Cronache

Operazione crowdfunding, sequestrati beni per 4 milioni. 16 persone denunciate: c’è anche un molisano

Indagini avviate dalla Guardia di Finanza di Como, nell’ottobre del 2015, dopo l'omicidio dell’architetto canturino Alfio Molteni. Scoperta una associazione per delinquere di natura transnazionale (con interessi anche in Austria, Lussemburgo, Malta, Regno Unito, Confederazione Elvetica, Cipro), finalizzata abusivismo finanziario e riciclaggio. Raccolta di denaro anche a Campobasso, dove è stata fermata una persona iscritta nel registro degli indagati.

I militari del Comando Provinciale di Avellino stanno eseguendo un “Decreto di sequestro preventivo”, finalizzato alla confisca, nei confronti di quaranta indagati, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Como.

L’intervento si inquadra nell’“Operazione Crowdfunding”, avviata dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Como, nell’ottobre del 2015, a seguito dell’omicidio dell’architetto canturino Alfio Molteni, e le cui indagini, a partire dall’ottobre del 2017, sono state delegate anche al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Avellino.

Le indagini hanno permesso di scoprire una associazione per delinquere di natura transnazionale (con interessi anche in Austria, Lussemburgo, Malta, Regno Unito, Confederazione Elvetica, Cipro), finalizzata a commettere delitti di abusivismo finanziario e riciclaggio. Reati perpetrati, in particolare, attraverso diverse società estero-vestite, di diritto cipriota ma, di fatto, con stabile organizzazione nel capoluogo irpino e gestite direttamente da due soggetti residenti nella provincia irpina, ritenuti elementi di vertice dell’organizzazione criminale.

È stato, infatti, documentato come le società coinvolte fossero sprovviste di abilitazione ad esercitare in Italia, e come abbiano collocato, su tutto il territorio nazionale, prodotti finanziari ritenuti abusivi (le cosiddette quote di crowdfunding, da cui il nome dell’operazione), avvalendosi di strutture operative e collaboratori, attivi in numerose città italiane, cui la consorteria riconosceva provvigioni.

Le somme di denaro raccolte attraverso la collocazione dei prodotti finanziari non erano destinate alle attività di investimento proposte, bensì ripartite tra i componenti della associazione per delinquere ed in parte utilizzate per pagare gli elevati rendimenti sugli investimenti sottoscritti dai vari clienti, anche al fine di stimolare, attraverso una attività truffaldina, la raccolta di ulteriori somme di denaro presso il pubblico. I Finanzieri irpini hanno ricostruito come i gestori ed i promotori finanziari abusivi, operanti in altre province, siano riusciti ad effettuare raccolte di denaro anche a Campobasso dove è stata fermata una persona iscritta nel registro degli indagati.

Proposto anche il sequestro dei patrimoni illecitamente accumulati dagli indagati i quali, grazie ad un collaudato sistema di frode, erano riusciti a far sottoscrivere oltre 750 contratti di investimento a circa 350 clienti-risparmiatori, per un valore complessivo stimato in 22 milioni di euro.

Gli ignari risparmiatori, attratti da significative remunerazioni promesse nonché dalla totale assenza di tracciabilità delle operazioni finanziarie “estero su estero”, hanno affidato all’organizzazione criminale quote di investimento pari a 35.000 euro ognuna. Il provvedimento in corso di esecuzione – nelle province di Campobasso, Avellino, Napoli, Caserta, Reggio Calabria, Catania, Milano e Matera – mira all’applicazione del vincolo cautelativo al valore equivalente al prodotto dei reati commessi, per l’ammontare di circa 4 milioni di euro sui beni di proprietà o nella disponibilità degli indagati: 50 conti correnti; 8 unità immobiliari; 2 autovetture; 2 imprese individuali e quote di partecipazione in 4 società.

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