Da sulmona a isernia

Transiberiana d’Italia: il treno dei desideri. Nel 2018 ventimila passeggeri e 55 corse fotogallery

La Transiberiana d'Italia a settembre, uno spettacolo. Echi di D'Annunzio costeggiando i 'nostri' tratturi. Sul 'Centoporte' siamo quasi il riflesso della storia, ci specchiamo nei paesaggi della transumanza che si vedono con cadenze ondulatorie tra un bosco e una galleria...

Salire sul vecchio ‘Centoporte’ è un privilegio. Il treno storico noto a tutti come Transiberiana d’Italia odora di ‘sfrenature’ intense sui binari, di sedili e predellini in legno, radiatori di ferro, di eleganti signori in viaggio con una mano sulla ‘ventiquattrore’ e l’altra che accarezza i capelli domati dalla brillantina Linetti. Profuma insomma di Novecento.

Abbiamo subìto il fascino della ‘Transiberiana’ nel giorno in cui il vecchio, ma in ottimo stato, treno storico di proprietà della Fondazione Fs, ha percorso la via dei pastori, in particolare nella parte molisana che accompagna il tratturo Celano-Foggia e guarda, non troppo lontano, il ‘Lucera-Castel di Sangro’. Uno spettacolo dentro e fuori le vetture: le cosiddette Corbellini (dall’omonimo Ministro che nel 1947 decise per l’ammodernamento delle stesse) e le già menzionate Centoporte (funzionanti dal 1928 agli anni ottanta e dette così perché dispongono di una porta d’accesso per ogni scompartimento, utile e comoda in tutte le circostanze, guerra compresa). Il convoglio che vediamo arrivare alla stazione di Carovilli-Roccasicura dispone di cinque vetture trainate da una locomotiva D445, in funzione dal 1974.

Ci accolgono i responsabili del ‘Sulmona-Isernia’ andata e ritorno. Fanno parte dell’Associazione LeRotaie che promuove la cultura ferroviaria e ha sede a Isernia. Incontriamo Claudio Colaizzo mentre introduce alcuni passeggeri al tema del viaggio: oggi siamo sul ‘treno dei pastori’, quindi Claudio, pescarese ma di origini altomolisane, indica “l’erbal fiume silente”, il tratturo nella definizione poetica di D’Annunzio, che s’intravede ai lati della ferrovia. “Quello è il tratturo Celano-Foggia – spiega mentre il convoglio d’epoca transita sotto il magnifico Castello D’Alessandro di Pescolanciano. Poco distante da qui passa anche un altro importante tratturo, il ‘regio’ Lucera-Castel di Sangro. Zone frequentare dai pastori transumanti, quelli descritti da Gabriele D’Annunzio ne ‘I pastori’, con quel ‘Settembre, andiamo. É tempo di migrare’ che ci proietta magicamente nel tempo ‘degli antichi padri’. Il Vate penetrava le atmosfere di un altro tratturo, quello ‘reale’ L’Aquila-Foggia, ma la sostanza non cambia, tanto che la scrittrice e poetessa Licia Mampieri, che siede nella nostra carrozza, si alza e declama quei versi così dolci e al tempo stesso appassionati. Un momento ispirato, certamente, che i presenti cristallizzano in un bell’applauso.

Lo spettacolo del treno vintage che lentamente transitava ai piedi della roccia su cui si aggrappa Carovilli ci aveva annunciato qualcosa di speciale. In effetti sul ‘Centoporte’ siamo quasi il riflesso della storia, ci specchiamo nei paesaggi della transumanza che si vedono con cadenze ondulatorie tra un bosco e una galleria. Già, la transumanza, il rito agropastorale in odore di riconoscimento nel patrimonio immateriale Unesco. La prima istanza in questo senso arrivò proprio dal Molise, quattro anni fa. Poi lo sviluppo decisivo di una candidatura internazionale curata dal Ministero delle Politiche Agricole (ora anche del Turismo), quest’anno a Parigi. Nel 2019, a novembre, il verdetto definitivo. Sulla Transiberiana d’Italia incrociamo le dita.

 

Passiamo per Carpinone, mentre la Banda dei Briganti, quattro musicisti abruzzesi, allieta i viaggiatori, con tamburi, organetti, chitarra e altri curiosi strumenti della tradizione abruzzese. La carrozza si popola. Briganti e pastori nell’immaginario, musici ed entusiasmo nella realtà. Per diversi minuti i tratturi e il paesaggio circostante sfilano via senza che i viaggiatori diano loro l’occhiata che meritano. La baldoria è piacevole, per tutti. Siamo in tanti nella carrozza, ma nulla in confronto con il dato numerico totale dell’ennesimo ‘sold out’ del treno appenninico della Fondazione Fs. E qui cominciamo a interessarci di numeri, chiedendo ad altri responsabili.

Oggi la Transiberiana d’Italia accompagna tra i monti e le colline ben 450 persone. Ci sono gruppi che arrivano dall’Emilia, ben 110 persone, dalle Marche, tanti dal Lazio, la regione più ‘attratta’ dalla Transiberiana, qualcuno arriva addirittura da Milano, e poi dal Molise, dall’Abruzzo e pure un gruppetto di austriaci che – spiega Claudio Colaizzi: “apprezza molto questo viaggio, soprattutto quando viene percorso per tutti i suoi 128 km, da un capolinea storico, Sulmona, all’altro, Isernia.

 

Proprio mentre arriviamo nel capoluogo pentro per la lunga sosta centrale, Claudio c’informa che gli abruzzesi sul treno, oggi, sono solo il 20 per cento, rispetto alla quasi totalità dei primi viaggi. “Vuol dire – spiega – che la Transiberiana è ormai un treno geograficamente attrattivo per tutti gli italiani, e anche per gli stranieri, con le conseguenze positive del caso”. Una su tutte: la portata dei flussi turistici di cui beneficia soprattutto la città di Sulmona. “Stanotte oltre 200 persone hanno dormito nelle strutture ricettive di Sulmona e dintorni” continua, un dato che puó far riflettere anche alle latitudini molisane.

 

A questo punto siamo scesi dal treno e, tramite il nostro amico di Carpinone, Nico Travasso, che ci accompagna, conosciamo il presidente di queste straordinaria associazione (LeRotaie) che organizza materialmente i viaggi per conto di Fondazione Fs. Si chiama Fabrizio Minichetti. Gli chiediamo qualcosa in più sui numeri da capogiro del 2018 della Transiberiana d’Italia, non prima di aver assistito (guarda il video) al suggestivo aggancio del locomotore alla prima carrozza. È l’operazione che, attraverso gli scambi della stazione d’Isernia, porta il D445 da un capo all’altro del treno. Lenta e spettacolare, la scena ci piace come ci era piaciuta quella dell’arrivo a Carovilli o del transito all’ombra di Pescolanciano. La Transiberiana puoi gustarla come se fossi nel salotto di casa, come quando da piccolo armeggiavi col primo trenino elettrico (i Lima li ricordate?) regalo di un papà giocherellone.

 

Fabrizio Minichetti è senz’altro uno di quelli cresciuti con questa passione. “Siamo un’associazione nata nel 2006 con il desiderio di promuovere il patrimonio ferroviario e il modellismo molisano”. Dopo una serie di iniziative molto apprezzate, nel 2014 arriva la collaborazione con la Fondazione Fs che gestisce un enorme patrimonio di treni storici. A LeRotaie viene affidata l’organizzazione dei viaggio sul treno Sulmona-Carpinone-Isernia che attraversa l’Appennino in un contesto ambientale che, per bellezza e potenzialità turistiche, ha le stimmate del vero ‘paesaggio culturale’. Nel giro di tre anni i viaggi della Transiberiana crescono nel numero e nell’appeal verso i turisti. Nel 2015 le corse sono 21 (ottomila i viaggiatori) ma il numero è destinato a salire. Fino al boom di 2017 e di quest’anno.

 

Comprensibilmente soddisfatto, Fabrizio ci dice che alla fine del 2018 i treni partiti e arrivati saranno in tutto 55. 55 in un anno! Vuol dire più di uno a settimana, anche perché a dicembre sono in programma 24 viaggi per i ‘mercatini di Natale’ un successo che si rinnova di anno in anno.

 

C’è un dato ancora più impressionante: è il numero dei viaggiatori stimati in proiezione, sempre entro la fine del 2018. “Sono ben ventimila” dice Fabrizio, che aggiunge: “Fino a tutto novembre c’è il tutto esaurito, stiamo lavorando ora sui viaggi per dicembre”. E si sa che la ‘transiberiana’ con la neve ha una marcia in più. “Quello che auspichiamo – conclude Fabrizio (la sua intervista nel video in basso) è una collaborazione sempre maggiore da parte delle istituzioni (di Isernia, ndr) visto che, quando arriviamo in Molise, ospitiamo in città oltre 400 persone alla volta”.

 

A questo punto ci congediamo dal treno che nel frattempo si è svuotato. Nel pomeriggio, dopo i tour organizzati al Museo del Paleolitico e in altri luoghi da visitare, ripartiremo per tornare alla base. Ci fermeremo a Carovilli, gli altri arriveranno in serata a Sulmona. Noi e loro, viaggiatori felici sulla Transiberiana d’Italia, per dirla con Celentano: ‘il treno dei desideri’.

 

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