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San Basso aprici i porti – Lettera ai termolesi contro il razzismo

 

… e quande ce trevame a trenta passe

e u maletimpe ci ‘a rebbalde a mare,

a vi’ du purte a  sa sule San Bass

 

Circa quindici aggressioni di stampo razzista in poco più di cinquanta giorni. Una propaganda governativa che ogni giorno fomenta la guerra tra poveri, legittima il clima di odio sociale diffuso, mette in discussione la radice antifascista della nostra legge fondamentale, la costituzione della repubblica italiana. Pochi giorni fa, il primo respingimento in mare ai danni di 108 migranti in fuga dai propri paesi e dalla Libia, considerato porto non sicuro. È all’interno di questo scenario che anche quest’anno noi termolesi ci ritroviamo a festeggiare la ricorrenza del santo patrono Basso, protettore della nostra comunità e quindi della gente di mare. Esiste una legge del mare che viene prima delle leggi dell’uomo: questa legge, come hanno ribadito anche alcuni militari della guardia costiera italiana, impone di salvare le vite umane in pericolo nel mare e di farle approdare ad un rifugio sicuro, ad un porto sicuro. Proprio quello che i nostri governanti vogliono impedire, e di fatto stanno impedendo, proclamando la chiusura dei porti alle navi delle ong, che quelle vite in mare salvano, e fornendo mezzi alla Libia, che uno Stato non ha, che non riconosce i diritti dei rifugiati sanciti dalla convenzione di Ginevra.

Con questa lettera rivogliamo pertanto e prima di tutto una preghiera a san Basso: san Basso aprici i porti e proteggi tutti i viaggiatori coraggiosi in pericolo nel mare.

Noi della città invisibile lavoriamo ogni giorno nella nostra comunità: aiutiamo indifferentemente ogni persona in stato di bisogno, e ci rendiamo conto che le povertà e le condizioni di disagio sono in aumento. In fondo l’obiettivo del nostro lavoro è quello di ricostruire legame e coesione sociali laddove i processi economici e le decisioni politiche degli ultimi quarant’anni hanno causato impoverimenti, disgregazione, conflitti, paure, inquinamenti e devastazioni dei territori. Pensiamo, da un lato, che solo individuando le cause che stanno a monte delle problematiche attuali (in breve: la lotta condotta dai ricchi contro il ceto medio e i poveri della società) sia possibile invertire la rotta. Pensiamo anche, quindi, che il clima di odio e di razzismo attuale sia la conseguenza della narrazione tossica che chi detiene le redini del potere ha diffuso ed insediato nelle nostre menti e nei nostri cuori, ormai accecati dalla paura. Intendiamo ribaltare questa narrazione con altri racconti, che ci aiutino a spiegare cosa facciamo e perché lo facciamo, da quali valori siamo ispirati: in primis, da quello della solidarietà, che è valore universale, cioè è rivolta a tutti, a prescindere dalle diversità di provenienza, di religione, di sesso e di orientamento sessuale, di appartenenza politica. Nel nostro lavoro quotidiano, ad esempio, ci troviamo spesso a sostenere persone italianissime accecate dall’odio nei confronti degli stranieri: li aiutiamo lo stesso, a prescindere da quello che pensiamo, perché crediamo nel valore della solidarietà. E soprattutto perché crediamo che è dall’esempio, e tramite la pratica, che si possano rompere i luoghi comuni che diffondono l’odio sociale, la guerra di tutti contro tutti.

Nonostante il nostro impegno quotidiano, e forse proprio in virtù di esso, siamo preoccupati. Il clima nazionale e anche quello locale ci restituiscono una diffusione allarmante del discorso dell’odio e delle azioni violente nei confronti di chi ha un altro colore della pelle. Le aggressioni che si diffondono, probabilmente per emulazione le une tra le altre, sembrano come legittimate dagli slogan di alcuni politici e dal clima culturale che si respira, per esempio sui social. Sappiamo anche, tuttavia, che molte persone stanno capendo che non basta più trincerarsi dietro dichiarazioni di principio, ma che è necessario ricominciare a sporcarsi le mani e denunciare le ingiustizie sociali e gli atti di razzismo.

Da qui l’altra motivazione di questa nostra lettera: invitiamo chiunque voglia sperimentarsi in un percorso di pratiche attive di solidarietà a contattarci (pagina facebook de La Città Invibile) o a venirci a trovare al nostro centro diurno: in questo periodo per tre volte alle settimana stiamo continuando a distribuire pasti in stazione ai senza tetto, che accogliamo ogni mattina dal lunedì al venerdì dalle otto e mezza alle undici al centro in piazza olimpia, 1 (vicino allo stadio comunale).

Invitiamo inoltre, questo l’altro obiettivo della nostra lettera, chiunque volesse a segnalarci al nostro indirizzo e-mail (avremo premura di ricontattarvi termoliinvisibile@gmail.com) eventuali atti di razzismo, intolleranza o altre discriminazioni e ingiustizie di cui si è stati vittima o a cui si trovasse ad assistere Sarebbe un gesto di prevenzione, di monitoraggio e di controllo dal basso del clima di intolleranza che si respira nel nostro territorio. Ci aiuterebbe a capire meglio il lavoro che facciamo, e a costruire nuovi interventi di contrasto alle discriminazioni e alle ingiustizie sociali.

 

La Città Invisibile

 

 

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