Usura bancaria

Tassi d’interesse troppo alti, la Procura di Campobasso indaga il ministro Paolo Savona

Tutto è cominciato dopo una denuncia presentata a giugno del 2017 da due imprenditori molisani, titolari della società Engineering srl, Pietro e Angelo Santoro. La Procura ha dunque iscritto nel registro degli indagati 23 persone, fra cui l'attuale ministro agli Affari europei, che all'epoca dei fatti era ai vertici di un noto istituto di credito. "Si tratta di un atto dovuto", precisa il procuratore Nicola D'Angelo. Ma la vicenda ha sollevato un polverone politico nei confronti del governo M5S-Lega.

C’è pure un nome eccellente tra le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Campobasso: si tratta del ministro degli Affari europei Paolo Savona (nella foto dell’Ansa), la cui designazione – come si ricorderà – ha fatto traballare gli inizi del neo governo M5S-Lega. Sul nome dell’economista come titolare dell’Economia aveva posto il veto proprio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una storia archiviata.

Il ministro ora è coinvolto in un’altra vicenda giudiziaria che coinvolge la Unicredit. Gli inquirenti del capoluogo molisano accusano lui e altre 22 persone di aver applicato interessi oltre la soglia consentita dalla legge. Tutto è cominciato nel 2005 e, secondo le ricostruzioni della Procura, questo modus operandi è andato avanti per otto anni (ossia fino al 2013). A giugno del 2017 due imprenditori molisani, titolari della società Engineering srl, Pietro e Angelo Santoro (quest’ultimo ex presidente dell’Associazione edili del Molise e vice presidente dell’associazione nazionale imprese edili manifatturiere), hanno presentato una denuncia. Con la loro azienda, con sede a Campobasso, avevano realizzato una serie di parchi eolici tra Molise, Puglia e Campania.

La pm di Campobasso, Rossana Venditti, ha intenzione di vederci chiaro in questa vicenda, capire se sono stati applicati tassi ‘da usura’. Per questo, ha chiesto una “proroga delle indagini” al giudice per le indagini preliminari. “Si tratta finora di un atto dovuto”, come trapela dal Tribunale.

Finora sul registro degli indagati sono state iscritte 23 persone: non solo il ministro Savona, ma anche Alessandro Profumo, oggi amministratore delegato di Leonardo-Finmeccanica; Fabio Gallia, amministratore delegato e direttore generale di Cassa Depositi e prestiti; l’ex sindaco di Ravenna ed ex presidente di Unicredit Aristide Canosani; Franco Bellei, 22 anni al timone della Cassa di risparmio di Modena; Cesare Farsetti, del Cda della Banca agricola e commerciale; Luca Majocchi, ex Unicredit- Pagine gialle – Spencer Stuart; Roberto Nicastro; Edoardo Massaglia; Paolo Fiorentino; Alessandro Cataldo; Giovanni Chelo; Dieter Rampl; Giuseppe Vita; Federico Ghizzoni; Francesco Antonio Ricci; Antonio Ciarallo; Adolfo Toti; Giuseppe D’Onofrio; Nicolangelo Testa; Rosario Spatafora.

Non è la prima volta che il Tribunale del capoluogo si occupa di usura bancaria: qualche anno fa infatti ci fu il processo contro tre ex vertici della Monte dei Paschi di Siena.

Nicola D'Angelo Procuratore Campobasso

Ed è proprio dalla sede di viale Elena che, qualche ora dopo la diffusione della notizia dalle agenzie di stampa e dai giornali, complice forse il polverone politico e mediatico che si è sollevato sul ministro Savona, il procuratore della Repubblica di Campobasso Nicola D’Angelo dirama una nota per precisare alcuni aspetti della vicenda. D’Angelo spiega che il fascicolo è stato aperto dopo un esposto presentato dai legali rappresentanti in una società a responsabilità limitata “i quali lamentano che nell’ambito di alcune operazioni bancarie effettuate per oltre 10 anni sui conti correnti intestati alla società sarebbero stati applicati interessi usurai“.

Inoltre, precisa che ad essere state iscritte nel registro degli indagati sono stati “direttori di filiali, presidenti dei consigli di amministrazione ed amministratori delegati degli istituti di credito interessati”, ossia coloro i quali ricoprivano quel ruolo proprio nei 10 anni in cui i tassi sarebbero stati applicati. E dunque “si possono considerare astrattamente responsabili del reato denunciato”. Dunque “costituisce un atto dovuto a garanzia degli indagati”. Infine il terzo ultimo aspetto che il procuratore specifica riguarda le indagini “tutt’ora nella fase preliminare”, volte quindi come stabilisce la legge “a verificare sia l’effettiva configurabilità del reato prospettato nella denuncia sia le posizioni e le condotte dei singoli soggetti coinvolti”.

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