Larino

Processo su sprechi e “follie” della scuola di musica: chieste condanne per Iorio, ex sindaco e Cav. Venditti

Arriva al capolinea dopo sei anni il processo sugli sfarzi e i presunti favoritismi dell'Imam, ex scuola di musica di Gaetano Venditti, marito dell'ex onorevole Sabrina De Camillis. Per lui, principale imputato per truffa, il pm ha chiesto 2 anni e 3 mesi. Alla sbarra anche Iorio, Giardino, l'ex segretario comunale Rosati e due fornitori di strumenti musicali. Si torna in aula il 4 dicembre, giorno della sentenza

Dopo ben 6 anni dal rinvio a giudizio arriva a conclusione il processo sui presunti sperperi e privilegi dell’Imam, la ex scuola di musica di Larino di Gaetano Venditti, marito dell’ ex deputata e sottosegretaria Sabrina De Camillis, che all’epoca dei fatti contestati dalla pubblica accusa era presidente della Fondazione.

Tra gli imputati un nome di spicco, quello di Michele Iorio, che nel periodo oggetto della lunga e complessa inchiesta da parte della magistratura frentana (tra il 2008 e il 2011) era Governatore della Regione Molise.

Sono sei complessivamente le persone alla sbarra nel procedimento penale, che arriva al capolinea dopo innumerevoli sospensioni. Oltre a Iorio e Venditti ci sono l’ex sindaco di Larino Guglielmo Giardino e l’ex segretario comunale del Comune frentano Fernando Rosati.

E poi, ancora, due fornitori di strumenti e attrezzature musicali, Cinzia Di Monte e Salvatore Cianciaruso.  Un terzo fornitore aveva chiesto e ottenuto il patteggiamento, a sei mesi di reclusione.

A rinvio a giudizio, tutti, per la questione dei finanziamenti esorbitanti, spese giudicate “folli” e una contabilità che secondo gli inquirenti è stata gonfiata se non addirittura, in un paio di casi, falsificata. Agli imputati vengono contestati reati che vanno dall’ abuso d’ufficio nel caso di Michele Iorio alla truffa in corso a carico di  Gaetano Venditti e dell’ex sindaco.

Le richieste del pm. Una istruttoria corposa, innumerevoli sospensioni, cambi di giudici nel collegio. Oggi a Larino è ripreso il processo, aggiornato per l’ultima udienza, durante la quale parleranno i difensori, al prossimo 4 dicembre. Il pubblico ministero Ilaria Toncini, nella sua requisitoria, ha chiesto condanne per tutti e sei. Due anni e 3 mesi per Gaetano Venditti, difeso da Lorusso, colui che sembra avere la posizione più grave nel processo. Due anni per Guglielmo Giardino e Fernando Rosati, difesi rispettivamente da Antonio De Michele e Gina Capuano, dello studio legale di Vittorino Facciolla. Per Michele Iorio, alla sbarra con l’accusa di abuso d’ufficio, che oggi era presente in aula insieme con il difensore Arturo Messere, 1 anno e 6 mesi. Pene più lievi, di 6 mesi, quelle chieste dal pm per i due fornitori di strumenti e materiale musicale, difesi dall’avvocato Masucci.

Il 4 dunque si torna in aula per l’ultima udienza, la camera di consiglio e il verdetto. Questo è l’ultimo dei processi istruiti dall’ex capo della Procura della Repubblica di Larino Nicola Magrone che resta ancora in piedi. “Fiducia nella magistratura” e “grande serenità” gli stati d’animo espressi dagli imputati.

L’inchiesta sull’Imam. Circa 240mila euro spesi in appena 4 mesi dall’Imam: l’inchiesta gravita su questo e altro. Il dato era stato accertato anche dai Carabinieri che avevano proceduto a una serie di perquisizioni nella scuola, allestita in un palazzo ristrutturato (l’ex carcere, al centro storico) di proprietà del Comune di Larino, che lo aveva ceduto alla Imam in comodato gratuito pur non essendo partner del progetto. Questa la ragione principale che ha messo in guai giudiziari sindaco e segretario.

L’inchiesta si era concentrata sul funzionamento della scuola di musica, oggi trasformato in un ente di formazione, favorito dal pubblico. In modo particolare dalla Regione presieduta da Iorio, che aveva stilato accordi di programma sui generis concedendo  100mila euro all’ano per tre anni per le attività dell’istituto, e 600mila euro per realizzare una sala di incisione. Insomma, cospicui finanziamenti che non erano nemmeno stati sufficienti a coprire le spese. Al punto che proprio per i debiti accumulati i creditori avevano avviato diversi pignoramenti.

Per l’indagine erano state anche utilizzate intercettazioni telefoniche che la difesa ha duramente contestato nel corso del processo. L’inchiesta era stata avviata dalla Procura della Repubblica di Larino nel 2008 e si era concentrata sul budget spropositato, sospetti di fatture gonfiate e una presunta mancata rispondenza tra la rendicontazione finanziaria e gli strumenti musicali acquistati. Nel mirino degli inquirenti anche presunti favoritismi e assunzioni decise senza il ricorso a concorsi pubblici, malgrado l’Imam godesse di cospicui finanziamenti ottenuti dalla Regione e dal Comune di Larino, vale a dire da due enti pubblici.

Il principale indagato, Gaetano Venditti, ha sempre riferito che quelle fatture quelle rendicontazioni erano assolutamente regolari, usate per l’acquisto di strumenti musicali, spese di rappresentanza, rimborsi per la benzina. Il sindaco Guglielmo Giardino aveva inoltre dichiarato in aula che dietro la decisione del Comune di Larino di assegnare lo stabile dell’ex carcere all’Imam non c’era nessuna volontà di favorire qualcuno in particolare.

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