Fantapoesie

Una nota in regalo

Ti offro un “DO” minuscolo, tale da entrare dentro le sbarre dove la tua vita è ormai diventata un calvario, proprio come un pianoforte senza tasti.

 

Ti porto un “RE” con sudditi al seguito per sfondare il muro del razzismo, proprio come un rockettaro spacca la chitarra in un momento di estasi.

 

Ti invio un “MI” carico di speranza che la tua vecchiaia non sia di solitudine, proprio come un batterista si diverte a far casino.

Ti spedisco un “FA” via posta, in modo che tu possa capire che il sorriso di un disabile vale come la sinfonia di mille violini.

 

Ti dono un “SOL” pieno di solidarietà, in modo che la tua stanza d’ospedale non diventi un bunker, proprio come i piatti che si liberano sbattendosi tra loro.

 

Ti mando un “LA” più di qua che di là, per far comprendere che l’omosessualità non è una malattia, ma è malato chi lo pensa, proprio come il sogno da ballerino di un bambino.

 

Ti regalo un “SI” con l’illusione di riaverlo presto indietro.

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