Guglionesi

Palazzo a rischio crollo, le famiglie sgomberate per sicurezza non mollano: “Prima tempi certi sull’abbattimento”

Caos a Guglionesi per la situazione dello stabile a 5 piani in via Martiri d'Ungheria che secondo perizie tecniche e alla luce del terremoto in alto potrebbe crollare finendo su abitazioni private. I residenti evacuati nelle strade considerate nel raggio di caduta però non si allontanano dalle abitazioni malgrado l'ordinanza del sindaco. Chiedono prima un piano di abbattimento e la garanzia della copertura finanziaria, oltre a una sistemazione alternativa dignitosa.

Undici nuclei familiari residenti tra via Jacobitti, via Firenze e via Martiri d’Ungheria. Quaranta persone complessivamente che con ordinanza del sindaco da sabato sera devono lasciare le rispettive abitazioni perché si trovano nel raggio di caduta del palazzo considerato pericolante e a rischio crollo al numero civico 29 di via Martiri d’Ungheria. Loro però non hanno alcuna intenzione di farlo perché dicono,  “se ce ne andiamo ora succederà quello che succede sempre in Italia. Non potremo tornare a casa per anni perché il piano di abbattimento di questo palazzo non esiste e al momento non si sa nemmeno se abbia la copertura finanziaria necessaria per la demolizione”.
Sono diversi i problemi che si intrecciano a una questione spinosa, che sta sul groppone del Comune di Guglionesi da decenni. Ma che è un nodo difficilmente districabile che arriva al pettine, con un terremoto in corso che rende tutto molto più critico.
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Tra i residenti coinvolti da un ordinanza di sgombero immediato ci sono anche anziani e invalidi, ai quali finora non è stata trovata una adeguata sistemazione alternativa.
“Dove dovremmo andare? In tenda? Dovremmo lasciare queste case che sono tra le più sicure del paese perché costruite con sistemi antisismici per finire in mezzo alla strada? Lasciare tutto quello che abbiamo senza sapere quando e se potremmo rientrare?”
Domande legittime, per le quali non c’è ancora una risposta e nell’attesa loro restano qui, sfidando quello stabile alto 25 metri di 5 piani che è stato completamente evacuato in via definitiva nell’aprile del 2017 su ordinanza dell’ex sindaco Leo Antonacci.
Resteranno perciò a casa almeno fino a martedì, quando Donato Toma il governatore della Regione Molise tornerà a Guglionesi e li incontrerà nuovamente dopo la concitata riunione di questa mattina in Municipio durante la quale hanno espresso tutto il loro malcontento evidenziando che “siamo stati trattati come cittadini di serie B perché contestualmente alla ordinanza di sgombero bisognava fare anche una ordinanza di abbattimento. In questo modo noi avremmo dei tempi certi per il rientro a casa. Invece così rischiamo di andare e trascorrere anni fuori, con tutti gli infiniti disagi del caso”.
Se la decisione dell’amministrazione comunale è stata presa nell’emergenza di un terremoto in atto e a tutela della incolumità della popolazione, resta infatti il dubbio sui tempi di demolizione di almeno tre piani superiori del palazzo. Toma ha garantito una richiesta formale al governo per ottenere lo stato di calamità in considerazione del sisma di agosto in Molise e di conseguenza fondi che potrebbero sbloccare il prima possibile la situazione, andando a coprire interventi di urgenza come appunto l’abbattimento di palazzo Vernucci in via Martiri d’Ungheria.
“Tuttavia – dicono ancora i residenti – non possiamo fidarci sulla parola. Vogliamo almeno avere qualcosa di scritto che ci garantisca, oltre a una sistemazione alternativa dignitosa”.
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All’emergenza che il paese vive dalla scossa del 16 agosto si aggiunge questa nuova emergenza, con 40 residenti ai quali è stato intimato, nell’interesse della loro salvaguardia, di andar via. La notifica è arrivata tramite carabinieri e vigili urbani alle 21 di ieri sera. Ma la maggior parte di loro, soprattutto in via Jacobitti che si trova sul versante della vallata, ha dormito in casa.
Intanto domani lunedì dovrebbero arrivare i tecnici della Regione per una ulteriore verifica delle condizioni dello stabile e del terreno sottostante, nel quale si sarebbero creati dei vuoti a causa dei problemi di una fognatura che risalgono a ben 25 anni fa e che nel corso del tempo hanno reso friabile la terra innescando un processo di scivolamento, secondo quanto si riscontra nelle ultime valutazioni tecniche che risalgono a oltre un anno fa.
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