Termoli

La voglia di jazz non si spegne: pubblico estasiato dal Ringing trio e da Max Ionata

Serata speciale del Termoli Jazz Festival con Giovanni Campanella e il Ringing trio che si sono esibiti con il sassofonista, orgoglio italiano, Max Ionata

La voce fuori campo è quella di un padre che spiega al figlio la sua passione per il jazz: «Il bello del jazz è l’imperfezione […] Imperfetto è ciò che non è compiuto. In questo il jazz si differenzia da tutti gli altri generi musicali […] Lo spartito, nel jazz, è solo un punto di partenza». Questo l’incipit della quarta serata del Termoli Jazz Festival dell’estate 2018, un passaggio tratto dal libro “Alle tre del mattino” di Gianrico Carofiglio. La serata del 1 settembre viene introdotta da Michele Macchiagodena che preannuncia un ‘ritorno’ nei canoni più puri del jazz con Giovanni Campanella, talentuoso batterista e compositore, insieme al Ringing trio formato da Andrea Rea al piano e Francesco Puglisi al contrabbasso. L’ospite d’onore è uno dei maggiori sassofonisti della scena jazz contemporanea, che sta portando alto il nome dell’Italia nel mondo: Max Ionata. L’apertura vede sul palco il solo Campanella con un’intro alla batteria. Il pubblico apprezza da subito le qualità artistiche e tecniche del musicista. Poi si comincia con i brani, a partire da uno ‘standard’. La scaletta vede affiancarsi pezzi della tradizione jazzistica americana ad alcuni brani composti dal batterista o, ancora, da Ionata.

Il vento della serata non scoraggia i presenti: la piazza brulica di gente, il vociare delle persone sedute più distanti dal palco, ai tavolini dei bar, è poca cosa rispetto al silenzio che si fa davanti al palco dove si esibiscono i quattro musicisti. Gli ascoltatori sono difatti incantati dall’esibizione. Gli assoli squisitamente jazz dei vari musicisti sono di spessore, catalizzano l’attenzione e rapiscono l’uditorio. Lo stupore si è fatto largo poi tra il pubblico quando Max Ionata, lasciato solo sul palco dagli altri tre, è sceso in ‘platea’ e ha regalato agli astanti un delicato brano con il suo sax creando un’atmosfera intima e raccolta.

Giovanni Campanella ha dato voce a tutti ringraziando l’artista per il momento magico. Ancora un brano del compositore, stile bebop, e poi il congedo dal pubblico. La richiesta del bis, acclamata a suon di sinceri applausi, non ha deluso il pubblico di piazza Duomo. “I’m crying in the chapel” chiude, in un clima sognante e malinconico, una serata di grande musica. Appuntamento a stasera – 2 settembre – con la serata conclusiva del festival che vedrà sul palco artisti quali la coppia Stefano di Battista e Nicky Nicolai, lui sassofonista di talento e lei voce superlativa, e il Dea trio, ensamble composto da Elio Coppola (ormai un habitué della rassegna termolese) alla batteria, Andrea Rea nuovamente al piano e Daniele Sorrentino al contrabbasso.

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