Un gruppetto di amici adolescenti, i giochi e i lazzi in strada, a due passi da casa. Una serata d’estate calda, di quelle in cui si tira fino a quando si può. E poi, improvvisa, beffarda, crudele, la tragedia. Cristian Zara avrebbe compiuto tra pochi giorni 16 anni. Un ragazzino solare, allegro. Non un adolescente musone e scontento, per nulla, ma uno che – dicono in paese, a San Felice del Molise che in questo periodo raddoppia la popolazione per i tanti emigranti che tornano in agosto – scherzava sempre. E probabilmente stava scherzando anche un attimo prima di cadere a terra e battere la testa.
L’ipotesi sulla quale lavorano i carabinieri della vicina Montefalcone nel Sannio, dove c’è una stazione dell’Arma, è questa: il ragazzo sarebbe sbucato all’improvviso sulla strada quasi per scherzo, con un balzo tra il marciapiede e le auto parcheggiate, ridendo, per chiedere un passaggio all’amico che intanto stava cavalcando il suo scooter.
Poi è successo tutto troppo in fretta: lo scooter lo ha urtato, il giovanissimo conducente non si è accorto di lui se non quando era tardi, nel buio della Ripaltina che collega Montefalcone a San Felice e segna l’ingresso nel centro abitato. In prossimità di una curva, durante quello che ora ha il sapore amarissimo di uno scherzo fatale, ancora tutto da verificare però, Cristian è caduto all’indietro e ha battuto la testa. Un impatto che non gli ha lasciato scampo.
Le urla di dolore, orrore, hanno squarciato la notte. L’amico ha chiamato i soccorsi. Da Castelmauro, che dista 10 chilometri in linea d’aria e ha la postazione medica più vicina, è partita un’ambulanza. Ma quando, venti minuti dopo, il medico è arrivato a San Felice e ha visto il corpo di Cristian steso sull’asfalto, non ha potuto fare nulla. Il cuore aveva smesso di battere. Cristian era morto.
Il paese, nel quale viveva col padre e la madre – entrambi di San Felice, piccola comunità croata del Molise con 600 abitanti – e un fratello, si è trasformato nel palcoscenico del dolore più incredulo e atroce. Al dramma di Cristian e della sua famiglia si aggiunge il dramma dell’amico: un coetaneo, uno col quale Cristian è cresciuto. I due si volevano bene, e raccontano tutti, sotto choc, che erano sempre insieme, facevano tutto insieme. Anche ieri avevano trascorso le ultime ore prima di andare a dormire insieme. E quello che ha accaduto non ha parole capaci di esprimere lo strazio.
Nella notte il corpo è stato trasportato dall’agenzia di pompe funebri all’obitorio del San Timoteo di Termoli. Qui, in mattinata, si è svolta l’ispezione cadaverica con i medici dell’anatomia patologica e i carabinieri a presenziare. Confermata in prima istanza l’ipotesi del trauma cranico. Ora si aspetta la decisione del magistrato per eventuali altri provvedimenti, compresa l’autopsia. Solo dopo il corpo sarà restituito alla famiglia per i funerali. Per quel giorno il sindaco Fausto Bellucci proclamerà il lutto cittadino. “Qui ci conosciamo tutti – dice lui, la voce spezzata – in queste serate di festa poi siamo in giro fino a tardi, come è successo stanotte quando abbiamo sentito l’ambulanza. È un dolore grandissimo. Questo ragazzo io l’ho visto crescere. Ed è un dolore ancora più grande se pensiamo alla doppia tragedia dietro questa fatalità”.
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