Disagi e infinite ore di attesa in coda all’ospedale San Timoteo di Termoli, dove sono centinaia i pazienti che hanno bisogno di passare per lo sportello prenotazioni in modo da vidimare le ricette e poter effettuare esami specialistici, prelievi e visite mediche.
Il problema che tanti hanno riscontrato, e che anche questa mattina è stato segnalato da un cittadino che dopo un’ora e mezza di attesa si è ritrovato con un pugno di mosche, in senso chiaramente figurato, riguarda il nuovo sistema del numeratore, che abbina numeri a lettere alfabetiche e che ricomincia da capo quando termina i 100 numeri collegati alla lettera, da A a E.
Un sistema piuttosto complicato, che peraltro non è spiegato da nessuna parte. “Non c’è un cartello, non c’è un segnale che indica, da qualche parte, come funzioni – spiega un lettore – perché io altrimenti questa mattina non avrei aspettato un’ora e mezza prima di capire che arei dovuto aspettare altre tre ore minimo per il mio turno”.
Quando è arrivato ha preso infatti il numero 27 lettera A. “Ho visto che stavano all’82, e non ho nemmeno fatto caso alla lettera D accanto al numero. L’ho saputo solo dopo una lunghissima attesa, praticamente tempo perso perchè se lo avessi anche solo immaginato me ne sarei andato”.
Solo dopo una lunghissima coda e molta confusione ha scoperto che bisognava ancora fare tutti e 100 i numeri della lettera E , che segue la lettera D. “Non capisco perché non informino adeguatamente su come funziona il numeratore, io ho provato a chiedere spiegazioni e dopo aver fatto il giro degli uffici perché non si riusciva a parlare con nessuno sono stato invitato a cambiare… ospedale”.
Ma il problema – aggiunge – “Non è la mia contestazione dei tempi di attesa, che conosco benissimo, bensì la mia accusa a un sistema confuso e non spiegato da nessuna parte, che obbliga soprattutto le persone anziane a restare in coda ore e ore senza capire nulla di quello che accade. Cosa ci vuole a piazzare un cartello per dire ai pazienti la cronologia del numeratore? Non penso ci voglia molto…”. Eppure…
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