Campobasso

Stop ai negozi aperti di domenica, la proposta in Parlamento. I lavoratori ci sperano “ma regole uguali per tutti”

Otto aperture domenicali nel disegno di legge della Lega in discussione alla Camera: la proposta 'smonta' la liberalizzazione di Mario Monti e piace ai lavoratori. "Così potremo stare con le nostre famiglie". Il direttore del supermercato del centro commerciale Pianeta però avverte: "E' rischioso perché sono ore di lavoro in meno, le regole dovranno essere uguali per tutti altrimenti non funzionerà".

Lo stop alle aperture domenicali entusiasma i lavoratori dei supermercati di Campobasso.

La discussione, appena iniziata alla Camera, dovrebbe portare a cancellare con un colpo di spugna la liberalizzazione operata dal governo tecnico di Mario Monti nel periodo più pesante della crisi economica. La proposta della Lega, in particolare, è stata incardinata in commissione Attività produttive e limita le aperture nei giorni festivi alle sole domeniche del mese di dicembre oltre ad altre quattro domeniche o festività durante l’anno. Unica eccezione per le città turistiche.

Un bel cambio di passo rispetto alla deregulation del “Salva Italia” varata da Monti che lascia la più completa autonomia agli esercizi commerciali.

 

Nel capoluogo le domeniche al lavoro hanno creato non poche difficoltà ai dipendenti di iper, supermercati e discount costretti a rinunciare al giorno festivo per eccellenza in famiglia. Le cose per loro potrebbero presto cambiare.

“Speriamo non sia solo un annuncio, io ci conto davvero e sarebbe una mano santa per tutti noi – riferisce una cassiera del Conad – perché potrei finalmente stare coi miei figli. Loro sono a scuola da lunedì a sabato e la domenica è l’unico giorno libero per stare tutti assieme. Sono anni, ormai, che non è più così e dispiace, credo di parlare per tutti”.

In effetti il tenore dei commenti tra gli addetti alle vendite è pressoché unanime.

Pianeta

Tornando al ddl in discussione esso reintroduce la chiusura domenicale obbligatoria e affida a Comuni e Regioni il compito di determinare il nuovo quadro delle regole, fissando un massimo di circa otto aperture straordinarie.

Quella della Lega, però, non è l’unica proposta. C’è, per esempio, quella più soft del M5S che di aperture straordinarie ne prevede 12. E ci sono anche una legge di iniziativa popolare, una proposta di legge del Consiglio regionale delle Marche e quella del Pd.

Tutte, comunque, vanno nella direzione di regolamentare meglio il settore commercio sperando che la misura possa agevolare negozietti e bottegai che non sono in grado di tenere testa alla grande distribuzione.

Se da un lato i dipendenti incrociano le dita per la cancellazione della tanto detestata legge Monti, c’è anche chi, come il direttore del supermercato del centro commerciale Pianeta, Enrico Barone, evidenzia anche i lati negativi di questa decisione.

“Temo si possano perder posti di lavoro, del resto sarebbero ore in meno che vanno considerate. Certo è vero pure che se a livello nazionale sarà regolamentata l’apertura domenicale andrà bene per tutti, sia per i lavoratori che per gli operatori. Se restiamo tutti chiusi il fatturato totale si redistribuirà sul sabato e il lunedì dunque non dovrebbero esserci perdite. In più così facendo la gestione ci guadagnerebbe pure perché risparmierebbe sui costi tenendo il punto vendita chiuso in quella giornata”.

Insomma, tutto dipenderà anche dall’applicazione della nuova legge perché solo con regole uguali per tutti si riuscirà a evitare una corsa all’apertura che scontenta tutti, lavoratori e operatori commerciali.

Che poi è esattamente quello che è accaduto fino a questo momento.

Più informazioni
commenta