Ancora scosse, il terremoto non si ferma

Case lesionate, a Guglionesi oltre 700 richieste di verifiche. “Il sisma ha colpito a macchia di leopardo”. La terra trema ancora fotogallery

Il Comune di Guglionesi non solo è il più grande fra quelli del cratere, ma anche uno dei più colpiti. Smaltite 300 istanze di verifiche su edifici privati, altre 400 in attesa. Vigili del Fuoco e Ingegneri della Protezione Civile al lavoro a ritmi incessanti per il controllo di crepe, lesioni e crolli. Compromesse abitazioni in punti diversi: "Il terremoto - spiega il sindaco - ha colpito a macchia di leopardo".

Ancora una scossa di magnitudo 3.1. Ore 20 e 37 di lunedì: ci risiamo. Le scosse di questa intensità si sentono, e anche se in questo caso l’epicentro è Larino, la vibrazione è avvertita fino a Petacciato e a Montenero di Bisaccia. A Guglionesi si esce di nuovo da quei muri che improvvisamente da rifugio sicuro sono diventati una trappola. La paura non passa mai, riaffiora e si nutre di ogni nuova vibrazione della terra. A ogni scuotimento il cuore sobbalza, ci si guarda attorno smarriti, il panico riprende il sopravvento. E’ il terremoto, e il terremoto funziona così.

 

Guglionesi, 5500 abitanti, mille dei quali residenti nelle campagne. Il più grande, il più popoloso, tra i comuni del nuovo cratere sismico molisano. Quello per cui si aspetta il riconoscimento dello stato di emergenza perché qui il terremoto, con la scossa di magnitudo 5.2 del 16 agosto avvertita dalla popolazione con un boato, è di una potenza inaudita, non ha fatto morti nè feriti però ha lesionato gravemente gli edifici,  in modo particolare quelli privati. Rischiano le abitazioni di centinaia di persone che potrebbero ritrovarsi a dover vivere fuori casa per chissà quanto tempo.

 

Guglionesi, uno dei Comuni più colpiti da un sisma che come precisa anche il sindaco Mario Bellotti, con la sua Amministrazione al lavoro praticamente senza tregua dal primo momento dell’emergenza, “ha colpito a macchia di leopardo”. Un comportamento forse abbastanza anomalo, perché il terremoto – aggiunge – “ha creato danni in edifici di alcune zone, senza invece toccare minimamente altri edifici, magari anche della stessa epoca, nelle stesse zone”.

 

E’ impossibile stabilire un perimetro rosso. Sicuramente il centro storico è il quartiere più compromesso, se non altro perché qui le abitazioni sono più datate. Ma ci sono anche altre zone che hanno risentito in maniera pesante delle conseguenze della terra che ha tremato, lesionando pareti e in alcuni casi anche i pilastri portanti, aprendo squarci nell’intonaco e nei casi più gravi vere e proprie crepe, fessure profonde che lasciano intravedere l’orizzonte, come ferite incise su muri fino a poche ore fa immacolati.

 

Il Comune di Guglionesi è al lavoro per le ordinanze di sgombero. Non c’è ancora un numero preciso di provvedimenti,  perché si aspetta l’esito delle verifiche della seconda fase, quelle degli ingegneri e dei tecnici della Protezione Civile che questa mattina sono arrivati in paese per effettuare sopralluoghi  più accurati dopo quelli iniziali dei Vigili del fuoco.

 

Le squadre del 115 sono al lavoro senza sosta dalla notte stessa del sisma per controllare le tantissime richieste dei cittadini. La mole delle istanze è enorme. 700, 750 le richieste di controllo sulle case della popolazione residente qui a Guglionesi. 300 sono state evase, altre 400 sono in attesa. Occorrerà almeno un’altra settimana – precisano dalla postazione mobile dell’unità anticrisi posizionata a Castellara – per terminare tutto. “Abbiamo iniziato da quelli che sembravano i casi più gravi e stiamo procedendo man mano”.

 

Così come sta procedendo l’equipe della Protezione Civile, che ha avviato controlli accurati su alcuni edifici dove sono stati già apposti i nastri transennanti. In alcuni casi restano, in altri stanze considerate a rischio in prima battuta vengono liberate perché considerate agibili. Ci sono fabbricati interi compromessi, ma anche singole camere o piani.  Una situazione complessa, variegata, alla quale si cerca di dare risposte il più tempestivamente possibile.

 

Potrebbero essere decine e decine le ordinanze di evacuazione di edifici o appartamenti considerati pericolosi perché a rischio crollo. Strutture che hanno retto, ma che non necessariamente potrebbero sostenere una scossa della stessa intensità e magnitudo, secondo il calcolo sulla sicurezza che al momento si sta facendo. “Perché certo – precisano gli ingegneri – l’agibilità non si può stabilire o meno sulla base di una previsione di sisma, ma sul danno esistente. E in questo caso parliamo di numerose situazioni per le quali sarà indispensabile procedere con dei lavori di manutenzione o di ristrutturazione”.

 

E non si escludono nemmeno le demolizioni, anche se è ancora presto per dirlo. Sicuramente il caso più emblematico da questo punto di vista, e anche quello che preoccupa di più, è collegato al palazzo di via Martiri d’Ungheria al numero civico 29, dove lo sciame sismico in atto contribuisce a creare fortissimi timori per il pericolo di caduta. Il sindaco e i tecnici del Comune seguono con apprensione la situazione per la quale domani, martedì, il governatore della Regione Molise Donato Toma incontrerà di nuovo sia l’istituzione del Comune sia le famiglie sgomberate che abitano nel perimetro di caduta dello stabile, alto 25 metri e a 5 piani, in bilico nel vuoto. Nel Coc, il centro operativo comunale, si lavora giorno e notte con mappe catastali, piantine, ordinanze pronte da integrare o modificare. Già domani i primi provvedimenti di sgombero totale o parziale dovrebbero essere pronti. Il terremoto, anche senza morti né feriti – e per fortuna – è una faccenda seria.

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