Donne che cambiano il mondo

Produrre energia con l’acqua: il progetto di una molisana cambia la vita dei più poveri nella Repubblica Dominicana

A 39 anni è già una delle "Donne che cambiano il mondo": Michela Izzo, che da 13 anni vive e lavora nella Repubblica dominicana, ha migliorato con i suoi progetti la vita di popolazioni poverissime. "Da loro ho imparato che non bisogna mai arrendersi", dice a Primonumero.

Nella Repubblica Dominicana si è trasferita 13 anni fa. Con in tasca una laurea in Scienze ambientali all’Università del Molise. Si è trasferita a Milano e poi nel Centro America dopo aver vinto una borsa di studio messa in palio dalle Nazioni Unite. E sei anni fa la ricercatrice molisana Michela Izzo è diventata una cittadina dominicana a tutti gli effetti: “Ho pure votato lì”. Nonostante ciò, il legame con la sua terra – il Molise – non si è mai spezzato: qui vivono la sua famiglia e gli amici ‘storici’.

I piani iniziali non erano quelli (andare a vivere nella Repubblica dominicana, ndr), mi sono ritrovata in un Paese che mi ha accolto e che mi ha permesso di crescere come professionista. Sono grata al Molise e all’Italia che mi hanno consentito di avere una formazione che adesso riesco a sviluppare in un altro Paese. Ma bisogna essere cittadini del mondo: l’importante è dare il proprio contributo indipendentemente dal luogo in cui la vita ci conduce”.

La Izzo ha studiato a Campobasso, al liceo Scientifico ‘Romita’ dove, ‘chiamata’ dal suo ex professore Domenico Di Lisa, è tornata per illustrare il progetto che le ha consentito di ricevere a 39 anni un importante riconoscimento: è una delle “Donne che cambiano il mondo”, di cui è stata insignita nel suo Paese di adozione grazie ad un progetto in grado di migliorare le condizioni di vita degli abitanti di villaggi sperduti. 

La Repubblica dominicana infatti non è solo spiagge, sole e resort lussuosi. Anzi, è un Paese poverissimo. Secondo uno studio della Banca Mondiale il 45% della popolazione rurale e il 31% di quella urbana vivono al di sotto della soglia di povertà e il 5,5% della popolazione dominicana vive in condizioni di estrema povertà con un reddito inferiore a un dollaro al giorno. 

La metà della popolazione vive in zone rurali. La loro vita è stata migliorata proprio grazie al progetto di Michela Izzo.

“Da circa quindici anni – spiega – stiamo lavorando sui sistemi microidroelettrici, ossia generazione di elettricità a partire da piccole fonti d’acqua, con l’obiettivo di favorire l’accesso ad un servizio base a popolazioni rurali isolate, in condizioni di vulnerabilità socio-economico. Ad essere riconosciuto a livello internazionale è il modello sviluppato che è molto centrato sulla persona e sull’empowerment della persona e del gruppo sociale, creando degli strumenti che consentono alle comunità di essere più autonome”.

Quel progetto le ha consentito di crescere anche dal punto di vista umano: “C’è stato un arricchimento reciproco. Da quelle comunità ho imparato la voglia di vivere e di valorizzare la collettività per il raggiungimento di un obiettivo comune. Credo che questa sia stata una importante lezione di vita che noi dovremmo riscoprire per superare quell’atteggiamento polemico e pessimista che ci impedisce un approccio corretto ai problemi”.

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