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Le mani della ‘ndrangheta sull’eolico, 13 arresti in Calabria. Coinvolta azienda molisana

Vasta operazione dei Carabinieri in varie parti d'Italia. Gli arrestati sono ritenuti responsabili di associazione mafiosa, estorsione e altri reati

C’è un’azienda molisana della provincia di Campobasso coinvolta nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria che stamane 12 luglio ha fatto scattare gli arresti per 13 persone accusate di infiltrazioni mafiose nel settore degli impianti eolici.

L’operazione dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria in corso dalle prime ore di questa mattina si è dispiegata in varie località del territorio nazionale.

Le 13 persone in arresto vengono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, illecita concorrenza con violenza o minaccia e danneggiamento, aggravati dal metodo o delle finalità mafiose, e induzione indebita a dare o promettere utilità.

Le attività investigative coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, hanno permesso di accertare la sistematica infiltrazione delle cosche calabresi nei lavori necessari alla realizzazione dei parchi eolici nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia.

Nel corso delle indagini sono stati documentati numerosi episodi di estorsione a danno delle aziende committenti, perfezionati grazie a imprese colluse con le organizzazioni mafiose egemoni sulle aree in cui sono state realizzate le opere.

In manette il sindaco di Cortale (Catanzaro), Francesco Scalfaro, e sei imprenditori tra le 13 persone arrestate nell’operazione “Via col vento” che ha portato alla scoperta delle infiltrazioni della ‘ndrangheta nei lavori per la realizzazione dei parchi eolici in Calabria. I carabinieri hanno anche sequestrato 6 imprese per un valore di 42 milioni di euro.

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che il Procuratore di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, terrà alle ore 10.30 al Comando Provinciale Carabinieri. Probabile che emergano anche dettagli sul ruolo dell’azienda molisana coinvolta.

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