Parla l'esperto

Lo sciame sismico continua, ancora paura. Il geologo: “Dai dati escluderei scosse devastanti”

Al netto dell'imprevidibilità dell'evento sismico e delle tanti voci e pareri che si rincorrono, il geologo Domenico Angelone si sente di "escludere scosse più forti di quelle del 16 agosto". Affermazione che nasce dall'analisi "dei dati e dall'evolversi del fenomeno".

Lo sciame sismico che ha colpito il Molise dal 14 agosto non si arresta ma continua a far tremare la terra: questa notte l’ultima scossa di magnitudo 3.0, con epicentro Montecilfone, è stata più che avvertita dai residenti dei paesi colpiti dal terremoto, e in loro è tornata – semmai se ne fosse andata via – la paura. “E’ un sisma che prevede questo tipo di evoluzione. Prima di quella di questa notte ve ne sono state tante altre: queste scosse non vanno definite neanche di assestamento ma ‘strumentali’. Non escludo che possano continuare ancora per diversi giorni”. A parlare è il dottor Domenico Angelone del Consiglio Nazionale dei Geologi.

A Primonumero, il geologo spiega che questa “faglia ha dei movimenti orizzontali e continua a sprigionare energia – quindi a provocare scosse – in un evolversi naturale del fenomeno”. Scosse, sino ad ora, tutte al di sotto dei 3 punti di magnitudo. “In Italia ogni giorno si registrano centinaia di scosse di intensità pari a 2 o al di sotto di 2. Spesso questo tipo di ‘vibrazioni’ non vengono neanche divulgate alla popolazione perché fanno parte del naturale muoversi della terra”. Per quanto riguarda il Molise, invece, “vanno segnalate perché sono figlie di una scossa di magnitudo 5,2”.

Per Angelone questo è un terremoto che ha già “dato il peggio di sé” con le sue scosse più forti tra martedì 14 agosto e giovedì 16 agosto. “Personalmente credo che non ci saranno altri scossoni che potranno superare una intensità maggiore di quella fatta registrare nei giorni di ferragosto”. Una affermazione “che faccio in base ai dati in possesso su terremoti simili”. Parole che comunque potrebbe essere smentite dai fatti, tanto che lo stesso Angelone specifica che “Noi ci basiamo sui dati in nostro possesso però tutto può accadere perchè i terremoti sono imprevedibili e ogni faglia è diversa”. Ed è per questo che a prescindere “bisogno rimanere in allerta”.

Molta dell’incertezza che gli esperti del settore hanno su questo terremoto molisano, deriva dal fatto che sino all’evento sismico del 2002 di San Giuliano di Puglia “questa parte di territorio non era considerata una zona sismica, ragion per cui – spiega Angelone – non ci sono dati di terremoti precedenti con i quali fare un confronto e rapportarsi da un punto di vista tecnico”.

La faglia che ha colpito il Molise, in questa estate 2018, è una “lontana parente di quella che causò il terremoto di San Giuliano ed è totalmente slegata al terremoto che ha colpito l’Italia centrale”. La cosiddetta faglia matesina “è diversa sia per portata che per intensità”. Una faglia nuova che diventa “motivo di studio e di analisi da parte di noi tecnici”.

Proprio queste precisazioni non permettono ad Angelone, e ai suoi colleghi, di “fare un’analisi più precisa e puntuale”. Mancanza che, comunque, fa ripetere al geologo che “mi sento di escludere che possa esserci un ritorno sismico superiore al 5.2”. Non esclude, e anche qui si ripete, che “queste scosse meno intense possano continuare ancora per qualche tempo” fino al naturale “svuotamento della faglia”.

Angelone poi si sofferma sulla carenza dei molisani in merito ai comportamenti da tenere in caso di terremoto. “Qui ci vorrebbe una rivoluzione: ora che questa terra è una zona sismica a tutti gli effetti, bisognerebbe insegnare ai cittadini come comportarsi in casi di terremoto. Spesso l’ignoranza produce danni e così anche in questo caso: molte volte il panico è provocato dal non sapere cosa fare, come muoversi”.

Infine, Angelone, si associa alle parole della Commissione Grandi rischi e della Protezione civile: “Bisogna continuare a tenere alta l’attenzione e i cittadini devono attenersi alle ordinanze dei loro amministratori. Collaborare con loro seguendo le loro disposizioni”.

 

 

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