Sicurezza e immigrazione

Decreto Salvini, appello ai parlamentari del Molise: “Non fatelo diventare legge, è pericoloso”

Eliminazione della protezione umanitaria, possibilità per i privati di riacquistare i beni della mafia, pistole taser in dotazione ai vigili urbani e inasprimento delle pene per chi occupa case: sono solo alcuni dei nodi più controversi del decreto Salvini che il 3 dicembre prossimo potrebbe diventare legge dello Stato. Appello ai parlamentari molisani affinché non lo votino da diverse associazioni molisane.

Fanno appello ai parlamentari molisani affinché non votino il decreto Salvini in materia di sicurezza e immigrazione.

Sono diverse le associazioni molisane che hanno espresso preoccupazione per l’entrata in vigore del decreto legge numero 113 del 4 ottobre 2018 voluto dal vice premier, ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini.

“La legge – leggiamo nella nota indirizzata ai deputati Giuseppina Occhionero (Leu), Rosalba Testamento e Antonio Federico (M5S) e ai senatori Fabrizio Ortis e Luigi Di Marzio (M5S) – creerà una nuova categoria di persone ai margini, persone senza diritti, escluse dai servizi, che saranno costrette a vivere nella paura e nella clandestinità. La legge produrrà più insicurezza per tutti, invece che più sicurezza. Invece di favorire l’inclusione favorirà le organizzazioni criminali che vivono di sfruttamento di manodopera a basso costo, spaccio di droga e prostituzione. Inoltre il decreto colpisce duramente il diritto a manifestare e chiunque voglia riappropriarsi di spazi abbandonati, in risposta alla crescente emergenza abitativa.

Fino al 3 dicembre il Parlamento italiano potrà modificare, approvare o bloccare il cosiddetto decreto Salvini entrato in vigore il 5 ottobre.

I punti più controversi di quella che a breve potrebbe diventare legge dello Stato riguardano: l’eliminazione della protezione umanitaria “che limiterà fortemente il diritto costituzionale all’asilo così come previsto dall’art 10 comma 3 della nostra Costituzione. Il risultato potrebbe essere quello di “un netto aumento degli irregolari sul nostro territorio che diventeranno la perfetta manodopera per i caporali, gli sfruttatori e la malavita, a conferma che la limitazione dei diritti è contraria al principio della sicurezza”.

Il decreto prevede anche l’impossibilità per i richiedenti asilo di essere accolti negli Sprar che perseguono la via dell’integrazione molto più dei Cas che sono centri di accoglienza straordinaria gestiti dai privati. Altro nodo del decreto è il divieto di iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo, “che vuol dire l’impossibilità di ottenere la carta d’identità, quindi l’impossibilità di ricevere pagamenti tracciabili previsti dall’odierna legislazione per ricevere lo stipendio, favorendo così il lavoro nero e lo sfruttamento”.

Il ministro Salvini ha anche decretato per quanto riguarda il codice della strada con la reintroduzione del reato di blocco stradale che era stato depenalizzato e l’inasprimento delle pene per gli occupanti di case, con la reclusione fino a 4 anni e multe fino a più di 2 mila euro, “pene raddoppiate rispetto a quelle previste dal codice fascista Rocco, con la possibilità per i giudici di ricorrere alle intercettazioni telefoniche”.

Infine, ulteriore “militarizzazione” dei vigili urbani “che potranno essere dotati di pistole taser ed estensione dei Daspo urbani”.

Cambiano le regole anche sul fronte dei beni sequestrati ai mafiosi. “Prima la vendita era solo a favore di enti pubblici, associazioni di categoria e fondazioni bancarie; ora viene allargata a tutti i privati purché non siano direttamente legati ai vecchi proprietari mafiosi. In un paese in cui le mafie sono così potenti, non avranno problemi a trovare dei prestanome per rimpossessarsi dei beni sequestrati”.

E’ prevista anche la reclusione fino a 4 anni per chi organizza o promuove invasioni di terreni o edifici, congiuntamente ad una multa che può arrivare fino a 2.064 euro.

“Tanto per fare qualche paragone: per le percosse (art.581 c.p.) è previsto un massimo di pena fino a 6 mesi di reclusione e multa di 309 euro; per il falso in atto pubblico (483 c.p.) abbiamo un massimo della pena detentiva pari a due anni; per la truffa (640 c.p.) massimo di tre anni (che arriva a cinque per truffa ai danni dello Stato). Si criminalizzata quindi chi, magari in situazione di emergenza abitativa, decida di occupare edifici dismessi o non utilizzati”.

Insomma, c’è più di una ragione per chiedere ai parlamentari del Molise di sostenere in via prioritaria la non conversione in legge del decreto. O almeno di fare propri alcuni emendamenti correttivi proposti da alcune delle più importanti associazioni che in Italia si occupano di immigrazione (tra cui, ad esempio, Caritas, Arci, Amnesty International, Save the Children, Emergency, eccetera) le quali, a seguito dell’analisi del decreto, hanno espresso il loro dissenso e suggerito delle modifiche.

La nota è stata firmata da: La Città Invisibile, Casa del popolo Campobasso, Casa del popolo Termoli, Fondazione Milani, La Fonte, Mai più sole – Non una di meno Termoli, Usb Molise, Anpi Molise, Cgil Molise, Faced onlus e cooperativa il Noce.

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