Provincia di isernia

“Suo figlio ha fatto un incidente”, finti carabinieri si fanno consegnare oro e soldi

“Signora, suo figlio ci ha tamponato. Ora deve pagare i danni“. Più o meno queste le parole utilizzate dai finti carabinieri che ieri mattina – 18 ottobre – si sono presentati a casa di una donna che vive in un paese della provincia di Isernia. All’anziana hanno detto che il figlio aveva provocato un incidente stradale e bisognava risarcire per i danni causati.

L’ingenua signora, spaventata da quello che le stavano raccontando, è caduta nel tranello e ha consegnato soldi e alcuni oggetti d’oro alle persone che si erano presentate a casa sua. Che fossero dei truffatori la donna se n’è accorta al rientro a casa del figlio, che le ha spiegato che non c’era stato nessun incidente. L’uomo ha capito subito la situazione.

Per questo ha preso il telefono e ha allertato prontamente i Carabinieri fornendo loro anche una descrizione degli autori del raggiro anche sulla base del racconto della madre. Subito sono stati attivati posti di blocco per rintracciare i malviventi. Al tempo stesso sono state avviate le indagini sul caso. 

“Il Comando Provinciale di Isernia – si legge in una nota diramata dall’Arma – rinnova l’invito ai cittadini a porre maggiore attenzione allorquando ignoti interlocutori, spacciandosi  per familiari o rappresentanti di Enti o Istituzioni, rivolgono tali richieste, facendo tesoro dei consigli che l’Arma da tempo offre, con particolare riferimento agli anziani che vivendo da soli risultano obiettivi maggiormente a rischio.

Si ricorda di non aprire la porta di casa agli sconosciuti anche se si qualificano come appartenenti alle forze dell’ordine, avvocati o dichiarino di essere dipendenti di aziende di pubblica utilità (Enel, Inps, fornitura gas, Telecom). Prima di farlo è necessario contattare un familiare ovvero il numero di emergenza “112”, i cui operatori provvederanno immediatamente ad inviare militari che forniranno la necessaria assistenza. E’ meglio un falso allarme che subire una truffa”.

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