Campobasso

Acqua, bollette pazze a Campobasso. Il Comune somma due anni e gli utenti slittano in terza fascia

Lamentele e proteste da parte dei cittadini che in questi giorni hanno ricevuto l’invito a pagare somme anche fino a 700 euro perché negli ultimi due anni (nel 2017 non è mai stata fatta la lettura) all’aumentare della quantità di acqua consumata il prezzo unitario è raddoppiato. Inoltre se si supera un certo quantitativo oltre il limite fissato, arriva anche a costare il quadruplo. “Adiremo alle vie legali” dicono mentre sono in coda all’ufficio di via Cavour

Alzi la mano chi non ha ricevuto bollette dell’acqua con importi inaspettati. E le fatture che in questi giorni stanno ricevendo i campobassani sono tutte più o meno così: impensate. Nell’importo e nelle motivazioni dell’ammontare.

Quattrocento, cinquecento fino anche a settecento euro, almeno queste sono le somme di cui abbiamo avuto contezza nei reclami inoltrati in redazione da parte di alcuni cittadini. E poi le code all’ufficio di via Cavour che si registrano in questi giorno sono la dimostrazione che qualcosa da chiarire c’è e che ognuno dei ‘malcapitati’ ha avuto necessità di vedere spiegato il motivo di una tale somma da versare e soprattutto di concertare soluzioni per il pagamento.

Perché, diciamo anche questo, anche 400 euro (seppure rateizzabili) in un bilancio monoreddito come è quello della stragrande maggioranza dei nuclei familiari, è una somma faticosa  da tirar fuori dalle tasche.

Sembra quasi un “raggiro legittimato” quello che il Comune di Campobasso avrebbe messo in piedi con le ultime somme inviate ai residenti del capoluogo. E se a pensar male si fa peccato è anche vero che qualche volta ci si azzecca.

I fatti:  lo scorso 2017, le bollette dell’acqua erano corredate da un importo esiguo, di poche decine di euro. Anzi, c’è anche chi la bolletta non l’ha “proprio ricevuta” tanto da correre negli uffici di via Cavour per chiedere spiegazioni al riguardo. La risposta: “Tutto ok, non si allarmi, arriverà nel 2018”. E sono arrivate sì!

Ma se nel 2017 a causa della mancata lettura dei contatori l’importo calcolato era forfettario e quindi valutato al ribasso, nel 2018 la bolletta comprende i consumi reali dell’anno corrente sommati a quelli dell’anno precedente (non letto) e se fin qui  nulla quaestio perché giusto far pagare ciò che si è consumato, diventa poco rispettoso il passaggio in cui la somma dei due anni – proprio perché elevata – trascina automaticamente la posizione degli utenti in “terza fascia” per la quale si paga di più.

Il costo di ogni metro cubo di acqua, infatti, cresce secondo le varie fasce di consumo. All’aumentare della quantità di acqua consumata il prezzo unitario prima raddoppia e superato un certo quantitativo oltre il limite fissato arriva anche a costare il quadruplo.

Se si calcola che in terza fascia ogni metro cubo costa un euro in più e che il consumo medio di una famiglia media è pari a circa 200 metri cubi all’anno, allora il calcolo è presto fatto. I cittadini di Campobasso potrebbero ritrovarsi a pagare duecento euro in più perché oltre alla quota fissa annuale e a quella variabile c’è questa sorta di “tassa ulteriore” che li porta ai piani alti delle fasce di consumo senza che lo sapessero e solo per il semplice fatto che l’anno prima non hanno ricevuto né letture dei contatori, né le bollette reali e né le spiegazioni utili che potessero mettere ognuno nelle condizioni di prevenire la “stangata” che è arrivata in questi giorni.

Ma le somme calcolate sulla base di consumi ipotetici (l’anno 2017) e non di quelli reali potrebbero indurre molti degli utenti infuriati a ricorrere alle vie legali.

Perché il consumo ipotetico “non può giustificare il salasso che poi questo Comune tiene conservato nel cassetto e secondo me anche con premeditazione – dice una signora inviperita mentre agita una bolletta di circa 600 euro – queste ipotesi di lettura continuano ad esistere nonostante ci sia un preciso obbligo di effettuare la lettura dei contatori almeno una volta l’anno”.

Già, così parrebbe.  Le letture vanno fatte almeno una volta l’anno ma visti gli ultimi fatti pare più comodo addebitare consumi presunti e maggiori, rispetto a quelli reali.

Al riguardo c’è anche una recente sentenza che alcuni consumatori hanno già tirato fuori dal cassetto dopo aver consultato i propri legali e che risale a maggio scorso e arriva dai giudici di Catanzaro che hanno dichiarato “la nullità della pretesa pecuniaria reclamata dal Comune di Catanzaro a titolo di canone acqua”.

In buona sostanza il ragionamento svolto dal Giudice è il seguente. La bolletta dell’acqua è un atto emesso da chi pretende il pagamento e, pertanto, non dimostra assolutamente nulla. Sicché, in caso di contestazione è onere del Comune “dimostrare la correttezza della misurazione secondo gli effettivi consumi d’acqua da parte dell’utente”. Aver determinato i consumi in base a “criteri presuntivi”, senza aver accertato i consumi reali mediante la lettura periodica del contatore, rende inesigibile la pretesa relativa ai canoni acqua.

Uno stop importante quello che arriva dalla Calabria che purtroppo però lascia spazio anche ad un’altra riflessione e cioè che la pratica odiosa di sovrastimare i consumi non solo provoca bollette più alte a danno dei cittadini ma permette di gonfiare i magri bilanci comunali.

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