Operazione via col vento

‘Ndrangheta e parchi eolici, sequestrata la Molisana Trasporti. Ai domiciliari il titolare

I carabinieri di Reggio Calabria hanno accertato l’infiltrazione delle cosche Paviglianiti di San Lorenzo e Bagaladi, Mancuso di Limbadi, Trapasso di Cutro e Anello di Filadelfia attraverso l'estorsione in ogni fase della realizzazione dei lavori. Agli arresti domiciliari il titolare della società molisana Riccardo Di Palma

Le mani della ‘ndrangheta nella realizzazione dei parchi eolici della Calabria e l’inchiesta è approdata anche in Molise. L’Arma di Reggio, in collaborazione con i colleghi di Campobasso, ha infatti eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico di Riccardo Di Palma, titolare della Molisana Trasporti di Guardiaregia. Notificato anche il provvedimento di sequestro della stessa azienda nell’ambito dell’inchiesta Via col vento.

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Le attività investigative, prevalentemente di natura tecnica, che hanno portato all’arresto di 13 persone, hanno permesso di documentare l’invasivo condizionamento esercitato dalle cosche – in particolare i Paviglianiti di San Lorenzo e Bagaladi (Reggio Calabria), i Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), i Trapasso di Cutro e gli Anello di Filadelfia – attraverso una serie di spregiudicate attività illecite, di natura prevalentemente estorsiva, perseguite in ogni fase della realizzazione dei parchi eolici.

 

Dagli approfondimenti svolti dai Carabinieri è emerso, in particolare, il ruolo ricoperto da Giuseppe Evalto, imprenditore di Pizzo Calabro del settore trasporti, ritenuto affiliato ai Mancuso di Limbadi: in quanto contemporaneamente imprenditore e collettore degli interessi delle consorterie, rappresenta una figura ‘cerniera’ in grado di relazionarsi con le due realtà – quella criminale e quella imprenditoriale – e di riuscire ad imporre alle società impegnate nella realizzazione dei parchi eolici l’affidamento, a favore di ditte colluse o compiacenti, dei lavori collegati alla realizzazione delle opere.

 

Le indagini hanno puntato i riflettori su alcune estorsioni, sia ai danni delle società multinazionali legate alla realizzazione dei parchi (Gamesa, Vestas, Nordex), che erano soggetti all’imposizione del pagamento del “pizzo” pagando alle ditte segnalate da Evalto compensi per prestazioni sovrafatturate o mai eseguite, sia ai danni delle imprese appaltatrici non colluse, oppresse dal dover corrispondere alle cosche una percentuale sull’importo delle opere da eseguire e, in qualche occasione, anche a garantire la realizzazione di opere commissionate alle ditte mafiose, alle quali le imprese appaltanti versavano il corrispettivo economico.

 

Gli impianti su cui si sono focalizzate le attenzioni degli investigatori sono quelli di Piani di Lopa- Campi di Sant’Antonio, nella provincia di Reggio Calabria, il parco eolico di Amaroni, nella provincia di Catanzaro, il parco eolico di San Biagio e quello di Cutro, nella provincia di Crotone.

“Nel gestire l’affare eolico, i sodalizi di ‘ndrangheta coinvolti, sebbene appartenenti a diversi contesti territoriali – hanno spiegato questa mattina gli inquirenti in una conferenza stampa – si sono dimostrati tra loro fortemente coesi ed in grado di instaurare una proficua collaborazione in nome del comune profitto generato dal business delle energie alternative”.

 

Tra i destinatari dell’ordinanza cautelare anche un amministratore pubblico, il sindaco di Cortale, tuttora in carica, Francesco Scalfaro, che a fronte del suo benestare alla realizzazione di alcuni interventi stradali nel territorio del Comune, aveva preteso l’assunzione di operai da lui indicati: il mancato esaudimento della richiesta aveva determinato la provvisoria chiusura di un nevralgico tratto di strada, causando, in tal modo, onerosi ritardi al cronoprogramma dei lavori.

 

Alla luce delle complessive risultanze investigative, insieme alle misure cautelari personali, è stato eseguito il sequestro preventivo di queste società – con relativi patrimoni aziendali, quote sociali e conti correnti – riconducibili agli indagati: Autotrasporti f.e. s.r.l. con sede a Pizzo (VV); La molisana trasporti s.r.l., con sede a Guardiaregia (CB); Paviglianiti s.r.l. con sede a Reggio Calabria; Ditta ielapi Romeo, con sede in Filadelfia (VV); Hipponion global security service, con sede a Vibo valentia; Hotel “ulisse ristorante nausicaa dal 1972”, di Maida (CZ).

 

Sono finiti in carcere Giuseppe Evalto, Antonino Paviglianiti, Rocco Anello, Giuseppe Errico, Romeo Ielapi, Pantaleone Mancuso (alias ‘Luni Scarpuni’), Giovanni Trapasso. Ai domiciliari Domenico Fedele D’Agostino, Francesco Scalfaro (sindaco di Cortale) Riccardo Di Palma, Mario Fuoco, Giovanni Giardino, Mario Scognamiglio.

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