Larino

La Giunta si aumenta lo stipendio, Puchetti: “Errore tecnico”. L’opposizione: “Vergogna”

La precisazione del sindaco Puchetti non basta a dipanare le polemiche sul presunto aumento delle indennità di carica. "E' una vergogna" attacca la minoranza comunale. Mentre gli ex amministratori giudicano inopportuno "addossare le colpe all'ufficio ragioneria"

Scoppia la prima grana per il neo sindaco di Larino Pino Puchetti. Al centro delle polemiche di Palazzo Ducale è finito lo stipendio degli amministratori comunali vale a dire l’indennità di carica a favore del sindaco e Giunta comunale. Pietra dello scandalo la delibera di Giunta dello scorso 2 agosto, la numero 111, nella quale si legge che lo stipendio da percepire sarebbe quello previsto dalla tabella ministeriale. Nulla di illegale se non fosse che la somma riportata è il 30% in più di quanto l’ex sindaco Vincenzo Notarangelo e la sua squadra ha percepito negli anni passati. “Mentre tutti i neo sindaci si dimezzano o si vanno a decurtare lo stipendio, Puchetti se lo aumenta. Semplicemente vergognoso” è l’attacco del consigliere d’opposizione Vito Di Maria.

La replica del primo cittadino non si fa attendere: “La delibera di giunta comunale con la quale sono state fissate le indennità di carica fa erroneamente riferimento alla delibera n. 178/2013 con la quale la giunta Notarangelo si era aumentata le indennità per tutto l’anno in questione”. La nuova giunta Puchetti aveva invece richiesto “di prendere in considerazione la successiva delibera di giunta, la n. 189/2013, con la quale la stessa amministrazione Notarangelo aveva provveduto, probabilmente per motivi di bilancio, ad una riduzione del 20%, indennità, queste, percepite dal 2014 a Giugno 2018”. L’errore materiale “commesso nella stesura della delibera è stato fatto dalla dottoressa Colalillo”

Gli ex amministratori, sentitesi chiamati in causa, non si lasciano sfuggire l’occasione per dire che trovano: “stupefacente che i neo amministratori di Larino non trovino nulla di meglio da dire, per spiegare la loro incresciosa decisione, che addossare le responsabilità al dirigente dell’ufficio Ragioneria nella persona della dottoressa Annalisa Colalillo”.

Lo scorso 2 agosto, prima delle ferie estive, la nuova Giunta comunale guidata dal sindaco Pino Puchetti delibera il nuovo stipendio degli amministratori con un aumento di circa il 30% rispetto alla vecchia governance comunale targata Notaraneglo. La delibera di Giunta incriminata è la 111 che determina i seguenti compensi: Sindaco 2.509,98 euro al lordo delle ritenute di legge; Vicesindaco 1.254,99 euro al lordo delle ritenute di legge; Assessore 1.129,49 euro al lordo delle ritenute di legge. Con la passata amministrazione i compensi, invece, erano i seguenti: Sindaco 1.952,20 euro al lordo delle ritenute di legge; Vicesindaco 976,10 euro al lordo delle ritenute di legge; Assessore 878,49 euro al lordo delle ritenute di legge.

Nei Comuni più piccoli è ormai consuetudine ridurre le indennità degli amministratori, proprio per dare l’esempio il sindaco di Guglionesi, appena dopo l’insediamento, le ha dimezzate destinando i risparmi per il sociale e la cultura” e la critica del Consigliere d’opposizione Vito Di Maria che, però, aggiunge: “a Larino si viaggia contro corrente con notevoli aumenti: in barba alla spending review si è proceduto ad un vero è proprio aumento salariale”.

La replica da parte del Sindaco, e della sua maggioranza, non si è fatta attendere. “E’ stato commesso un errore nella normativa comunale di riferimento: si è presa in considerazione la delibera n. 178/2013 con la quale la giunta Notarangelo si era aumentata le indennità per tutto l’anno in questione. Mentre noi – continua il sindaco –  avevamo, invece, richiesto di prendere in considerazione la successiva delibera di giunta n. 189/2013 con la quale la stessa amministrazione Notarangelo aveva provveduto, probabilmente per motivi di bilancio, ad una riduzione del 20%, indennità, queste, percepite dal 2014 a giugno 2018”.

Errore commesso dalla dottoressa Annalisa Colalillo, responsabile dell’ufficio ragioneria, che si è “prontamente scusata con la Giunta comunale e al contempo ha immediatamente provveduto a redigere una nuova proposta di delibera, prontamente approvata e in corso di pubblicazione”. Nuova delibera fa, dunque, riferimento alla n. 189/2013; per cui le “indennità di carica sono state ridotte del 20% rispetto a quanto previsto dal Ministero e riallineate a quanto percepito da chi ci ha preceduto”.

Infine, Puchetti, tiene a sottolineare che gli importi complessivi delle indennità: “saranno inferiori di circa 13.000,00 euro annui rispetto all’amministrazione precedente, in quanto in giunta sono presenti componenti con contratto a tempo indeterminato che vedranno dimezzate, così come previsto dalla legge, le indennità di carica riportate in delibera”.

Polemica finita? Scandalo rientrato dopo la precisazione e l’approvazione della nuova delibera? Neanche per sogno. A rilanciare, questo volta, sono gli ex amministratori comunali Vincenzo Notarangelo, Assunta D’Ermes, Miriam Petriella, Michele Palmieri, Mariangela Biscotti e Stefano Vitulli.

Per quest’ultimi è a dir “poco stupefacente che i neo amministratori di Larino non trovino nulla di meglio da dire, per spiegare la loro incresciosa decisione, che addossare le responsabilità al dirigente dell’Ufficio Ragioneria nella persona di Annalisa Colalillo”.

Gli stessi fanno notare che: “il tema delle indennità fu da noi affrontato solo nel dicembre del 2013 -ben 7 mesi dopo l’insediamento – alla chiusura del primo anno di governo, quando ormai era divenuto per legge indifferibile ulteriormente: ci fu sottoposta dalla struttura tecnica comunale una Delibera (la n.173 del 12.12.2013) con gli importi standar di legge, successivamente, ridotti del 30% con una nuova Delibera (la n. 189 del 17.12.2013) allorché la minoranza ci segnalò gli importi percepiti dall’amministrazione uscente”.

Riduzione che è stata destinata “ad interventi di carattere sociale a favore delle famiglie meno abbienti” del paese, tant’è che il risparmio prodotto “doveva andare ad incrementare uno specifico capitolo di bilancio”. Ma, evidenziano, “la delibera aveva effetto retroattivo per cui gli importi ridotti del 30% sono quelli percepiti per tutto il quinquennio e non a partire dal 2014, come sempre non correttamente si vuole far credere alla cittadinanza

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