Senso/52

Storia di una mosca, di un Nobel e di una Festa della Bellezza

La Psicologia può offrirci validi strumenti per migliorare la qualità della nostra vita o del funzionamento organizzativo nelle nostre attività. Si possono influenzare indirettamente, attraverso semplici stimoli, le decisioni delle persone, a qualsiasi età, a partire da una conoscenza approfondita del loro comportamento.

Chi mi conosce attraverso questa rubrica avrà sicuramente notato che, in quanto psicologo, non mi occupo soltanto della cura del disagio psichico, ben consapevole del ruolo fondamentale della mia professione nella promozione del benessere, non soltanto individuale, ma anche comunitario. Stimolato dal successo (senza precedenti) della Festa della Bellezza organizzata dal Centro di Salute Mentale (CSM) di Termoli e dal Comune di Termoli, ho riflettuto, assieme ai tanti colleghi psicologi che hanno offerto il loro prezioso contributo alla realizzazione dell’evento, sulle potenzialità della Psicologia in ambiti diversi da quello prettamente clinico.

Presso lo stand degli psicologi in piazza Monumento a Termoli, in occasione dell’evento del CSM, ho inserito il banner, che a molti di voi non sarà certamente sfuggito, che diceva: “Psicologia – Una professione al servizio della “bellezza” nella società”.

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Questa domenica vi parlerò quindi di questo tema, rivolgendomi in particolare ai cittadini, agli Amministratori e ai gestori di servizi pubblici o privati, ai proprietari di attività commerciali, ai responsabili dei servizi di igiene di un’azienda, ai dirigenti scolastici, come anche ai genitori. La Psicologia può offrirci validi strumenti per migliorare la qualità della nostra vita o del funzionamento organizzativo nelle nostre attività.

 

Inizierò da una proposta semplice ed efficace che potrete approcciare come un gioco, soltanto se la considererete – come ci insegnano i bambini – un’attività molto seria. La prossima settimana recatevi presso una delle tante copisterie della città e chiedete delle stampe adesive di piccole mosche nere, a grandezza naturale. Una volta a casa o nel luogo ove lavorate, ritagliatele lungo i bordi e posizionate una mosca adesiva al centro dell’orinatoio del vostro servizio igienico (in casa, nei bar, nei ristoranti, nelle scuole, nei servizi sanitari, nei municipi e, naturalmente, nelle stazioni o nei terminal bus), a pochi centimetri dalla superficie dell’acqua. Qualche illuminato Amministratore potrà provare a tappezzare i water di tutta la città con queste mosche.

Riuscite ad immaginare cosa potrà accadere? Per me che sono un maschio è stato semplicissimo rispondere a questa domanda. I servizi igienici saranno molto più puliti e voi spenderete meno denaro per igienizzarli con detergenti inquinanti e nocivi per la nostra salute. La finta mosca “spingerà gentilmente” i maschietti ad orientare la traiettoria di urina dritto dritto sul bersaglio naturale: il risultato sarà che questa risposta irriflessa (istintiva) ridurrà le fuoriuscite di urina dal water dell’80%. Un risultato straordinario che, insieme ad altre evidenze di efficacia delle teorie psicologiche applicate all’Economia, ha regalato ad un famoso economista statunitense – Richard H. Thaler – il premio Nobel per l’Economia nel 2017.

Tengo a precisare che questa della stampa di adesivi non è una mia idea. Ho pensato di proporvela dopo aver appreso dalla lettura di Nudge. La spinta gentile di Richard H. Thaler e Cass R. Sunstein (Feltrinelli, 2009) di un imprenditore e ingegnere – un certo Doug Kempel – che ha trasformato concretamente l’esperimento psicologico della mosca in un vero business, vendendo adesivi di mosche on line. “Il mio obiettivo – ha detto – è niente meno che salvare il mondo, un orinatoio per volta”.

 

Se state ridendo o siete positivamente sorpresi è un buon punto di partenza per avvicinarvi con curiosità alla Psicologia, scoprendo come questa possa, anche attraverso semplici strategie, contribuire a migliorare la qualità della vita degli esseri umani.

Essa ha insegnato all’Economia, alla Politica, alle Aziende Sanitarie, agli Enti di Previdenza Sociale, alle Scuole ecc. come sia possibile influenzare indirettamente, attraverso semplici stimoli, le decisioni delle persone, a qualsiasi età, a partire da una conoscenza approfondita del loro comportamento. Thaler ha chiamato questi stimoli “nudges”, che in italiano traduciamo con “pungoli”. Si tratta di “spinte gentili” a prendere una decisione desiderata o ad adottare un comportamento sulla base di una risposta istintiva, irriflessa, perlopiù inconscia o comunque non sottoposta a controllo cosciente né intenzionale.

 

Pensate anche al dispositivo, ormai presente su quasi tutte le automobili di nuova generazione, dello “Start&stop”, che permette di spegnere e riavviare il motore dell’auto in occasione di una sosta breve (come al semaforo) senza dover decidere di farlo (il motore si spegne – di default –  automaticamente dopo pochi secondi di sosta) e con uno scarso investimento di energia psico-motoria (per ripartire basta il più delle volte schiacciare leggermente il pedale della frizione o dell’acceleratore). Il dispositivo di default per lo spegnimento dell’auto in sosta ha un grosso potere nel ridurre i consumi di carburante (stimato in 10-15%) e le conseguenti emissioni inquinanti nell’ambiente. Il default (liberamente attivabile o disattivabile)spinge’ l’automobilista a spegnere il motore, indipendentemente dalla sua intenzionalità, con ricadute positive sia sulla salute ambientale sia sul risparmio economico.

La tecnologia ha migliorato significativamente la nostra qualità di vita facendo leva sulla conoscenza del comportamento dell’essere umano, mosso per la gran parte da processi mentali inconsci: pensate, ad esempio, al segnale acustico delle nostre cinture di sicurezza che scatta quando non le allacciamo, o a quello che segnala l’insufficienza di carburante o ai moderni dispositivi che accendono i fari in condizioni di scarsa luminosità ambientale. Tali tecnologie sono basate sul dato osservativo che rivela un essere umano non infallibile, che commette errori continuamente, distratto, e che necessita spesso di essere “pungolato gentilmente” per agire in modo protettivo, adattativo, efficiente.

 

La famiglia, le istituzioni, la società in genere, potrebbero funzionalmente adottare i principi di quello che gli economisti citati hanno definito “paternalismo libertario”, ossia un sistema di supporto e di guida di tipo comportamentale agli individui verso comportamenti ritenuti più funzionali e adattativi (paternalismo), che permette allo stesso tempo all’individuo di fare liberamente delle scelte (libertario).

Le “spinte gentili” potrebbero essere utilizzate dai nostri Amministratori per ridurre comportamenti nocivi per la salute come, ad esempio, l’inquinamento. È noto, infatti, che la mancanza di feedback sulle conseguenze ambientali delle azioni individuali contribuisce significativamente ad un eccesso di inquinamento nelle nostre città. Riuscite voi, ad esempio, ad accorgervi dell’inquinamento ambientale provocato dalle vostre scelte di consumo o dalle vostre abitudini comportamentali senza informazioni di ritorno? Possono gli Amministratori di Termoli, Campomarino, Portocannone, Guglionesi conoscere l’impatto ambientale e sulla salute dei cittadini basso molisani delle industrie presenti sul territorio termolese senza uno screening costantemente divulgato delle emissioni di sostanze tossiche? Se si adottasse un piano politico capace di trasformare le imprese, il cittadino comune e le Amministrazioni stesse in veri “architetti di scelte” funzionali, tutta la società ne potrebbe beneficiare in termini di salute e di qualità della vita. E sicuramente, un sistema di condizionamento basato sui “pungoli”, e in ultima analisi sul “paternalismo libertario”, è anche politicamente più accettabile che uno basato su incentivi e punizioni. Un’azione utile potrebbe, ad esempio, essere quella di migliorare il processo di informazione sulle conseguenze delle proprie azioni (del cittadino come delle aziende industriali) in termini di costi e benefici per la salute.

 

Una legge statunitense del 1986, ad esempio, l’Emergency Planning and Community Right to Know Act, promulgata subito dopo il disastro nucleare di Chernobyl, ha imposto alle imprese e agli individui di riferire al governo nazionale le quantità di sostanze chimiche potenzialmente dannose conservate o immesse nell’ambiente. Le informazioni sono reperibili costantemente e sono liberamente consultabili da tutti i cittadini del mondo sul sito web dell’EPA (Environmental Protection Agency). Questa legge ha avuto delle ricadute sorprendenti sulle emissioni tossiche in tutti gli Stati Uniti senza imporre alcuna modifica comportamentale. Gli individui, come le imprese, sono capaci di auto-regolarsi adattivamente sulla base dei feedback informativi.

Allo stesso modo potremmo immaginare che una costante campagna di divulgazione sui dati relativi alla raccolta differenziata nella nostra regione, liberamente consultabili, magari arricchiti di informazioni inerenti le ricadute sulla salute ambientale e umana, potrebbe stimolare una significativa trasformazione della consapevolezza dei cittadini, con ricadute funzionali sulle loro abitudini comportamentali.

 

Eventi come la Festa della Bellezza di Termoli, ad esempio, sono perfettamente in linea con tali acquisizioni della ricerca scientifica, in quanto basata su una mobilitazione collettiva di attori che attraverso lo scambio reciproco sono stati in grado di divulgare e amplificare (anche grazie alla attivazione emozionale della “festa”) informazioni di ritorno sulle buone prassi e sui risultati raggiunti con ricadute positive immaginabili sulla salute psico-fisica dei cittadini. Molti psicologi hanno aderito presentando poster divulgativi inerenti servizi, ricerche e progetti realizzati sul territorio; moltissimi cittadini sono stati attratti dalla festa che, “pungolando gentilmente”, ha fatto incontrare nella stessa piazza operatori, utenti, amministratori, cittadini comuni, mass media, in uno scambio creativo di saperi e affettività.

 

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