Termoli

Grande musica e sketch esilaranti: chiusura perfetta per il Jazz Festival. E pure l’assessore balla in piazza fotogallery

Una serata strepitosa chiude il Termoli Jazz festival 2018. Stefano Di Battista, il Dea trio e la voce di Nicky Nicolai travolgono piazza Duomo tra esecuzioni musicali magistrali e irresistibili interazioni con il pubblico

Le aspettative sulla serata conclusiva del Termoli Jazz Festival erano alte ma nessuno poteva aspettarsi di assistere ad uno spettacolo di tale sorta. Sulla qualità musicale non vi erano dubbi ma che un appuntamento con la musica jazz, per giunta in una fredda serata di fine estate, si trasformasse in un esilarante e coinvolgente show era difficilmente prevedibile.

A rendere unica la quinta serata della rassegna, quella del 2 settembre, ci ha pensato Stefano Di Battista, uno dei maggiori sassofonisti italiani, accompagnato dal Dea Trio composto dai napoletani Elio Coppola alla batteria, Daniele Sorrentino al contrabbasso e Andrea Rea al piano. Il concerto si apre con il brano ‘Invitation’ di Massimo Urbani, “il Charlie Parker italiano”.  Si intravede da subito la vena di fine intrattenitore del sassofonista. Il secondo brano è, come spiegato da Di Battista, un omaggio ad una figura femminile – Madame Lily Devalier -, uno dei tanti presenti nell’album ‘Woman’s Land’.  Un ritmico pezzo stile New Orleans che trasporta i presenti nei ruggenti anni Venti americani della fascinosa ‘età del jazz’.

La piazza, incredibilmente affollata per una fredda serata di fine estate, si lascia scaldare dalla musica e dagli ironici intermezzi del sassofonista che inizia presto a scendere tra i presenti e a far risuonare il suo strumento girando la piazza in lungo e in largo. L’emozione stupefatta di chi vede un musicista di altissimo livello suonare a pochi centimetri da sé è qualcosa che solo i ‘grandi’ riescono a regalare.

L’esecuzione di ‘Quando’ di Pino Daniele è, oltre che un tributo al compianto artista napoletano, un momento di magia che cala su piazza Duomo. Si prosegue con improvvisazioni jazzistiche che sono divertimento allo stato puro; gli assoli sono strepitosi, eseguiti con perizia, sì, ma c’è ben altro. Le dita sul pianoforte di Andrea Rea sono inarrestabili, la ‘staffetta’ tra il sax e il basso di Daniele Sorrentino è entusiasmante, il virtuosismo di Elio Coppola – “il magnifico” – alla batteria è solo apparentemente sacrificato. La ‘lezione’ sui concetti musicali di forte, mezzo forte e piano si trasforma in un esilarante siparietto che ha coinvolto un’anziana signora del pubblico che, muovendo il sax prestatole dal musicista, crea insieme alla ‘complice’ batteria un brano a sé che va avanti in un vorticoso crescendo, elettrizzando tutti.

Ma la serata è solo all’inizio: la seconda parte del concerto è uno spettacolo nello spettacolo. Protagonista è la sorprendente Nicky Nicolai, compagna nella vita e nell’arte di Di Battista. I due scherzano tra loro e con il pubblico che non può non ridere a crepapelle. Nel cuore del Paese Vecchio risuonano le note di brani quali ‘Se stasera sono qui’ di Tenco, ‘Ancora’ di Eduardo de Crescenzo, ‘Piazza grande’ di Lucio Dalla, eseguiti magistralmente dalla cantante grazie ad una estensione vocale superlativa impreziosita dalle sua fenomenali ‘scale’.

E poi la simpatia innata della Nicolai riesce a fare di una gaffe su Termoli e il Molise, scambiati per Teramo e l’Abruzzo, uno spassoso punto a suo favore. I risvolti comici hanno difatti reso una serata musicalmente perfetta in uno spettacolo tout court il cui ricordo rimarrà impresso nella memoria dei tanti presenti. Le interazioni con gli spettatori sembrano non dover finire mai e coinvolgono finanche increduli passanti e l’assessore termolese Pino Gallo, scambiato erroneamente per il Sindaco da Di Battista. “Mi avevano detto che è un uomo dalla grande stazza!” fa sganasciare di risate fino all’ultimo dei presenti.

‘Volare’ di Modugno, simpaticamente spacciata per propria dai due artisti romani, viene riproposta sul finale con arrangiamenti in stile cubano, raggae e alla Michael Jackson: il risultato è irresistibile.

Il curatore del festival, Michele Macchiagodena, porge i doverosi ringraziamenti al Sindaco Angelo Sbrocca che “ha creduto in questo progetto”, all’Ufficio Cultura del Comune, ai fonici della Prolive Service, ai cinque dj che hanno accompagnato queste serate – Mark di Meo, Sebastian, Hiko Casio jr, Bubu e Zion -, agli sponsor, ai bar della piazza che hanno regalato un ‘omaggio gastronomico’ a fine serata e a tanti altri che hanno suggellato l’intero evento. Dulcis in fundo, il ringraziamento più grande è andato al pubblico che ha dimostrato, con la sua presenza, di apprezzare la manifestazione.

Il Termoli jazz festival da quattro anni a questa parte ha saputo inanellare una serie di successi – e di ospiti – straordinari. L’edizione di quest’anno, nelle sue cinque serate, si è poi particolarmente contraddistinta per una estrema eterogeneità di sottogeneri musicali. Una kermesse che sta acquisendo sempre maggiore rilevanza e riconoscimento da parte di appassionati e di musicisti di caratura nazionale e internazionale, divenendo un vero e proprio patrimonio per la città di Termoli.

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