appalto. L’importo dei lavori è di 242mila euro. Un surplus di spesa probabilmente evitabile se tutto fosse stato eseguito regolarmente nel 2012. Ma se sono stati commessi illeciti o si è configurato una spreco di denaro pubblico, sarà la magistratura contabile ad accertarlo.

Asilo via Tiberio

Invece non ci sono lavori ‘che tengono’ per l’asilo di via Tiberio: “Va abbattuto e ricostruito”. E’ la soluzione che il gruppo di tecnici guidati dal professore dell’Università del Molise Carlo Callari ha suggerito nella relazione spedita ieri – 29 novembre – in Municipio.

Gli studi di vulnerabilità sismica hanno confermato quello che già era stato prospettato dagli esperti nelle prime analisi: la scuola dell’infanzia presentava già delle criticità, come altri asili (via Verga e via Jezza) costruiti negli stessi anni. Problematiche segnalate in passato anche dai genitori dei piccoli

Ora la conferma. “La situazione non è rosea e le conclusioni dei nostri studi non sono rassicuranti”, hanno riferito dall’Ateneo molisano. Anche perchè c’è una sorta di ‘peccato originale’ che accomuna questo asilo ad altri: è stato costruito nei primi anni Ottanta, quando in Italia non esisteva ancora la classificazione sismica nè una normativa antisismica. Si iniziò a lavorare in tal senso solo il disastroso terremoto del 1980 che rase al suolo decine di paesi in Irpinia.

Al posto dell’asilo di via Tiberio “bisognerebbe costruire una scuola nuova, sicura e a noma. Questo è l’unico modo per avere un edifici sicuro dal punto di vista sismico ed efficiente dal punto di vista energetico”, le osservazioni dei tecnici dell’Università del Molise.

La loro diagnosi sugli istituti scolastici del capoluogo è agli sgoccioli: la scuola dell’infanzia ‘San Lorenzo’ è nona nell’elenco di undici edifici oggetto delle indagini di vulnerabilità che il professore Callari e gli ingegneri del suo team hanno svolto senza percepire un euro in più. Saranno ora sotto esame la Cep nord ‘Giovanni Paolo II’ di via Gramsci e la Francesco D’Ovidio di piazza della Repubblica. L’edificio del Cep, composto da tre piani, desta qualche preoccupazione in più: la primaria è al primo, al secondo piano ci sono gli uffici comunali. Addirittura fino a pochi mesi fa pare ci fosse pure una biblioteca in corrispondenza dei soffitti delle aule.

Criticità che potrebbero essere confermate dal gruppo di lavoro dell’Università che entro la fine dell’anno ufficializzerà il quadro sulle condizioni di salute delle scuole del capoluogo.

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