Era una delle scommesse del programma elettorale, e anche una iniziativa inedita, almeno da queste parti dove, politicamente, vige la prassi del vincitore “asso piglia tutto”. E cioè, in caso di vittoria, offrire la presidenza del Consiglio comunale alla minoranza.
Ora che Mario Bellotti, a capo di Guglionesi Riparte, è diventato sindaco con uno scarto di 113 preferenze su 5 liste in corsa, Il proposito si è concretizzato grazie alla disponibilità di una parte della minoranza, che ha accolto come un gesto democratico l’iniziativa di recepire un ruolo istituzionale che configura una funzione super partes e di obiettività rispetto alle logiche partitiche. La presidenza del Consiglio comunale perciò è andata a Giuliana Senese del Movimento 5 stelle. Che non solo è il primo presidente del consiglio espressione della minoranza nel Comune di Guglionesi, per giunta donna, ma è anche il primo consigliere pentastellato a varcare l’ingresso del Municipio, visto che alle elezioni del 10 giugno scorso il Movimento si è presentato con il suo simbolo per la prima volta nella storia politica locale.
In una sala consiliare affollatissima, con decine di persone che sono rimaste in piedi, tra cui anche – a sorpresa – il professor D’Alimonte, politologo, costituzionalista e editorialista del Sole 24 Ore, che in questi giorni si trova nel suo paese di origine per qualche giorno di relax, si è svolta la prima seduta pubblica dell’amministrazione Bellotti. Che ha ratificato l’assegnazione delle deleghe ai quattro assessori (Giuliano Senese, che è anche vicesindaco, Pino Aristotile, Pina D’Onofrio e Elisa D’Astolto) e ha poi proseguito con la nomina a scrutinio segreto del Presidente del consiglio comunale. Incarico andato appunto a Giuliana Senese, emozionata come d’altronde quasi tutti, ad eccezione dei “veterani” della politica, più “scafati” e meno sensibili, comprensibilmente, all’entusiasmo da debutto.
Eletto anche il vicepresidente del Consiglio: un ruolo conquistato con 10 voti su 13 da Stefania Addesa. Fra i consiglieri di opposizione Giuseppe d’Urbano e Gianfranco Del Peschio hanno espresso perplessità circa l’apertura alla minoranza di un ruolo, la Presidenza, che «è incompatibile con la carica di consigliere: pur essendo un gesto democratico non può essere accolto», mentre l’assessore Aristotile ha esortato a una collaborazione comune per «abbattere le barriere e gli steccati. Noi – ha garantito rivolgendosi agli ex avversari della campagna elettorale – faremo nostre le vostre idee, se valide».
Il Consiglio in ogni caso si è svolto in un clima di serenità , anche perché si è trattato della prima Assise civica e gli stati d’animo tutto sommato sono stati improntati più all’entusiasmo che alla polemica. Nominati anche i rappresentanti della commissione elettorale e quelli in seno all’Unione dei Comuni Basso Biferno. La scelta è ricaduta, oltre che sul sindaco che di diritto fa parte dell’ente consortile, su Pino Aristotile e Antonio Tomei, rispettivamente espressione di maggioranza e opposizione.
Chiusa la seduta, dopo auguri e saluti e foto di rito, la Giunta si è riunita per la prima riunione, nella quale ha deliberato il dimezzamento delle indennità di funzione. Sia il sindaco che il vicesindaco e gli assessori hanno rinunciato al 50% dello stipendio, come promesso in campagna elettorale e sottoscritto nel programma. Il risparmio stimato è di circa 43mila euro all’anno, che saranno utilizzati in favore di progetti per i giovani e il sociale. Una decisione che la popolazione ha apprezzato fin da subito e che ha giocato un ruolo di spicco nell’orientamento degli elettori. L’atto sarà ratificato domattina, venerdì, e pubblicato sull’Albo Pretorio.