Cronache

Fiat, dopo tre anni torna la cassa integrazione: operai cambi a casa 10 giorni. Produzione in calo, chiesto tavolo di confronto

Non succedeva da tre anni, ma i tempi dell'ottimismo nello stabilimento metalmeccanici sono finiti. Torna la cassa integrazione: 420 lavoratori a riposo forzato dal 29 ottobre al 7 novembre. E crescono i timori per il futuro: possibili altre ondate di Cig a novembre e dicembre. La Uilm chiede di conoscere urgentemente situazione attuale e scenari futuri

Resteranno a casa, a riposo forzato, per 10 giorni: scatta la cassa integrazione alla Fiat di Termoli. Il reparto cambi si ferma dal 29 ottobre al 7 novembre. Coinvolti 429 lavoratori, dei quali 400 operai e il resto impiegati.

Non succedeva da tre anni e, fino a non troppi mesi fa, la cassa integrazione alla Fiat sembrava un ricordo lontanissimo nonché uno spettro impossibile da ripresentarsi. Ma i tempi dell’ ottimismo e delle iniezioni di fiducia, giustificati da un massiccio investimento che l’ex amministratore delegato Sergio Marchionne ha fatto proprio sullo stabilimento di Termoli con una nuova linea produttiva e nuove assunzioni, sono terminati. E a quanto pare in maniera irrimediabile.

Gli stessi sindacati si dicono molto preoccupati e chiedono un tavolo di confronto immediato per valutare situazione attuale e scenari produttivi dell’azienda e della fabbrica termolese, sulla quale incombono ombre nere.

Oggi alla Fiat Chrysler Automotive di Rivolta del Re è stato convocato il comitato esecutivo, e la direzione aziendale ha comunicato lo stop alla produzione per il reparto cambi C520. Una sospensione “dovuta all’esigenza di fronteggiare la contrazione produttiva” proprio per quanto riguarda il reparto cambi, nel quale lavorano 400 operai.

 

Per ora la cassa integrazione non coinvolge il 16 valvole, ma dati i presupposti del momento potrebbe essere probabile ricorrere alla Cig anche per quello che è il reparto più “affollato” dello stabilimento, che dà lavoro alla maggioranza degli operai metalmeccanici.

 

Per la Uilm “era nell’aria, purtroppo”. Negli ultimi anni il clima è drasticamente cambiato e al posto della fiducia motivata dai 500 milioni di euro di investimento si respira una paura per il futuro che si fa sempre più forte. Anche perché si prevedono nuove ondate di cassa integrazione per tutto il mese di novembre e da dicembre a gennaio.

Il timore principale è che le caratteristiche tecniche e di mercato dei prodotti sfornati a Termoli – già oggi non troppo competitivi – possano imboccare la strada della progressiva dismissione anche per quanto riguarda la pianificazione aziendale che ha annunciato la dismissione dei motori diesel – per i quali Termoli fa i cambi – dal 2020.

 

D’altra parte i numeri del reparto cambi sono eloquenti: da mesi ormai un terzo in meno al giorno rispetto al normale regime produttivo della fabbrica. La segreteria territoriale della Uium ha fatto sapere di voler chiedere con urgenza un esame congiunto come da contratto collettivo specifico di lavoro per capire l’entità delle ricadute produttive, e questo anche alla luce del riassetto organizzativo di Fiat Chrysler omunicato qualche giorno fa e che vede la nuova nomina di Pietro Gorlier Chief Operating Officier della regione Emea.

E’ necessario tenere incontri specifici in stabilimento per una valutazione complessiva della situazione aziendale – dice la Uilm – Fondamentale conoscere la situazione delle nuove tecnologie collegate all’azienda, specie ibrido ed elettrico, e le possibili allocazioni di nuovi prodotti nello stabilimento di Termoli”.

commenta