Campobasso, la mappa della droga

Lungo le strade dello spaccio: due generazioni con l’eroina in comune fotogallery

Via San Giovanni, Piazza Venezia, il centro storico, Villa Musenga, la Stazione ferroviaria ma anche la zona industriale, via Palombo e Corso Bucci, il mercato della droga qui è aperto ventiquattro ore su ventiquattro. Basta conoscere la persona giusta e problemi, se vuoi comprare una dose, non ce ne sono. Aumenta la richiesta di eroina e cocaina.

Market aperti quasi sempre, a meno che non ci siano avvisaglie di sirene e uniformi in giro. Qui non trovi pasta, carne e verdure ma eroina, cocaina e marijuana. Non ci sono registratori di cassa e non si pagano tasse perché al posto di strutture e magazzini trovi gli  appartamenti oppure la natura che offre luoghi al riparo da occhi indiscreti e con eventuali vie di fuga.

Benvenuti nelle piazze dello spaccio a Campobasso, dove il consumo di droga è in continua e inarrestabile crescita. E dove i clienti abbracciano ormai tutte le fasce sociali. Trovi lo studente e l’operaio, la casalinga e l’universitario,  la commessa e il libero professionista. Giovani e meno giovani, ragazze e ragazzi che attendono perlopiù il week end per lo sballo. E tanti insospettabili. Troppi. Altrimenti non si spiegherebbero neanche i tanti nomi finiti nel registro del Sert e quelli segnalati alla Prefettura.

Le tappe accertate – anche dalle forze dell’ordine – sono nove. Dal centro storico alla zona industriale.

Luoghi lontani dal traffico, stradine secondarie che costeggiano l’area urbana, vicoletti oppure boschetti con una vegetazione selvaggia e incontrollata.

Sono due i punti nevralgici più frequentati dai consumatori di stupefacenti: via San Giovanni e Piazza Venezia. Qui, lo spaccio  – quello stabile e continuo – avviene negli appartamenti.

Nella zona industriale invece, fra la grande rotatoria che conduce fuori dalla città e alcune aziende dell’area, di giorno e di notte, gli extracomunitari si dividono la piazza.

le strade dello spaccio

Nel centro storico lo smercio si consuma in prevalenza in alcune viuzze (Vico Tre Dita e vico San Mercurio).

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Nel centro urbano invece troviamo la Stazione ferroviaria, Corso Bucci, Via Palombo.

Salendo verso il cuore della città, immancabile: Villa Musenga. Dove, purtroppo, l’attività di smercio anche dopo le ultime retate di polizia e carabinieri è ripresa con grande vigore. O meglio, non è mai realmente terminata.

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Noi percorriamo in auto uno dei punti conosciuti che si trova all’altezza della zona industriale.

Sono le 15 e qui, tra concessionarie di auto, piccole fabbriche, cinema e ristoranti, è fermo uno scooter con a bordo due ragazzini, poco più che adolescenti. Qualche minuto e salta fuori dalla curva dove loro sono seminascosti, un giovane nordafricano. In una mano tiene un canna e nell’altra un sacchettino presumibilmente con l’erba. Si avvicina al mezzo per mostrare e trattare. I due ragazzi ci stanno: prendono l’involucro e fuggono con lo scooter mai spento durante la negoziazione. Tutto avviene in una manciata di minuti: acquisto, pagamento e ritirata.

Dicono che funzioni così ovunque si venda droga: tempi rapidi, continuo stato di allerta e sempre pronti alla fuga.

Sui ciottoli incastonati nei vicoli del centro storico, scomodi per camminare ma consoni all’ambiente del borgo, nel primo pomeriggio c’è silenzio surreale accentuato dalle temperature roventi che tengono basse le tapparelle e i residenti chiusi in casa.

Qualche sabato fa, attorno alle 9, una chiamata al 118 segnala un uomo collassato vicino Piazza Prefettura. E’ l’ennesimo ricovero per un vecchio volto del Sert che dal tunnel della droga non è mai uscito e che in queste strade abita e trova anche la roba di cui ha bisogno.

Ma nel borgo del capoluogo i nuovi tossici si ritrovano con quelli vecchi, i cinquantenni con trent’anni di spade alle spalle, sopravvissuti di una generazione sterminata, si beccano faccia a faccia con giovanissimi che passano direttamente a fumare l’eroina bypassando hascisc e marijuana.

Sì, la richiesta ormai va oltre il ‘fumo’ o l’ ‘erba’.

A Campobasso si trovano in questi luoghi, persone – giovanissimi purtroppo – che comprano eroina e cocaina.

E osserviamo due generazioni a confronto: i salvati dell’epidemia di eroina degli anni Ottanta e i nuovi sommersi del 2018, quando nessuno pensava più che la storia si sarebbe potuta ripetere e invece la nuova deriva è già avanzata.

Il dirigente del Sert di via Ugo Petrella lo ripete da tempo, assieme al capo della Procura Nicola D’Angelo e alle forze di Polizia: gli spacciatori stanno spingendo sull’eroina perché hanno una generazione di clienti “vergini”, ventenni (o anche meno) di oggi che non hanno memoria storica del disastro che tutti credevamo di aver superato.

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