Cara direttrice, in merito all’articolo sulla mia assoluzione ringrazio vivamente,
Ma la sofferenza distruttiva sulla mia vita resta e sono orgoglioso di viverla gelosamente e privatamente come appartenente alla mia intimità personale e famigliare e non intendo espormi con piagnistei “agoratici” di piazza.
I danni provocati sono irreversibili e la mia intera vita familiare, professionale e la mia salute non potrà mai più tornare ad essere ciò che era prima .
Tornando alla vicenda “assenteismo” vorrei comunicarle che in merito non è la giustizia (anche se lunga) che non ha funzionato, e alla quale mi sono da subito rimesso fiducioso, ma quanto è successo prima del percorso giudiziario. Anche l’Asrem, francamente, ha avuto un atteggiamento serio e rispettoso nella mia vicenda personale
Sono infatti l’unico dei “52” che non è stato nemmeno convocato dal Consiglio di disciplina Asrem per aprire una istruttoria in quanto non aveva nulla da contestarmi. Istruttoria tuttora in corso per gli altri 51.
Non vi è stata alcuna sospensione da parte del gip o della azienda, non vi è stato nessun rinvio alla Corte dei conti per danno erariale perchè non esisteva alcun danno e anzi in sentenza il giudice rilevava il mio impegno sistematicamente maggiore di quanto dovuto e mai retribuito. Non ho mai avanzata richiesta di essere retribuito…
Ed infine lo stesso pubblico ministero ha richiesto l’assoluzione con formula piena “perchè il fatto non sussiste” che è stata accolta e condivisa dal giudice giudicante.
Ma allora cosa mi è successo, è un gioco sadico?
La giustizia lenta ha funzionato, ma quello che è avvenuto prima “velocissimo” ha funzionato altrettanto?
Alla luce di queste brevi considerazioni su una vicenda che stravolge una vita (e non può immaginare cosa si arriva a pensare) sono profondamente amareggiato perchè ora vorrei sapere se fosse veramente giustificato insistere per portarmi ad un sì così lungo e distruttivo percorso processuale.
Non lo so, io li perdono e spero che lo abbiano fatto in perfetta coscienza e senza scopi che nemmeno voglio ipotizzare .
Giancarlo Totaro
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