Parole in libertà

Tunnel, molto rumore per nulla. Il Consiglio regionale non decide nulla e rimanda la palla ai tecnici

Dopo tre giorni di commissioni e assemblee passa un documento abbastanza fumoso che impegna la struttura regionale a confrontarsi col Comune di Termoli e verificare la regolarità degli atti. In aula accuse di irregolarità vaghe alla procedura che non sono state supportate da informazioni concrete

Dopo tre giorni di discussione, il consiglio regionale ha approvato stamane 19 ottobre un emendamento che impegna il presidente Toma a dare mandato alla struttura tecnica di verificare se la procedura di approvazione del progetto comunemente definito Tunnel di Termoli è regolare o meno, così da evitare contenziosi e procedere eventualmente alla concessione del finanziamento pubblico da cinque milioni. Tre giorni, due consigli regionali, una commissione con audizione di tre dirigenti per stabilire qualcosa che dovrebbe essere scontato.

Ma la politica vive di parole, mentre gli atti concreti latitano. In sostanza, secondo la relazione letta dal presidente della III commissione regionale, Armandino D’Egidio, il Comune di Termoli ritiene concluso il procedimento con la conferenza di servizi semplificata che ha dato al responsabile unico regionale, l’ingegner Massimo Pillarella la facoltà di decidere per l’ente regionale.

A Palazzo D’Aimmo non ne sono affatto convinti e mettono in dubbio la regolarità degli atti. Del referendum quasi non parla più nessuno, sebbene 48 ore prima era stato intimato al Comune di Termoli di predisporlo pena la revoca dei fondi.

Invece si va avanti per rimandi in commissione, rinvii, carteggi, audizioni, interventi in aula che partono da Adamo ed Eva e ci dicono che “per tunnel si intende il collegamento fra porto e lungomare nord”. Così che alla consigliera Fanelli quasi scappa la pazienza perché “stiamo perdendo tempo e rischiamo di rallentare l’iter e perdere i finanziamenti”.

Apriti cielo. “Discutere di politica e di scelte non è mai una perdita di tempo” replica Toma. “C’è scritto nero su bianco sui documenti che abbiamo qui che se qualcuno ha perso tempo è il Comune di Termoli. Perché la metropolitana leggera è già cantierata e il tunnel no visto che i finanziamenti arrivano dalla stessa programmazione? Il Comune ha combinato un pastrocchio” attacca Fontana del M5S. Il collega Greco invece prende la parola “solo per replicare a Fanelli” e non resiste alla tentazione giustizialista di dire, fra le altre cose, che “siamo ben oltre il pastrocchio, pare ci sia un’indagine della Procura di Larino”.

E’ Vittorino Facciolla  rispondergli per le rime. L’ex vice presidente regionale se la prende coi “five star” come ama chiamare i pentastellati. “Fontana era presidente di un comitato referendario che non ha mai impugnato il no alla realizzazione del referendum deciso da una commissione nella quale anche l’esponente scelto da loro della minoranza ha reputato i quesiti inammissibili”. Quindi su Greco: “Lavorava al gruppo politico dei Cinque Stelle in Regione, pagato con soldi pubblici. Quando la Giunta Frattura ha deliberato la concessione del finanziamento da cinque milioni per il tunnel però ha dormito. Fa ancora in tempo ad andare in Procura a denunciarci per abuso d’ufficio se ritiene che era illegittima, invece di stare qua a parlare del nulla”.

Nico Romagnuolo di Forza Italia, autore dell’emendamento e membro della terza commissione che ieri ha ascoltato i dirigenti Giarrusso, Pillarella e Manfredi Selvaggi, riporta la discussione sulla politica. “Noi del centrodestra siamo sempre stati contrari a questa nefandezza per Termoli. La discussione non è stata inutile”. E per dimostrarlo legge quanto dichiarato dall’architetto Giarrusso, che oggi pare il più fiero oppositore all’opera che sia davvero in grado di fare qualcosa.

La Termoli del futuro

Il nodo principale è se Termoli ha fatto il progetto che Regione gli ha chiesto. Risponde all’accordo di programma quadro sottoscritto dalla Regione Molise? Secondo me non lo è – queste le parole di Giarrusso a verbale – Il finanziamento è per il tunnel o per i parcheggi? Se mando questa scheda al Ministero a Roma, non ci verrà assegnato alcun finanziamento”.

Ed ecco che si torna al punto nodale: la concessione dei cinque milioni di euro senza i quali tutto il castello crolla. Il voto arriva a maggioranza, 18 pro e 2 contro. Nei prossimi giorni i tecnici della Regione dovranno dialogare col Comune di Termoli e assicurarsi che è tutto regolare o dimostrare il contrario. L’impressione è che al di là di rinvii, rimpalli, procrastinazioni, alla fine servirà un atto amministrativo concreto per fermare l’opera, con tutte le responsabilità che ne conseguono. La sensazione, alla fine del secondo consiglio regionale in 2 giorni sull’opera di riqualificazione termolese, è quella del tanto rumore per nulla.

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