Cooperazione transfrontaliera

Parola d’ordine competitività: Italia, Albania e Montenegro insieme per aiutare turismo e piccole-medie imprese

Il progetto ha l'obiettivo di migliorare le condizioni generali dei paesi coinvolti in un'ottica di sviluppo di un mercato transfrontaliero in cui le PMI (piccole e medie imprese) possano competere attraverso strumenti all'avanguardia ed alla cooperazione.

Giorni intensi di lavoro per l’Unimol, l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Termoli e la Regione, coinvolti nel progetto europeo intitolato ‘Innotourclust’ e destinato a creare una rete continua di rapporti commerciali e di dialoghi sempre più intensi tra Italia, Albania e Montenegro aiutando gli operatori turistici ad implementare le buone pratiche.

L’obiettivo è quello di rafforzare la competitività e la collaborazione delle piccole e medie imprese (PMI) localizzate in questi tre stati, attraverso la creazione di un cluster – un gruppo di lavoro accomunato da un elemento in comune – che guardi al futuro del turismo per permettere lo sviluppo del settore ad ampio raggio, in un’ottica di internazionalizzazione.

Il tutto attraverso la formazione degli operatori, la creazione di un database condiviso di stakeholder (i portatori di interesse nel settore turistico) che coopereranno alla gestione delle iniziative e l’inserimento delle aziende sulle piattaforme social nell’ottica di una visibilità internazionale.

L’argomento è stato affrontato in un seminario di formazione ospitato nei locali termolesi dell’Università del Molise venerdì 5 ottobre. A presentare gli obiettivi e le strategie messe in campo dalle associazioni interessate sono stati il professore Angelo Presenza, promotore del progetto ‘Forst Inno’, Remo Di Giandomenico commissario dell’azienda autonoma di soggiorno e turismo di Termoli (aast), Mauro Calise di Eurelations Eeig, l’assessore regionale al turismo Vincenzo Cotugno e l’avvocato Riccardo Ialenti.

La sfida coinvolge 32 membri e quattro partner: Puglia e Molise per la parte italiana con il coinvolgimento della CCIAA di Lecce, l’università di Salento e l’Aaast di Termoli ed Albania e Montenegro per quella europea che vedono impegnate l’Agenzia Nazionale del Turismo Albanese, la camera di commercio e del turismo di Tirana e l’organizzazione nazionale del turismo montenegrino.

L’intento, condiviso ed unico, è quello di “enfatizzare il bisogno di crescita economica e di diversificazione dell’economia dell’intera area – ha spiegato Calise – Puntando a rafforzare la competitività ed incoraggiando modelli di sviluppo sostenibile del turismo. Al contempo si punta alla difesa dell’ambiente, affrontando i cambiamenti climatici e promuovendo il trasporto sostenibile ed il miglioramento delle strutture pubbliche”.

Il progetto, guidato dal lead partner di Lecce, può contare su un finanziamento di 813mila 341 euro. Di questi, poco più di 107mila sono a disposizione dell’Aast termolese grazie al Fesr, fondo europeo di sviluppo regionale. “Denaro che servirà per restare vicino ai piccoli imprenditori – ha commentato Di Giandomenico – I veri protagonisti del territorio. Il nostro gruppo è composto da venti imprese, su un totale di 32, che guardano al futuro e vogliono sfruttare la centralità della nostra regione rispetto all’Italia ed all’Europa per la crescita turistica”.

Un indotto di viaggiatori di cui bisogna approfittare al massimo per l’internazionalizzazione della nostra regione che, a causa di una cattiva programmazione europea, non riesce ad intercettare i fondi diretti né a sfruttare quelli indiretti messi a disposizione delle varie regioni, diventando fanalino di coda dell’economia italiana.

Nella prossima programmazione targata Ue, compresa nel settennio 2021/2027, il Molise è stato retrocesso dall’Unione Europea a regione meno sviluppata, ovvero più povera. Un quadro deprimente che viene fuori “dalla crisi del comparto agricolo, tessile e del settore metalmeccanico” ha affermato Cotugno che delinea la necessità di un cambio di rotta immediato: “Abbiamo un’ulteriore opportunità per utilizzare i fondi europei che ci verranno destinati, ma dobbiamo impegnarci su una programmazione più dettagliata perché l’improvvisazione non porta da nessuna parte”.

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