Camorra

Casalesi: si pente Walter Schiavone, il figlio di Sandokan che vive a Isernia

Dell'uomo, confinato nel capoluogo di provincia dallo scorso anno assieme alla moglie e al figlio, da qualche giorno non si hanno più tracce. Ha aderito al programma di protezione dopo la scelta del fratello Nicola di collaborare con la giustizia

Nicola Schiavone, figlio di Francesco Schiavone detto “Sandokan” diventa espressione emblematica di una sorta di atto liquidazione del clan dei Casalesi.

“Fare questa vita non conviene più” ha scritto nella lettera ai magistrati aprendo la sua strada al pentimento. Un pentimento, il suo, definito ‘eccellente’ come accade ogni qual volta che un camorrista esterna la volontà di chiudere col passato.

Nicola Schiavone ha un cognome che pesa e la famiglia è troppo numerosa per poter pensare che rispetto alla sua scelta ci sarebbe stata una reazione univoca.

E infatti, se Ivanhoe, il più giovane dei fratelli, si è chiuso nella sua villa di Casal di Principe e gli altri due fratelli detenuti (Emanuele Libero e Carmine) hanno rispedito al mittente l’invito al ‘pentimento’, Walter Schiavone, confinato a Isernia con la moglie e il figlioletto, ha colto la palla al balzo per adeguarsi alla decisione di Nicola.

Da qualche giorno ormai nel capoluogo di provincia di lui non c’è più traccia.

Ha deciso di aderire al programma di protezione subito dopo la scelta del fratello Nicola di diventare un collaboratore di giustiziaDi Walter, sono recentissime le supposte imprese criminali.  Poca cosa se si considera che è accusato “solo” di aver vissuto con lo stipendio del clan. Ma sono però altri gli scenari che ha ricostruito il pentito Roberto Vargas, ex braccio destro di Nicola Schiavone e che a quest’ultimo attribuisce addirittura un’alleanza con i terroristi islamici per un agguato all’ex procuratore aggiunto di Napoli, Federico Cafiero De Raho, oggi a capo della Dna, la Direzione nazionale antimafia.

Roberto Vargas ha anche rivelato che Walter Schiavone fu il fautore di un patto con la Ndrangheta per imporre la mozzarella dei Casalesi in Calabria. “Io e Walter – ha raccontato –  portammo dei provini di mozzarella da fare assaggiare ai diversi ristoratori di Lamezia Terme”. E ancora: “Walter ereditò il business della mozzarella e il patto con i calabresi tra il 1999 e il 2000”.

Walter Schiavone è stato ristretto ai domiciliari in provincia di Isernia il 7 febbraio dello scorso anno. Era stato coinvolto in un’inchiesta antimafia ed accusato di aver ricevuto per anni, tramite una collaborazione con i Venosa, uno stipendio mensile frutto dalle attività illecite del clan.

Nel programma di protezione sono finiti, la scorsa settimana anche la mamma Giuseppina Nappa ed una delle figlie, Angela. Clamorosa la scelta di Giuseppina, “la maestra”, moglie di Sandokan, madre dei suoi sette figli, la stessa donna che, quando dal carcere il boss ormai finito le scrisse di portare via i figli da Casal di Principe si rifiutò perentoriamente di lasciare il paese.

Le persone che hanno aderito al programma saranno interrogate nei prossimi giorni.

commenta