Tentato femminicidio

Massacra di botte la moglie, Stivaletti resta in carcere. Aveva picchiato pure la madre

Difeso dall’avvocato Silvio Tolesino, durante l’udienza di convalida, ha smentito tutte le accuse fornendo una propria versione dei fatti. Ma il giudice non gli ha creduto e ha respinto l’istanza di scarcerazione. L'uomo aveva picchiato pure la madre 91enne

Per Linda D’Ancona, Gip del tribunale di Napoli, Vincenzo Stivaletti arrestato per aver massacrato di botte la compagna è di indole “violenta e aggressiva”.

Tant’è che nelle motivazioni nelle quali spiega perché ha scelto di tenere in carcere il 52enne di Campobasso, ricorda non soltanto l’aggressione ai danni della moglie avvenuta in viale Elena il 31 luglio scorso, ma cita persino le botte che l’uomo ha dato a sua madre, 91 anni, nella sua casa di Campobasso.

Fatti accertati e smentiti dall’indagato. Che anche al Gip ha provato a fornire una versione diversa degli accadimenti che pendono su di lui e rispetto ai quali il giudice non ha avuto neanche un istante di esitazione. Non gli ha creduto e all’avvocato Silvio Tolesino, che ieri mattina, martedì 14 agosto,  è stato nel carcere di Poggioreale per assistere il suo cliente durante l’udienza di convalida, ora spetta un duro lavoro per smontare le accuse sostenute da diversi testimoni e dalla polizia che è intervenuta a Napoli la notte scorsa.

Tolesino aveva avanzato la richiesta dei domiciliari proprio a casa della madre dell’indagato ma a fronte degli episodi di violenza anche nei confronti dell’anziana signora di cui il Gip è venuto a conoscenza il “no” è stato categorico.

Altrettanto lo sono stati i motivi forniti. La misura coercitiva della custodia cautelare in carcere è l’unica idonea “a garantire le esigenze di tutela della collettività”.

E’ accusato di violenza e lesioni e per il giudice Vincenzo Stivaletti ha una personalità aggressiva “incline a maltrattare le donne”, soprattutto quelle con cui convive, e potrebbe reiterare il reato.

Anche per il Gip l’aggressione accaduta a Napoli nel palazzo dove la compagna 49enne si era rifugiata a casa del padre e quella alla madre sono episodi inquietanti. Per questo l’unica misura idonea è al momento il carcere.

Gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale di Napoli hanno arrestato Vincenzo Stivaletti su segnalazione della sala operativa della questura del capoluogo partenopeo.

Verso le 18.30, infatti, i poliziotti sono stati chiamati in via Colonnello Lahalle dove c’era una richiesta d’aiuto per il tentativo di intrusione in casa di un individuo.

Quando sono arrivati sul posto, i poliziotti si sono subito resi conto di aver a che fare con un uomo particolarmente agitato ed hanno chiesto immediato ausilio ad alto equipaggio. Nel frattempo hanno bloccato Vincenzo Stivaletti che stava prendendo a calci una porta, minacciando gli abitanti dell’appartamento che se non avessero aperto, avrebbe buttato giù l’ingresso e avrebbe ammazzato tutti.

Solo quando sono riusciti a fermarlo, l’uscio si è aperto e una donna di 49 anni, in evidente stato di sofferenza fisica, con numerose ecchimosi alle braccia ed al volto, ha spalancato gli occhi pieni di lacrime. Ai poliziotti ha subito detto di essersi rifugiata nell’appartamento del padre perché l’uomo, che era il suo convivente da circa un anno, era molto violento e non accettava assolutamente la separazione.

È apparso immediatamente il grande disagio e la prostrazione fisica e psicologica della donna, accompagnata subito all’ospedale Cardarelli per i forti dolori. Qui le hanno diagnosticato una emorragia addominale in atto.

Poi ha denunciato il 52enne raccontando delle continue violenze subite da circa un anno. Una storia di grande disagio e violenza aggravata dalle minacce di rappresaglie nei confronti dei suoi familiari  se lei avesse raccontato qualcosa.

 

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