Termoli

Il velista dell’America’s Cup in barca per difendere il mare. Mauro Pelaschier: “È un bene prezioso”

Il 69enne velista friulano protagonista dell'America's Cup, è arrivato al porto turistico di Termoli nel pomeriggio di domenica 22 luglio per portare avanti l'iniziativa con cui vuole sensibilizzare la popolazione a difendere il mare ed evitare che ogni tipo di rifiuto venga abbandonato, creando anche pericoli per i pesci

Chi se non un esperto di mare e di vela poteva portare in giro per l’Italia una iniziativa a difesa dei mari? E infatti Mauro Pelaschier, storico velista protagonista nel 1983 come timoniere dell’Azzurra, la prima barca italiana alla America’s Cup, è tornato a circumnavigare la Penisola con un giro d’Italia in barca. O meglio, in barca a vela, su uno splendido veliero bianco di 11.5 metri di lunghezza Alan Bucanan nato nel cantiere di Trieste, varato nel 1966 e restaurato nel cantiere Alto Adriatico. Il 69enne velista, in splendida forma e con l’entusiasmo di sempre nel viaggiare e navigare, ha attraccato nel pomeriggio di domenica 22 luglio al porto turistico Marina San Pietro a Termoli. Con lui, per una nobile causa, anche il “fedele compagno” Daniele Gabrielli che da 45 anni lo affianca nell’equipaggio.

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E la nobile causa in questo caso è la difesa dei mari, quelli che lui per tanti anni ha affrontato nelle lunghe traversate e nelle innumerevoli gare. Dodici tappe e tre mesi di navigazione, per raggiungere da Trieste il porto di Genova e toccare ogni porto per portare un messaggio: “I dieci comandamenti per la salvaguardia del mare – racconta pochi minuti dopo l’attracco e alla fine della tappa che da Giulianova lo ha portato a Pescara questa mattina e poi a Termoli nel pomeriggio – per me è il 15esimo giro d’Italia ma questa volta ho sentito di farlo dopo tanti anni per promuovere qualcosa di importante attraverso l’iniziativa dello Yatching Club della Costa Smeralda”.

“Tra i comandamenti – aggiunge mentre raggiunge la terraferma per un aperitivo e un po’ di relax dopo il viaggio in compagnia del “fedele compagno” – c’è il divieto di gettare in acqua la micro plastica, perchè finisce per essere mangiata dai pesci. Per questo attraverso il sito di One Ocean Foundation si può firmare la Charta Smeralda e impegnarsi a rispettare il codice etico del mare”.

Termoli non la conosceva, ma già al primo impatto, i due impavidi velisti l’hanno apprezzata. E prima dell’aperitivo d’arrivo, una battuta immancabile sull’impresa dell’America’s Cup. “Cosa ricordiamo? Di averla fatta intanto – rivela sorridendo e scherzando Daniele Garbielli – siamo stati i primi in Italia ad averla fatta e questo è tantissimo – conferma anche Mauro Pelaschier – e poi eravamo i più belli” – scherza il “fedele compagno” di una vita in mare.

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