Portocannone

Scuola, è caos. Il fronte genitori è spaccato: “A San Martino non andiamo”

Il Comitato genitori è contrario al trasferimento dei propri figli nell'istituto scolastico di San Martino. "Ci sono fabbricati in paese che possono essere adibiti a scuola". A fare da contraltare tanti altri genitori che hanno invece avallato la decisione del Sindaco.

“Noi i nostri figli non li manderemo a scuola a San Martino in Pensilis”. Questo è il grido di battaglia e di contrarietà lanciato ieri, domenica 9 settembre, dal neonato Comitato dei Genitori Scuola di Portocannone durante una pubblica assemblea tenutasi nel piazzale antistante la Chiesa Madre all’interno del borgo vecchio. Una posizione di contrarietà che resterà tale sino a quando “non verrà dichiarata ufficialmente l’inagibilità dei locali alternativi che abbiamo individuato o, viceversa, dell’agibilità dell’edificio scolastico di San Martino in Pensilis dove dovrebbero essere ospitati i nostri figli”. Dal canto suo il primo cittadino, Giuseppe Caporicci, replica asserendo che “abbiamo operato sin dal primo momento con l’attenzione rivolta solo ed esclusivamente alla sicurezza dei bambini, e che restiamo assolutamente aperti a soluzioni alternative, ovviamente nel rispetto delle norme in vigore”.

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A seguito delle scosse del 14 e 16 agosto, il plesso scolastico di Portocannone di via Francesco Jovine è stato dichiarato totalmente inagibile. I tecnici della Regione Molise, chiamati dall’Amministrazione, nella loro relazione tecnica del 23 agosto scrivono: “Le lesioni sono uniformi su tutta la struttura scolastica”. Criticità che non ne consente l’utilizzo. Inagibilità che giocoforza ha fatto cambiare la destinazione d’uso dei fondi programmati per la messa in sicurezza del tetto della scuola.  I lavori inizieranno a breve, essendo stata effettuata venerdì 24 agosto l’aggiudicazione provvisoria della gara d’appalto da parte della centrale unica di committenza (Cuc) di Petacciato / San Giacomo / Portocannone. 

Con l’edificio scolastico chiuso, due le soluzioni prospettate dall’amministrazione: trasferire gli studenti di Portocannone a Campomarino o a San Martino in Pensilis. Entrambi i comuni hanno dato la loro disponibilità con la differenza che nel paese rivierasco gli alunni di Portocannone sarebbero dovuti andare nel pomeriggio o comunque fare i turni. Non così a San Martino in Pensilis dove gli studenti andrebbero ad occupare le aule del vecchio istituto. I membri del Comitato, per lo più genitori di alunni che frequentano le scuole elementari, avevano invece individuato nell’edificio che ospitava il vecchio asilo di via Gramsci a Portocannone la soluzione al problema. “Nei giorni scorsi abbiamo richiesto al sindaco l’individuazione di locali idonei temporaneamente per lo svolgimento delle lezioni qua a Portocannone suggerendo l’utilizzo del vecchio asilo di via Gramsci”. Lo stabile nel 2005 era stato oggetto di lavori di rifacimento e messa in sicurezza ma da lì a qualche anno è rimasto inutilizzato.

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Il 5 settembre Caporicci ha inviato una missiva al direttore dei lavori dell’epoca, l’ingegner Franco Sabetti, nella quale veniva espressamente richiesta la possibilità o meno “di utilizzare il plesso per le attività didattiche” e se lo stesso immobile fosse “conforme a tutti i requisiti previsti dall’attuale normativa vigente oltre alla vulnerabilità sismica”. La risposta è arrivata a stretto giro di posta.

Nelle sue memorie tecniche l’ingegner Sabetti sottolinea che “ai sensi delle normative dell’epoca vigenti l’edificio è stato sottoposto alle verifiche di vulnerabilità” e inoltre era stato ripristinata “la piena funzionalità e il miglioramento sismico dell’edificio”. E per finire, la certificazione “del collaudo statico” è stata protocollata allo sportello unico dell’edilizia nel dicembre del 2005. Ma, come sottolineano i genitori, “nel momento in cui è stato ricevuto un esito positivo da parte dell’ingegnere che ha stilato la relazione, è stata richiesta una ulteriore perizia privata dal sindaco che senza fornire documentazione sui lavori eseguiti sullo stabile in via Gramsci è stato scartato come ipotesi”. Perché, si chiedono dal Comitato?

Inoltre pongono l’accento sullo stabile che dovrebbe ospitare i loro figli a San Martino in Pensilis: “A Montecilfone e Guglionesi hanno trovato soluzioni su stabili ben più vecchi e oltretutto la scuola di San Martino in Pensilis, datata 1975, è stata progettata per ospitare un determinato numero di alunni e non ulteriori 160: è uno stabile di due piani che non ha una uscita di sicurezza e una scala di antincendio esterna che è obbligatoria con i piani superiori. I locali qui a Portocannone non hanno queste criticità”. E tal proposito nelle prossime ore faranno richiesta ai vigili del fuoco e protezione civile e al Provveditorato provinciale e regionale di “verificare lo stato, le condizioni di ambo le strutture sia quella di via Gramsci che quella di San Martino”.

Intanto il giorno di apertura si avvicina, giovedì 13 è alle porte e se da un lato i membri del Comitato hanno annunciato che “non porteranno i loro figli a San Martino” dall’altro lato tantissimi genitori hanno deciso di adeguarsi alla situazione. “Siamo in un momento di emergenza totale: la nostra scuola è inagibile per cui dobbiamo fare di necessità virtù. Andare a San Martino porterà sicuramente dei disagi ma per lo meno lasceremo i nostri figli in strutture sicure”.  Una contrapposizione netta rispetto al nascente comitato, di conflitto? “Non siamo contro nessuno, ci mancherebbe. Tutti abbiamo a cuore la sicurezza dei nostri figli e dell’intero corpo docenti”. Attualmente la prima e forse la seconda elementare rimarranno a Portocannone, mentre le altre classi sia della scuola elementare che media si trasferiranno a San Martino in Pensilis. Come?

Primonumero.it ha contattato il Sindaco Giuseppe Caporicci, il quale ha dichiarato: “Pur comprendendo le preoccupazioni dei genitori, trattandosi di una situazione in continua evoluzione, preferisco oggi non rilasciare altre dichiarazioni se non quella che abbiamo operato sin dal primo momento con l’attenzione rivolta solo ed esclusivamente alla sicurezza dei bambini, e che restiamo assolutamente aperti a soluzioni alternative, ovviamente nel rispetto delle norme in vigore”.

In merito invece a chi l’accusa di aver fatto fare una ulteriore perizia privata sull’edificio dell’ex asilo di via Gramsci, Caporicci replica che “la mia richiesta di sapere se l’immobile potesse essere utilizzato per uso scolastico in base all’attuale normativa, è rimasta sostanzialmente senza risposta”. Perché? “Gli stessi tecnici hanno dichiarato che l’immobile era stato migliorato sismicamente con le norme di 15anni fa, certamente meno restrittive delle attuali”.

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