Termoli

Periferie abbandonate: marciapiedi come percorsi di guerra. Incolumità pubblica a rischio

Assomiglia ad un percorso di guerra il tratto pedonale del cavalcavia della sp 111 che sovrasta l’autostrada: pezzi di marciapiede staccati a bordo strada, buche e basole rotte che rendono impossibile camminare.

Muoversi a piedi, soprattutto per i residenti delle periferie, diventa sempre più difficile a causa delle insidie presenti lungo il percorso. Quartieri secondari in cui ci si aspetterebbe maggiore attenzione e rispetto, dal momento che sono proprio queste le zone a più alta densità di popolazione.

Siamo sulla strada provinciale 111, a due passi dall’ospedale termolese, nei pressi del cavalcavia che collega il nosocomio con la zona di Difesa Grande e che sovrasta l’autostrada A14. In questa zona camminare lungo il marciapiede equivale ad affrontare un percorso di guerra, armati solo delle proprie gambe e della maestria nell’evitare le trappole.

Quaranta metri, sì e no, costellati di buche, avvallamenti e mattonelle rotte che costringono chi passeggia o corre a rasentare il bordo strada per non inciampare, prestando massima attenzione a non farsi investire dalle numerose auto che, quotidianamente, affollano la zona. La superficie pedonale è stretta, ma piena di piccoli squarci che rendono impossibile la percorrenza a passeggini o sedie a rotelle.

Il tratto, frequentatissimo dagli amanti del fitness e da chi preferisce uscire a piedi per recarsi a lavoro, è di proprietà dell’Anas. Tra gli interventi più urgenti, per il ripristino della sicurezza e dell’incolumità pubblica, ci sarebbero quelli relativi alla sostituzione di alcune basole rotte lungo l’intervallo pedonale. Il marciapiede, infatti, è impraticabile a causa di alcuni pezzi di cemento completamente divelti.

Il pericolo non è circoscritto ai soli pedoni, ma anche ai mezzi in transito. Alcuni blocchi di cemento si sono staccati ed hanno invaso una parte della carreggiata, rendendo problematica la viabilità e creando un ulteriore azzardo per i pedoni che potrebbero essere colpiti dai massi ad alta velocità balzati dalle ruote di un’auto in corsa.

commenta