Campobasso

L’inceneritore dell’ospedale non brucia più: “Servono fondi extra per riattivarlo”. Rifiuti smaltiti da ditte esterne

Dal 1 agosto l'Asrem ha sospeso l'attività dell'inceneritore dell'ospedale di Campobasso realizzato 20 anni fa. "Per ripristinarlo dovremmo chiederli al Ministero, non possiamo togliere fondi all'assistenza sanitaria". Intanto i rifiuti speciali vengono smaltiti da una ditta esterna così "non ci sono pericoli per l'ambiente e la salute"

Da tredici giorni l’inceneritore dell’ospedale Cardarelli non funziona più. Attività bloccata, cancelli chiusi per volontà della stessa Asrem e poi confermata dalla Regione con una determina dirigenziale dello scorso 6 agosto. L’impianto di contrada Tappino, costruito 20 anni fa, bruciava carichi di droga sequestrati dalle forze dell’ordine, rifiuti ospedalieri, piccoli arti amputati dai veterinari durante le operazioni sugli animali e medicine scadute. Tutto poi veniva smaltito in una discarica di San Salvo.

Tutto questo fino al 31 luglio, quando l’Azienda sanitaria regionale ha bloccato tutto: l’inceneritore è troppo vecchio e usurato. Per ripristinarlo occorrono lavori urgenti di manutenzione. “C’è bisogno di un investimento ingente perché ci sono attrezzature che vanno adeguate alle nuove norme ambientali e tecniche sulle apparecchiature, mettere in sicurezza il sito”, sottolinea il direttore generale Gennaro Sosto (in foto col presidente Donato Toma).

Toma e Sosto

Al momento da via Petrella non si sbilanciano sul finanziamento perché sono in atto una serie di valutazioni da parte dei tecnici, ma si parla di diverse centinaia di migliaia di euro. Soldi che “non abbiamo né possiamo sottrarli all’assistenza sanitaria dei cittadini”, soprattutto in una Regione come il Molise in cui la sanità è commissariata e che già fa fatica a garantire i servizi ai pazienti.

“Ora dobbiamo decidere – aggiunge Sosto – sull’ipotesi da parte dell’Azienda sanitaria di poter sostenere la spesa”.

In questi giorni i rifiuti speciali vengono conferiti a ditte esterne specializzate per lo smaltimento “come fanno avviene in tutta Italia nel caso in cui non ci sia un inceneritore di proprietà”. Al tempo stesso, per ripristinare l’inceneritore del Cardarelli i vertici dell’Azienda sanitaria regionale stanno valutando se utilizzare forme di finanziamento alternative: l’ideale sarebbe ottenere dal Ministero le somme ‘extra’, ossia finanziamenti che non rientrano nella quota che da Roma viene erogata annualmente per l’assistenza sanitaria. Oppure c’è un ‘piano B’: “Stiamo valutando una partnership con una società esterna che – spiega ancora il dg Asrem – assuma l’onere di costruire l’inceneritore e a cui poi verrebbe dato in concessione lo smaltimento dei rifiuti”.

In queste settimane in via Petrella saranno fatte tutte le valutazioni, sulla base dei costi per la messa a norma dell’impianto. Intanto, rischi per l’ambiente e per la salute dell’uomo non ce ne sono: “Ci sono società che stanno facendo lo smaltimento dei rifiuti speciali e a cui ci eravamo rivolti già prima perché non tutti i rifiuti potevano essere smaltiti nell’inceneritore del Cardarelli”.

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