Termoli

Max, Nek e Renga: i tre moschettieri della boy band italiana infiammano il porto fotogallery

Nella terza serata del De Gusticous al porto di Termoli, ieri - sabato 21 luglio - i tre hanno letteralmente infiammato la numerosa platea: coi loro brani, dagli storici agli ultimi, hanno fatto cantare tutti e hanno trasformato la banchina del porto in una discoteca all'aperto

Le ragazzine innamorate dei tre cantanti ma minorenni si sono portate dietro mamma o papà. Anche loro con la fascia in testa, anche loro “costretti” a fare la fila dal primo pomeriggio pur di stare sotto al palco e a vedere da qualche metro il nuovo trio della musica italiana. Anche se, poi a confessare la verità, pure le mamme erano contente di trovarsi lì sotto “perché sai alla fine sono qui per tutti e tre, conosco le loro canzoni, anche se ad essere proprio sinceri sono qui per Francesco Renga”, rivela col sorriso qualcuna.

Perché Francesco Renga, Max Pezzali e Nek hanno portato sotto al palco al porto di Termoli intere generazioni: quelle che negli anni ’90 erano delle adolescenti, quelle che invece erano dei bambini e quelle del 2000 che li hanno conosciuti col tempo. C’erano più di 4mila persone, secondo la stima degli organizzatori a cantare con loro ieri sera, sabato 21 luglio per la terza serata all’interno del De gusticous, il festival dedicato al cous cous organizzato dall’azienda Martino. Dal Molise, da Termoli, dall’Abruzzo e pure dal nord della Puglia. “Perchè averli tutti insieme e quasi vicino casa, era un’occasione imperdibile”, il commento unanime di quanti erano sotto al palco.

Giusto il tempo di far entrare gli ultimi e poi l’inizio, alle 21.30 con il brano che li ha messi insieme “Duri da battere”, prima l’intro con il video, poi i tre si materializzano sul palco e comincia la festa. Una festa di musica, ricordi, canzoni che va avanti fino a poco dopo la mezzanotte con i tre cantanti – che si ribattezzano i tre moschettieri, Athos, Portos e Dartagnan definendosi pure la boy band italiana per adulti “non vietata ai minori” – che presentano i brani storici, quelli che li hanno resi famosi, tra Festivalbar, Sanremo e classifiche scalate. Si alternano sul palco, cantano da soli, poi insieme e cantano in maniera nuova e inedita, armonizzando le voci e lo stile con interpretazioni diverse dei brani l’uno dell’altro, coinvolgendo ovviamente il pubblico che li segue e qualche volta li anticipa intonando alla perfezione ogni loro singolo brano.

E non risparmiano nulla: saltano, cantano, ballano, si prendono pure in giro e scherzano, cantano sulle casse per essere più vicini al pubblico e in diverse occasioni scendono dal palco per il contatto diretto e vero con i fan.

Francesco Renga in giacca scura, Max Pezzali con l’immancabile cappellino e Nek in maglietta scura e poi chiara, l’unico che si concede il cambio d’abito, o meglio di t-shirt. Prima l’uno, poi l’altro con dei momenti dedicati ad ognuno per intonare la loro musica, poi insieme, a coppia per cantare.

Cambiare direzione, Meravigliosa, Almeno stavolta, Gli anni, La regola dell’amico, Unici e poi Lascia che io sia: un crescendo di emozioni, con i loro volti che appaiono sullo schermo gigante alle spalle e una musica travolgente che passa dalle ballate più romantiche dei pezzi di Renga e Nek, che porta sul palco anche “Se telefonando” rivisata e riarrangiata, fino alle più ballabili di Max Pezzali. Tutte, o quasi, ma di sicuro le più conosciute. E per finire, dopo il rientro sul palco, un momento dedicato ad ognuno di loro per proporre i loro pezzi storici, quelli con cui si sono fatti conoscere: Nek imbraccia la chitarra e intona Laura non c’è, Max ricorda Come mai e Renga Angelo.

E infine, “poichè bisogna prendere una direzione” sul palco si canta “Nord, Sud, Ovest, Est” e poi Tieni il Tempo. Il porto diventa una discoteca, si canta e si balla a squarciagola. Il concerto finisce, i cancelli si aprono e in pochi minuti il porto si svuota. E per chi percorre il Corso le canzoni tornano alla mente e si continua a canticchiare.

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