Termoli

I girasoli di Frà: la vita di Francesca Cappella, a 8 anni dalla sua scomparsa, in una favola illustrata

Un libro nato insieme ad un bambino e al desiderio di potergli raccontare chi era sua zia Francesca, la valente studiosa termolese strappata alla vita da un cancro nel 2010.

“In fondo, ogni vita vissuta meriterebbe un libro”. E la – seppur breve – esistenza di Francesca Cappella, scomparsa quasi otto anni fa all’età di 30 anni, è sicuramente tra queste. Ed è infatti con un libro, precisamente una favola illustrata, che le persone che l’hanno amata hanno voluto ricordarla. ‘I girasoli di Frà’, questo il titolo del libro, è nato dall’idea e dal desiderio di Nicole Cappella, sorella di Francesca, di raccontare al suo bambino chi era la zia.

Francesca, termolese e figlia di Tommaso Rocco Cappella, era una brillante ricercatrice di Storia Contemporanea nella prestigiosa scuola ‘Normale’ di Pisa. Lì aveva trovato l’amore, il lavoro, ed è lì che si è spenta dopo aver combattuto inanemente contro un cancro.

L’idea di Nicole è diventata realtà grazie ai commoventi testi di Matteo Menghi, marito di Francesca, e alle splendide illustrazioni di Marco Lorenzetti. Non un libro stampato in tante copie e pubblicizzato con clamore ma un oggetto, intimo e privato, che prende vita e si colora di emozioni e ricordi insieme alle persone che hanno conosciuto e voluto bene alla giovane Francesca.

Avere questo libro tra le mani, giunto nella redazione di Primonumero alcuni mesi dopo la pubblicazione del volume, non vuole andare contro il riserbo della famiglia ed è in ‘punta di dita’ che ne scriviamo, volendo ricordare una ‘figlia’ di Termoli.

Le favole contengono elementi realistici. I girasoli di Frà racconta infatti la storia di Francesca dalla sua tenera età con le passioni dell’infanzia – dal mare agli amici fino ai girasoli appunto -, della sua famiglia d’origine, il suo “porto sicuro”, per arrivare all’età degli studi e delle sue nuove passioni: la storia, la letteratura, le lingue straniere, conoscere il mondo. Di lì a poco i suoi sogni iniziano a materializzarsi: Francesca diventa professoressa nella città toscana dalla ‘grande torre che pende’ e, sempre a Pisa, conosce e si innamora dell’uomo che diventerà suo marito, il suo ‘principe giallo, così alto che sembrava un girasole’.

favola Francesca Cappella

Il matrimonio, la nuova casa, tanti progetti da realizzare. Qui la ‘favola’ si tramuta in ‘fiaba’, con la scoperta dolorosa della malattia, raffigurata e spiegata come un seme di una pianta cattiva spuntato vicino al cuore di Francesca. Le immagini si fanno tetre e vieppiù angoscianti. Ma Francesca sa reagire e i colori rifanno la loro comparsa nelle pagine del libro con i foulard colorati che lei usava mettersi in testa e con i caldi toni dell’ambiente familiare che le sta attorno nel periodo più difficile e buio della sua vita.

favola Francesca Cappella

Ma la cura non basta, Francesca la notte del 20 ottobre 2010 se ne va per sempre. Il messaggio che la favola lascia nei cuori dei bambini e di tutti coloro che avranno modo di leggerla è però di speranza e si tratta, nonostante tutto, di un inno alla vita. L’ultimo desiderio di Francesca nella favola era quello di un angelo che si prendesse cura dei suoi cari e quell’angelo, con il ‘tiepido sole di un nuovo anno’, arrivò e porto con sé il sorriso di Francesca. Il libro si chiude con una bellissima illustrazione di Termoli dove ogni balcone, di ogni casa, ha i suoi girasoli, i fiori che Francesca amava sin da piccola perché somiglianti a tante facce sorridenti, “felici di vivere proprio come lei”.

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