La regione 'fa' il commissario

Emergenze, ripristinata Neurologia al Cardarelli: 14 posti. Ad Agnone riapre Nefrologia

Al quinto piano dell’edificio di Campobasso saranno ripristinati 14 posti letto: sei di ‘Stroke unit’, sei di Neurologia e due di day hospital. Un progetto attuato grazie a 1,2 milioni del Patto per il Molise e stanziati dalla Regione in favore dell'Asrem. Il reparto sarà guidato da dottor Nicola Iorio, ma per la riabilitazione occorrerà rivolgersi sempre al Neuromed di Pozzilli. Slitta invece l'adeguamento sismico dei nosocomi: "E' una spesa troppo elevata, senza il commissario non si può fare niente".

Da sei mesi il Molise non ha un commissario alla sanità. Ma visto che “il mio compito è dare ai molisani una sanità adeguata”, come sottolinea il governatore Donato Toma, la Regione prova a fare la sua parte. Ovviamente nei limiti del possibile. Ecco perchè per gli ospedali molisani sembrano aprirsi nuove prospettive, almeno secondo quanto annunciato dal capo della Giunta regionale che oggi – 13 ottobre – ha convocato la stampa.

Donato Toma Regione Molise

La prima ‘operazione’ riguarda il più importante ospedale della regione, il ‘Cardarelli’ di Campobasso. In gergo, è definito ‘hub’, ossia il cuore della sanità molisana, il presidio da cui dipendono gli altri nosocomi. Al quinto piano dell’edificio di contrada Tappino saranno ripristinati 14 posti letto: sei di ‘Stroke unit’, sei di Neurologia e due di day hospital. In questo modo sarà possibile fronteggiare le emergenze in caso di ictus e delle palologie definite ‘tempo dipendenti’, quelle in cui il ritardo non è ammesso. Perché il paziente rischia la morte o di subire danni permanenti.

Da quando al Cardarelli è venuto meno il punto di pronto intervento e tutti i pazienti venivano trasportati al Neuromed, si è verificata un’impennata di casi tragici. Uno degli ultimi a Larino, dove lo scorso luglio un 47enne colpito da emorragia cerebrale è stato portato a San Giovanni Rotondo. Poi è morto. Sul caso ci ha voluto vedere chiaro pure il Ministero della Salute che inviò in Molise gli ispettori.

E probabilmente anche da questa tragedia e delle battaglie dei vari Comitati, la Regione Molise ha iniziato a ripensare alla rete dell’emergenza.

Il reparto di Neurologia sarà diretto dal dottore Nicola Iorio, fratello dell’ex presidente Michele Iorio. Mentre i finanziamenti per realizzare il progetto che renderà tempestivi gli interventi per i malati del Molise centrale sono regionali. O meglio, sono i fondi del Patto per il Molise (firmato dall’ex presidente Frattura con l’ex premier Renzi, ndr) come prevede una delle ultime delibere approvate dal governo Toma che ha concertato questo intervento con il direttore generale dell’Asrem.

Ci mettiamo un milione e 206mila euro, 672mila euro per la Stroke unit e 559mila euro per il reparto di Neurologia. L’Asrem invece acquisterà i macchinari, noi effettueremo gli interventi strutturali”, le parole di Toma che spera di aprire il nuovo reparto entro la fine dell’anno. Più realisticamente occorrerà aspettare qualche mese in più: “Ci vogliono tre o quattro mesi”, ammette lui stesso.

Dopo di che “avremo la tranquillità di una unità di pronto intervento per stabilizzare il paziente”. La riabilitazione infatti proseguirà poi “nella strutture private di eccellenza che abbiamo in Molise”. Ossia il Neuromed della famiglia Patriciello.

Anche se il presidente non sarà commissario (almeno secondo le informazioni che arrivano da Roma), ribadisce: “Il mio compito è dare ai molisani una sanità adeguata”. Per questo la Regione ha avviato i contatti con l’Inail per costruire un ospedale unico tra Isernia e Venafro: “L’Inail finanzia e diventa proprietario della struttura che noi poi abbiamo in comodato. Noi pagando delle rate riusciremo a riscattarlo”.

Un’idea che Toma sta pensando di attuare pure per costruire un nuovo presidio ad Agnone. Anche in Alto Molise ci sono delle novità: entro un paio di settimane sarà riaperto il reparto di Nefrologia.

In agenda c’è pure l’adeguamento sismico degli ospedali molisani. In via Genova sono arrivate le relazioni dei tecnici. Le criticità riguardano tutti i presidi, in primis il Cardarelli di Campobasso che Primonumero ha documentato di recente.

L’adeguamento sismico ha un costo elevatissimo e non ci possiamo ancora muovere perché siamo in piano di rientro. Poi sono stati stanziati fondi per il miglioramento sismico che consente agli edifici di rispondere meglio al terremoto”, sottolinea ancora il presidente. In particolare, “una gran parte dei 105 milioni di euro sono destinati proprio al Cardarelli, ma se non c’è la firma del commissario non posso far niente”.

Toma dunque va avanti. “La sanità è una competenza che spetta alle Regioni, come dice la Costituzione. E si può fare molto anche se non sono commissario”, dice ancora Toma. Che si prende una piccola rivincita su Roma. “Stiamo pensando ad una sanità nuova anche perché prima o poi usciremo da piano di rientro”.

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