Genova e il terremoto

Dieci giorni per controllare strade e ponti del Molise: la richiesta impossibile del Ministero fa infuriare i sindaci fotogallery

Entro il 31 agosto i sindaci molisani, i presidenti delle due Province e il governatore della Regione dovranno mandare un report dettagliato "sullo stato di conservazione e manutenzione di tutte le opere infrastrutturali, viarie e non", al Provveditorato per le opere pubbliche che dopo l'emergenza di Genova ha chiesto dati aggiornati. "Una richiesta impossibile da soddisfare, servono milioni di euro per fare queste indagini e molto più tempo" è quello che intende spiegare al ministero il sindaco di Campobasso nella sua risposta.

La richiesta è arrivata sulle scrivanie di tutti i 136 sindaci molisani e su quelle dei presidenti delle due Province e del governatore della Regione con la massima urgenza.

Due settimane – giorno più, giorno meno – è il tempo concesso dal Ministero delle Infrastrutture per farsi inviare un dettagliatissimo report che fotografi lo stato di salute di strade, ponti e viadotti. Un lavoro immane, un dispendio economico notevole e un periodo assai ristretto per sondare lo stato di conservazione e manutenzione della opere infrastrutturali, viarie e non.

 

Basti pensare che il solo monitoraggio dei viadotti del Liscione, delle sue campate e dei piloni della diga è durato una settimana. Tecnici dell’Anas e ingegneri della Regione hanno operato senza sosta, con uno sciame sismico in corso, per riaprire il prima possibile la Bifernina. E solo utilizzando apparecchiature particolari come la piattaforma cosiddetta by-bridge è stato possibile escludere rischi di cedimenti strutturali sulla più importante arteria di collegamento con la costa molisana.

La verifica è iniziata sabato 18 agosto con l’arrivo a Ripalimosani del sottoponte Barin Abc-130-Ls (questo il modello consegnato dalla ditta Elevateur contattata dall’Anas per il noleggio) a una azienda romana a cui è stato affidato il lavoro di controllo del viadotto. Questa speciale attrezzatura è stata capace di raggiungere oltre 7 metri al di sotto del piano stradale e fino a 15 metri all’interno permettendo una ispezione di tutte le pile che sostengono il viadotto del Liscione.

piattaforma Liscione

 

L’esito di quei controlli così accurati fatti sulla strada che passa sul lago artificiale di Guardialfiera è ciò che si aspettano di trovare al ministero entro il 31 agosto. Insomma, è evidente, che l’emergenza di Genova col crollo del ponte Morandi che ha fatto 43 vittime abbia messo il sale sulla coda a quelli del ministero di Danilo Toninelli.

 

Ma è possibile rispondere alla richiesta del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche di Campania, Molise, Puglia e Basilicata (una diretta emanazione del ministero della Infrastrutture e Trasporti) in poco più di dieci giorni? Secondo i tecnici del Comune di Campobasso è impossibile. Tanto che, nella risposta elaborata per il sindaco Antonio Battista, non solo il problema dei tempi ristretti viene evidenziato ma anche una serie di altre carenze della richiesta stessa. Per esempio nessuno ha specificato il tipo di informazioni necessarie al provveditorato, particolare di non poco conto visto che se non si sa esattamente cosa monitorare e perché non si possono neppure conferire studi specifici.

Inoltre, anche questo c’è nella risposta che domani manderà il sindaco di Campobasso, se il ministero volesse davvero ciò che ha chiesto dovrebbe anche stanziare delle somme. In Municipio un piccolo calcolo lo hanno anche fatto e si tratterebbe di “qualche milione di euro”.

Perché è evidente che servono attrezzature anche solo per una indagine visiva, figurarsi per una tanto particolareggiata come quella chiesta dal Provveditorato interregionale.

Ad ogni modo per quanto riguarda il capoluogo di regione da Palazzo San Giorgio non trapelano situazioni particolarmente critiche. Non almeno sul patrimonio comunale che poi si riduce alla tangenziale est e un paio di gallerie (quelle per l’ospedale). In questo caso siamo dinanzi a opere viarie di recente costruzione, ma in città e nei dintorni c’è molto altro a livello di infrastrutture che meriterebbe attenzione, almeno per la manutenzione ordinaria che è carente come può notare anche un profano della materia osservando i tanti ferri scoperti dei viadotti.

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Insomma, rischi immediati non sembrano esserci “ma le opere necessitano comunque di manutenzione” come ha dichiarato l’assessore ai Lavori Pubblici Pietro Maio.

Identica situazione si registra per i viadotti ‘Sente’ e ‘Verrino’ di Isernia anche se qui la competenza è provinciale.

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