Termoli

Termoli senza luoghi della cultura, ma l’Oddo resiste: “L’unico modo per salvare il cinema è andarci”

Riapre dopo la pausa estiva l’unica sala di proiezione rimasta attiva in città. “Resistiamo perché non c’è l’affitto da pagare, altrimenti sarebbe impossibile”

Un teatro non c’è. La Galleria civica d’arte contemporanea è chiusa da più di un anno. Lo stabile concepito come auditorium è stato presto riconvertito a museo senza che si ricordi una sola esposizione di richiamo. Questa è Termoli a oggi. Nel desolante quadro appena descritto riapre giovedì 13 settembre l’unico cinema rimasto. Una sala parrocchiale, magari poco confortevole in quanto a visuale, ma pur sempre la sola sala di proiezione nella quale godere di pellicole fresche di uscita.

Eppure ogni tre per due a Termoli si sente la litania: “Ma perché non c’è un multisala per andare al cinema? Ci tocca sempre andare a Vasto”. Riflessione che si scontra con la realtà, economica in primis. Che poi è sotto gli occhi di tutti. “L’anno scorso in tutta Italia è stato registrato un calo di spettatori del 40 per cento. Un dato che si riflette anche su Termoli e non c’entra il fatto che non sia uscito un nuovo film di Checco Zalone ad alzare gli indici” confida don Benito Giorgetta, parroco della chiesa di San Timoteo cui il cinema Oddo appartiene.

Il segreto di quella forma di resistenza culturale è proprio questo. “Se dovessimo pagare migliaia di euro di affitto non potremmo andare avanti. Resteremo aperti finché non ci sarà uno svantaggio economico” dice il sacerdote a primonumero.it nel suo ufficio all’interno della parrocchia su corso Fratelli Brigida.

Eppure l’Oddo è stato spesso bistrattato, poco considerato, a volte snobbato dai termolesi stessi. Specie per il fatto di non proporre subito le prime uscite. “Non possiamo, le case distributrici dettano delle condizioni. Una di queste è che per proiettare una nuova pellicola già dal primo giorno di uscita viene richiesta da loro la proiezione per 15 giorni continuativi. Ma così avremmo appena 25 pellicole l’anno e oltretutto per il pubblico di Termoli 15 giorni sono troppi. Perciò abbiamo scelto di prenderli dopo qualche settimana”.

C’è un altro fattore decisivo. “Facendo così, possiamo proiettare due film a settimana, fra pomeriggio e sera, ma sempre della stessa casa distributrice. Arriviamo a 100 pellicole l’anno ma ci sono limitazioni che pesano”. Per questo esiste questo “fuggi fuggi verso Vasto di cui si sente parlare”. Ma a ben guardare, anche il multisala di Vasto non pullula certo di spettatori. Non è quindi colpa delle proposte del singolo cinema. “Ci sono vari motivi frutto dalla fruibilità domiciliare, dell’esistenza dello streaming, della pirateria. È chiaro, non danno il pathos della sala e non hanno il Dolby surround”.

Ma il risultato è che il cinema sia ormai più un servizio di utilità sociale che un affare economico. “È così – conviene don Benito -. A Termoli quando si paventa la chiusura si dice che non c’è cultura, poi però gli spettatori sono pochi. L’unico modo per salvare il cinema è andarci”.

La struttura di via Pepe riproporrà ancora rassegne e iniziative per incentivare il pubblico a riscoprire il piacere di un film in una sala buia e possibilmente silenziosa. “Anche quest’anno saranno riproposte le rassegne dello scorso anno: “Tempi moderni” ormai conosciuta ed apprezzata rassegna di film d’autore, molto attesa e partecipata. Ma anche la neonata rassegna “Visti e non visti” con agevolazione di prezzi per l’ingresso” si legge in una nota del cinema.

Va detto che Tempi Moderni sta lentamente diventando un appuntamento imperdibile per gli appassionati del grande schermo. Dopo il successo delle prime quattro edizioni, la speranza è che anche il pubblico meno avvezzo a temi impegnati e titoli poco conosciuti, accetti la sfida lanciata da un gruppo di persone dotate di sensibilità culturale, appassionate di cinema e dell’arte in generale, e in molti casi impegnate nel sociale.

Il cinema è convenzionato con tante associazioni – ricorda ancora don Benito -, accetta i coupon commerciali, agevole le famiglie numerose ed offre ingresso gratuito per i portatori di diversa abilità. Inoltre il mercoledì biglietto ridotto per tutti. Tutte queste sono attenzioni dedicate alle varie categorie per favorire la visione dei film e godere uno spettacolo cinematografico”.

Per altro non ci sono aumenti di costi, cosa che invece si è riscontrata un po’ ovunque. “Il costo dei biglietti ormai è invariato da diversi anni: biglietto intero 6,50 euro, ridotto 5 euro. Biglietto 3D intero 10 euro, ridotto 8,50 euro”. Si comincia quindi con un doppio spettacolo giornaliero: alle 17 e alle 19 “Hotel Transilvania”, poi alle 21 “Shark il primo squalo”.

E a proposito del 3D, don Benito omaggia il suo predecessore, don Tarcisio Floro, colui che volle fortemente una sala di proiezione della parrocchia. “Porto avanti il cinema anche per rispetto verso chi mi ha preceduto. Lui è stato il primo a Termoli a far installare il proiettore digitalizzato in 3D. Proprio quest’anno abbiamo sostituito la vecchia macchina di proiezione”.

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