Isernia

Uccise il padre di una sua collega con l’acido: il processo all’infermiera killer entra nel vivo. Chiesto il rito abbreviato

Rito abbreviato condizionato da perizia psichiatrica: entra nel vivo il processo all'infermiera killer che due anni fa iniettò acido cloridrico in bocca a un paziente malato del Ss Rosario di Venafro per vendetta. Il 76enne morì tra atroci sofferenze alcuni giorni dopo l'omicidio.

Ha chiesto di poter essere giudicata con il rito abbreviato. E ha anche fatto istanza affinché il giudizio venga condizionato da una perizia psichiatrica: entra nel vivo il prossimo autunno il processo per Anna Minchella, “l’infermiera killer” – come fu ribattezzata –  di Venafro che due anni fa uccise il padre di una sua collega, malato e infermo, iniettandogli acido cloridrico in bocca mentre era in un letto di ospedale.

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Isernia, Arlen Picano, ha accolto la richiesta del difensore della 46enne di Ciorlano (Caserta) che in caso di sentenza di condanna otterrà – grazie al rito abbreviato – uno sconto di pena di un terzo. Il 4 ottobre, durante la prima udienza, verrà nominato il perito che preparerà una relazione tecnica sullo stato di salute mentale della donna accusata dell’omicidio di Celestino Valentino, 76enne di Pratella.

Era il 22 giugno del 2016 quando Anna Minchella, infermiera in servizio al Ss. Rosario di Venafro, causò la morte di Valentino ricoverato nel reparto di Lungodegenza. Lui, molto malato, immobilizzato a letto da un inctus, incapace di poter urlare, fu assassinato in modo atroce e brutale morendo dopo una settimana di agonia a causa delle ustioni agli organi interni provocate dalla sostanza corrosiva che la Minchella gli iniettò con una siringa a spruzzo direttamente  in bocca.

Una vendetta trasversale nei confronti della figlia di Celestino Valentino che proprio per il precario stato di salute del padre era riuscita a conservare il posto di lavoro a Venafro anziché essere trasferita all’ospedale di Isernia per un provvedimento dell’Asrem che riduceva l’organico nel nosocomio venafrano.

Dopo molti mesi di indagini la svolta arrivò grazie alle immagini della videosorveglianza di un negozio di prodotti per la casa in cui veniva immortalata Anna Minchella mentre comprava l’acido col quale avrebbe ucciso il povero Celestino Valentino. Il 28 giugno dell’anno scorso l’arresto e il trasferimento nel carcere femminile di Pozzuoli. Dopo un altro anno si va più spediti verso la sentenza.

 

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