Termoli in emergenza

Sanità, tagli estivi: due fra i reparti più “caldi” accorpati, 12 posti in letto in meno

In piena estate, quando i reparti sono al completo e la richiesta è maggiore, un accorpamento che preoccupa: Urologia e Chirurgia generale diventano, fino al 16 settembre, una unica unità operativa, con 12 posti letto in meno. Il dubbio: primo passo verso lo smantellamento?

Da giovedì 12 luglio scatta l’accorpamento di due reparti fondamentali dell’ospedale San Timoteo di Termoli. Le unità operative di chirurgia generale e urologia si “fondono”, diventando un solo reparto, almeno fino al 16 settembre, quando dovrebbe essere ripristinata la situazione attuale.

Il condizionale, come si dice in questi casi, è d’obbligo: ormai sono sempre più numerosi i medici che scommettono, loro malgrado, sulla volontà di tagliare ulteriormente i servizi sanitari che la struttura adriatica offre, e che interpretano questa “novità” piovuta tra capo e collo all’inizio dell’estate come un primo passo in direzione dello smantellamento dell’ospedale di Termoli.

 

Ospedale che, pur essendo il più funzionale della regione a livello di struttura, nonché quello situato nella posizione geograficamente più strategica, è anche quello che ha risentito maggiormente dalla cattiva organizzazione sanitaria fatta negli anni scorsi, specialmente dopo che il Molise non ha ottenuto, sul tavolo nazionale della conferenza Stato-Regioni, il Dea di II livello, ovvero l’unico presupposto utile a evitare il disastro e il ricorso agli accordi di confine. 

 

In ogni caso la decisione del direttore sanitario Filippo Vitale, ormai unico riferimento nella direzione degli ospedali molisani, trova una giustificazione nell’emergenza del personale.  Pare infatti che gli infermieri in servizio attualmente nei due reparti si ridurranno di numero per via delle ferie estive. E quindi, stante l’impossibilità di garantire paramedici adeguati per ciascun reparto, nei tre mesi estivi ci sarà una sola unità operativa. Ovvio – ed è questa la spina nel fianco della questione, che si riflette direttamente sui pazienti – che con l’accorpamento verranno drasticamente ridotti i posti letti. Soltanto venti, ripartiti in questo modo: 15 per chirurgia generale e 5 per urologia.

Praticamente 12 posti letto in meno, considerando che allo stato attuale Chirurgia ne ha a disposizione 25 e Urologia 10. Posti letto che, fra l’altro, hanno una copertura annua del 100 per cento. Significa che sono al completo, anche perché ospitano non solo pazienti acuti (interessati cioè da interventi chirurgici) ma anche malati cronici.

L’accorpamento tra Chirurgia e Urologia è previsto nella lettera che il dottor Vitale ha inviato ai rispettivi primari: il facente funzione di Chirurgia Amedeo Marra (che sta sostituendo il primario andato in pensione il quale, come avvenuto anche in altri reparti come Ortopedia, non è stato rimpiazzato) e il primario di Urologia Quintino Desiderio.

Al quarto piano del San Timoteo, dove hanno sede i due reparti destinati a diventare “temporaneamente” una sola unità operativa semplice, con infermieri che dovranno scappare da un ingresso all’altro per accudire i pazienti, il clima non è dei migliori. Il timore che la decisione “momentanea” possa trasformarsi in qualcosa di più duraturo, e insomma che, come spesso accaduto, il provvisorio possa diventare definitivo.

 

Anche perché l’accorpamento previsto dalla lettera inviata ai manager Asrem, datata 5 luglio 2018 e protocollata col numero 10641 DS, non trova alcuna giustificazione nella tempistica. Medici e infermieri su questo confermano: l’estate è il periodo di maggiore afflusso nei due reparti, in considerazione anche della presenza di migliaia e migliaia di turisti che villeggiano in zona e che si rivolgono all’ospedale più vicino – Termoli, appunto – per un intervento d’urgenza.

 

La soppressione di ben 12 posti letti, oltre ad avere il sapore amaro di una penalizzazione ulteriore per l’ospedale termolese, l’unico presidio dell’intero basso Molise rimasto funzionante, che almeno fino al 16 settembre dovrà lavorare a regime ridotto, suona anche come una beffa: proprio quando sono più indispensabili, i reparti vengono tagliati. Tanto più che con gli infermieri era stato trovato un accordo: più ore di straordinario, e il danno sarebbe stato limitato a qualche presenza in meno. Ma evidentemente per la Asrem, azienda che dà lavoro a 4mila persone in Molise, è prioritario il budget rispetto al servizio offerto alla popolazione.

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