Il prof che studia le scuole di Campobasso su Rai Uno: “Troppi edifici vecchi e a rischio”

In Italia ci sono 33000 scuole a rischio. Solo il 10% dei plessi è stato costruito seguendo la recente normativa antisismica, mentre il 60% delle scuole  è stata costruita prima del 1971. Oltre il 41% si trova in zona altamente sismiche, 43% delle scuole è stata costruita prima del 1976, ossia nel periodo del boom edilizio, quando non esistevano leggi per costruire in territori a rischio terremoto. Anzi, gran parte dell’Italia non era ancora classificata dal punto di vista sismico. Addirittura il 43,6% degli istituti necessita di interventi urgenti e solo il 39% delle scuole ha il certificato di agibilità e abitabilità.

E’ un quadro nerissimo quello che emerge dai dati forniti dal Ministero e illustrati durante la trasmissione di Rai Uno, ‘Unomattina’. A dieci giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico parlare di sicurezza delle scuole negli studi di via Teulada è stato invitato il professore associato di Scienze delle costruzioni all’Università del Molise Carlo Callari. Nel capoluogo molisano il suo nome è notissimo da un paio di anni non solo agli studenti della Facoltà di Ingegneria, ma anche a centinaia di genitori: il docente è a capo del gruppo di lavoro che sta studiando i livelli di sicurezza dei plessi scolastici di Campobasso definendone lo stato di salute e le condizioni di sicurezza grazie alle indagini di vulnerabilità. Studi che hanno riguardato undici edifici.

“Lo stato di salute degli edifici scolastici – la riflessione che Callari ha fatto durante la trasmissione televisiva – dipende dal fatto che il nostro è un patrimonio un po’ datato, soprattutto se andiamo a guardare certe zone particolarmente a rischio sismico. Soltanto il 10% degli edifici scolastici è stato costruito dopo che sono entrate in vigore le norme più recenti antisismiche”.

Dunque, “le scuole sono state costruite con criteri obsoleti e quando anche la classificazione sismica del territorio italiano era inadeguata“, ha detto il professore.

Oltre all’analisi della grave situazione già esistente, Callari ha lanciato un monito al Governo. Perchè uno dei problemi dell’Italia è che “non esistono dei requisiti di sicurezza per gli edifici esistenti, ma solo per quelli nuovi” e “se non esiste un riferimento normativo nazionale, poi le responsabilità ricadono sulle amministrazioni locali e sui dirigenti scolastici. Per questo sarebbe il caso che lo Stato si pronunciasse e definisse i limiti accettabili di rischio per una scuola o per un edificio scolastico in generale”.

Un modo – forse l’unico – per garantire la sicurezza degli alunni nei luoghi in cui trascorrono gran parte delle loro giornate. E dove non possono rischiare che cada un pezzo di soffitto o una trave. Con o senza l’azione di un terremoto. La Montini di Campobasso docet: quasi un anno fa nell’edificio di via Scarano, già dichiarato a rischio dall’Università, crollò una parte del soffitto in uno dei laboratori. Per un soffio non si è verificata una tragedia.

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