Basso molise

Il giorno dopo il nubifragio: contrade e case allagate. Chiesto stato di emergenza anche per le strade disastrate fotogallery

L'assessore regionale Nicola Cavaliere a Roma. Dopo il nubifragio, il Basso Molise sempre più in ginocchio: contrade allagate, fango e detriti nelle case e sulle strade. Lo stato di emergenza sarà chiesto anche per la viabilità disastrata e l'agricoltura.

Il giorno dopo la tempesta di acqua che ha bagnato il Basso Molise, sono tante le case e le contrade che stanno facendo i conti con le conseguenze dell’alluvione. Acqua, fango e detriti hanno invaso le abitazioni e i campi agricoli dove il raccolto è sommerso, oltre alle strade dove in alcuni punti l’acqua ha reso la carreggiata una pozzanghera impossibile da attraversare.

Dopo il primo nubifragio e il maltempo dello scorso 16 agosto e il successivo terremoto che nella stessa serata ha messo in ginocchio letteralmente il Basso Molise, con i paesi più colpiti costretti a gestire l’emergenza all’interno delle tendopoli, un altro evento naturale ha spezzato l’equilibrio già precario della zona. Nella giornata di domenica 26 agosto, come annunciato da giorni, l’allerta meteo è diventata certezza con un violento e lungo temporale che ha provocato ingenti danni e conseguenze che si vanno ad aggiungere al già lungo elenco di difficoltà per gli abitanti e per le abitazioni.

A farne le spese soprattutto le contrade periferiche, come contrada Ponticelli, il quartiere che collega San Pietro con San Giacomo, dove il fango ha invaso la carreggiata e “per procedere a piedi servono gli stivali“, raccontano i residenti della zona al risveglio quando hanno trovato davanti alle loro abitazioni la strada colma di detriti, come si vede anche nel video. “Avevamo fatto richieste e inviato lettere al Prefetto e al Sindaco di Termoli per intervenire in tempi brevi e sistemare la strada con tutte le dovute accortezze, come la pulizia dei tombini, ma non è stato fatto nulla e adesso ci ritroviamo così“. A Termoli un garage in via Corsica si è allagato e nel pomeriggio sono intervenuti i vigili del fuoco.

Situazione al limite anche a Campomarino dove sono state numerose le abitazioni che nell’arco delle ore con il crescere dell’acquazzone sono state invase dall’acqua arrivata alle caviglie di chi si trovava a trascorrere il pomeriggio nella propria casa e in pochi secondi ha dovuto fare i conti con una vera e propria invasione. Ma la tempesta annunciata con anticipo dai metereologi ha creato difficoltà anche nel borgo antico del paese dove si stanno svolgendo una serie di lavori: il violento temporale ha trascinato a valle gran parte del terreno trasformato in un fiume di fango e detriti, provocando solchi pericolosi per i residenti. Poco dopo, nella giornata di ieri, sul posto sono arrivati i Vigili Urbani e un operaio della ditta per mettere in sicurezza l’area.

A Campomarino Lido i disagi maggiori si sono registrati per molte strade chiuse per allagamenti, come anche nella zona di Ramitelli a Nuova Cliternia. Anche in questo caso sono intervenuti gli uomini della Polizia Locale e gli operai del Comune per transennare le aree a rischio. Sempre in paese si sono allagati alcuni scantinati ed alcuni palazzi. In centro i marciapiedi sono ricoperti di acqua per diversi centimetri. Nella mattinata di oggi, la situazione in tutto l’abitato – da Campomarino a Campomarino Lido e fino a Nuova Cliternia – è sotto controllo e non ci sono situazioni al limite. “Stiamo rientrando nella normalità – spiega l’assessore Anna Saracino contattata al telefono – le strade sono tornate ad essere percorribili, quelle chiuse nella giornata di ieri erano state invase dall’acqua e abbiamo preferito chiuderle per sicurezza. Grazie all’intervento dei mezzi della Provincia e del Consorzio di Bonifica le carreggiate sono tornate ad essere percorribili. Continuiamo comunque a monitorare la situazione e a rispondere tempestivamente alle richieste di aiuto grazie anche alla Protezione Civile“. Anche l’agricoltura ha subito gravi danni, con i campi ricoperti di acqua e il raccolto ormai perduto.

Il disastro alla viabilità dopo le bombe d’acqua e i nubifragi che si sono abbattuti in Basso Molise, e soprattutto nel nuovo cratere sismico che si è venuto a determinare con il terremoto del 14 e 16 agosto, dovrebbe essere inserito nella richiesta di Stato di emergenza. La pratica è stata istruita dalla Regione Molise, che man mano aggiunge dati ed elementi significativi alla pratica che la Protezione Civile Nazionale presenterà al tavolo del Consiglio dei Ministri, che si dovrebbe riunire in questa settimana.

I danni soprattutto alle arterie, provinciali e interpoderali che però in molti casi sono strategiche per consentire l’accesso nelle contrade rurali e nelle aziende agricole sono ingenti, come confermano tutti i sindaci dei comuni coinvolti, a cominciare da quello di Guglionesi Mario Bellotti. Il governatore del Molise Donato Toma aveva già dato ampia disponibilità, dopo aver preso atto dei tanti smottamenti e delle strade in alcuni punti franate in seguito al nubifragio del 16 agosto, a inserire l’emergenza dovuta al maltempo nella istruttoria, nella quale il Molise terremotato e in parte anche alluvionato confida moltissimo. Altrimenti sarebbe impossibile ripartire.

 

Questa mattina, intanto, l’assessore regionale alla Protezione civile Nicola Cavaliere ha preso parte a Roma al vertice convocato dal Dipartimento nazionale sulle proposte di modifica del Codice degli appalti in seguito a procedure di emergenza. “Si discute su un testo condiviso che le regioni – spiega Cavaliere –  entro la prossima settimana presenteranno al Governo, che potrà a sua volta approvarlo con un Decreto legge. Auspicando che in tempi brevi avvenga il riconoscimento dello Stato d’emergenza per il sisma in Basso Molise, tali modifiche renderebbero di sicuro più efficaci gli interventi evitando così gli errori e i ritardi commessi in passato”.

“Come se non bastasse, – aggiunge l’assessore – la bomba d’acqua che ieri pomeriggio ha flagellato la costa non ha solo creato ulteriori disagi alla popolazione che vive nelle tendopoli ma ha anche distrutto gran parte dei raccolti e messo in ginocchio l’agricoltura”.

“Per tale ragione, – conclude – proporrò in Giunta regionale la richiesta di riconoscimento dello Stato di calamità naturale”.

 

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