L'evento da non perdere

Pil e Slowdive al Siren Festival di Vasto. Signore e signori, la vera storia del rock indie

Il “Siren” Festival ‘incanta’ tutti i musicofili amanti del rock. Si svolge da alcuni anni a Vasto, ogni estate, e anche stavolta ci siamo. Dal 26 al 29 luglio il Siren mostrerà la sua vocazione ricercata e internazionale, che lo colloca tra i Festival rock italiani più importanti e attesi, soprattutto dai fan dell’indie della prima ora

Quando pensi al canto delle sirene, immagini qualcosa di speciale, sorprendente, unico. Come il “Siren” Festival che ‘incanta’ tutti i musicofili amanti del rock. Si svolge da alcuni anni a Vasto, ogni estate, e anche stavolta ci siamo. Dal 26 al 29 luglio il Siren mostrerà la sua vocazione ricercata e internazionale, che lo colloca tra i Festival rock italiani più importanti e attesi, soprattutto dai fan dell’indie della prima ora.

In effetti se volete gustare l’autenticità del rock indipendente, di quello che ha fatto la storia, avete un’occasione imperdibile, quest’anno, perché a Vasto suonano i Pil di John Lydon e gli Slowdive di Neil Halstead che, in epoche diverse, ma neanche troppo lontane, hanno aperto la breccia a un rock estremo in una direzione o nell’altra: claustrofobica oppure onirica, a seconda delle preferenze.

 

Ci piace indugiare su questi due nomi perché, indipendentemente dalla qualità (tanta) delle altre band invitate (ci sono tra gli altri i grandi Mouse on Mars e i Deus), rappresentano il marchio di purezza del Siren: la garanzia che chi organizza questa manifestazione ama il suo lavoro, e la musica, quella di nicchia, pure, quella dei vecchi Ep in 12 pollici con le copertine da studiare, quella in cui i musicisti non accettavano, e non accettano, compromessi comodi per raggiungere il grande pubblico, quella di chi riesce a sorprendere anche il fan più accanito, di chi è nato per reinventarsi, nel caso dei Pil, o di chi continua senza paura a volare vicino al sole: gli Slowdive.

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John Lydon è stato la voce dissonante dei Sex Pistols. Una leggenda vivente, il volto del punk. Smessi i panni di Johnny Rotten fondò i Public Image Ltd che hanno improvvisamente preso a picconate il rock dell’ascolto fine a se stesso. Quando Lydon apre i concerti con “This is not a love song” lancia un monito a chi ascolta, come a dire: questo non è intrattenimento, qui si scava tra i demoni della coscienza. E’ così per molta della produzione dei Pil, che si caratterizza per la qualità dei musicisti, per gli incubi sonori, ed è così in parte anche per i ‘pezzi’ più noti come “Rise” e “Don’t ask me” che sono più orecchiabili ma per questo meno… Pil, almeno nei sinistri ammiccamenti lirici di Lydon.

Ecco dunque i Pil (suoneranno sabato 28) uno dei più innovativi e straordinari gruppi nella storia del rock.

 

Il giorno prima, venerdì 27 luglio, la scena sarà soprattutto degli Slowdive che precederanno l’attesissimo Cosmo in piazza d’Avalos. Già, gli Slowdive, quelli che penetrarono i vortici musicali di My Bloody Valentine e Cocteau Twins per illuminare a giorno la volta celeste e regalare sensazioni mai provate. Il loro ‘Just for a day’ è uno dei dischi più cupi e al tempo stesso eterei mai sentiti. Da una band che ha preso il nome da un pezzo di Siouxie Sioux potevi aspettarti di tutto, anche che tornasse convintamente alla ribalta dopo anni d’interessanti progetti solisti (a proposito non perdetevi Neil Halstead in versione folk a là Nick Drake sempre il 27, ma ai Giardini d’Avalos) con un album, omonimo, che ha avuto il merito di riportare alla luce il tesoro di emozioni che le loro canzoni, senza tempo, riflette dove la notte è limpida e di giorno c’è un sole che picchia (“When the sun hits”dal pezzo forse più noto del repertorio). L’integrità artistica di questa band è intatta, le melodie esplodono ancora piacevolmente in quel mix di cupezza e dolcezza che marca da sempre il sound shoegazing che la band di Reading ha contribuito a creare nei sotterranei del rock alternativo. Senza dimenticare che nelle dilatazioni dei fraseggi chitarristici e ritmici anche il post rock deve loro qualcosa. Precursori, insomma. Brillanti, melodici. Poi passati anche loro per la storica Creation di Alan Mcgee. Imperdibili.

 

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Se è vero che sono i ‘nomi’ e le atmosfere a fare la differenza, beh il Siren Festival ha pochi eguali. Nomi come i già citati Mouse on Mars, tedeschi maghi dell’elettronica, abilissimi ad aprire a nuove ondate di fan le porte di quel meraviglioso mondo di musicisti (citiamo i Can e il resto del krautrock, ovviamente) da cui hanno attinto per spingersi in terreni sempre all’avanguardia. Dicevamo dei Deus, quelli di quel gioiello che è stato “Worst case scenario”, degli italianissimi Cosmo, Ivreatronic, Colapesce (accompagnato tra gli altri musicisti da Adele Nigro degli Any Other), Germanò, Amari, e poi Lali Puna, 2Manydjs, Bud Spencer Blues Explosion, Ryley Walker, Toy, Rodrigo Amarante, Myss Keta, Annabell Allum, Spielbergs, Mesa, Germanò, Vanarin e The Rainband bel quartetto pop rock britannico noto alle nostre latitudini anche per ‘Rise again’ sentito omaggio al grande Marco Simoncelli (hanno contribuito a raccogliere 45mila euro per la fondazione omonima!).

Quattro giorni, 5 palchi, oltre 30 live e Djset: c’è questo mondo e quell’altro al Siren Festival di Vasto, terrazza sul mare, tra i giardini, le piazze e i monumenti di una città bellissima dove si mangia pure divinamente. Un Festival vero e proprio, non una serie di concerti. Mare, cibo, relax (sulle spiagge) e divertimento, arte e cinema. Tutto quello che potete chiedere, lo avrete. Dal 26 al 29 luglio (l’ultimo giorno chiusura ‘bomba’ con l’acclamato rocker australiano Nic Cester, una voce tonante nella chiesa di San Giuseppe!) Vasto è la capitale del rock indipendente, un Festival che farebbe la sua figura anche oltremanica, collocato temporalmente tra i colossi Glastonbury (saltato quest’anno) e Reading. Ci piace pensarlo. E stavolta non dobbiamo prendere l’aereo. Lo abbiamo proprio qui, dietro casa.

 

Per info www.sirenfest.com. Questo il programma dell’inaugurazione, giovedì 26 luglio.

Nel cortile di Palazzo d’Avalos, due appuntamenti cinematografici preceduti da una degustazione di Farnese Vini nei Giardini d’Avalos.

20 Degustazione Farnese Vini

21 Proiezione di “Yellow Submarine” (50° Anniversario)

22 Proiezione di “B-Movie: Lust & Sound in West-Berlin 1979-1989” (Première Italiana) e incontro col regista e produttore Klaus Maeck

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