Il caso delle nomine

Azzerati a sorpresa i vertici di FinMolise: all’orizzonte una battaglia legale e risarcitoria

A sorpresa, e senza alcun tipo di anticipazione, la Giunta di Donato Toma ha deciso di azzerare, nella riunione di ieri 30 luglio, le nomine di Finmolise spa, azienda in house totalmente partecipata della Regione, che dallo scorso aprile aveva un nuovo consiglio di amministrazione.

L’esecutivo ha azzerato i vertici, individuati dall’ex governatore Paolo Frattura: fuori dunque Filomena Iapalucci, presidente dell’ente, e il consigliere Giovanni Leva. Fuori anche l’amministratore delegato Paolo Verì, che era stato riconfermato dopo 3 anni dal primo incarico e per altri 3 anni, sotto la cui guida Finmolise, ente che funge da intermediario tra la Regione e le imprese,  era passata da un bilancio negativo a un bilancio positivo, erogando finanziamenti a ben 465 imprese per 21 milioni di euro.

L’ente agevola l’accesso al credito per le imprese regionali attraverso finanziamenti diretti (solitamente per le piccole imprese) oppure attraverso garanzie bancarie (per le imprese più grandi). Alla luce dei risultati ottenuti, perciò, la decisione della Giunta di Donato Toma appare singolare e insolita.

Tanto che la questione è già passata in mano ai legali: si paventano azioni giudiziarie a carico della Regione nonché  azioni risarcitorie. Per i difensori che stanno assumendo in queste ore gli incarichi dagli ex vertici di Finmolise, all’origine del provvedimento di Frattura sussistevano motivi di urgenza e una serie di requisiti di perfetta idoneità delle figure nominate.

La decisione del Governatore Toma, che va ad azzerare un Consiglio di amministrazione nominato per 3 anni, potrebbe essere legalmente contestata. Finmolise tra il 2017 e il 2018 era riuscita a creare un fondo di 15 milioni di euro per garantire l’accesso al credito ai piccoli imprenditori regionali ed era stata scelta tra i 5 migliori intermediari minori a livello europeo.

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