Cronache

Detenuti di massima sicurezza attori strepitosi nella commedia che rovescia i luoghi comuni

Hanno messo in scena "La Gatta Cenerentola" e hanno messo in gioco ruoli e condizioni sorprendendo ed emozionando il pubblico che venerdì sera ha seguito la prima del melodramma nel cortile del carcere di Larino. Alcuni di loro non mettevano piede in uno spazio aperto da anni. 21 condannati della sezione di massima sicurezza si sono cimentati con una sfida non facile, indossando travestimenti femminili e interpretando personaggi comici in dialetto napoletano, riuscendo nell’impresa di scardinare pregiudizi e ribaltare luoghi comuni.

Applausi, molte risate e qualche lacrima. Perché in fondo questi attori, per quanto bravissimi nei ruoli che interpretano, sono e restano detenuti. Detenuti della massima sicurezza, persone con condanne pesanti, che stanno scontando anni e anni di carcere. E il carcere, come precisa la direttrice Rosa La Ginestra, sempre sensibile a iniziative coraggiose, capaci di restituire speranza e di attuare la valenza riabilitativa della pena, non è mai facile.
Non lo è prima di tutto per la condizione stessa della prigionia, cioè trascorrere un lungo periodo – che a volte occupa decenni di esistenza – chiusi in ambienti ristretti. Tanto che alcuni di loro, durante le prove finali che sono state fatte nel cortile interno dell’Istituto Penitenziario frentano, si sono addirittura sentiti male. Disorientamento dovuto al fatto che era passato troppo tempo da quando avevano assaporato il cielo sopra le loro teste e l’aria intorno.

Non è facile, il carcere, perché lo si vive isolati da tutto, privati delle famiglie e degli affetti, in una situazione che implica una gerarchia innaturale e rapporti complicati.

Ecco perché la messa in scena della commedia La Gatta Cenerentola, che ieri sera – venerdì – ha debuttato con una buona partecipazione di pubblico, è stato anche una sfida. Una scommessa non facile che questi detenuti sono riusciti a vincere abbattendo le loro resistenze iniziali, cimentandosi in un rovesciamento di ruoli, indossando travestimenti femminili e interpretando personaggi comici. Recitando in una lingua, il dialetto napoletano, che è anche la lingua di molti di loro, l’idioma con il quale sono cresciuti, e che anche per questa ragione sono riusciti a rendere alla perfezione.

Come è stata perfetta la rappresentazione. Senza esitazioni, senza sbilanciamenti, degna di una compagnia di professionisti del palcoscenico. Anche perché il regista, Giandomenico Sale della Frentania Teatri, è stato capace di individuare per ognuno dei 21 protagonisti del melodramma (tratto dalla celebre fiaba di Giambattista Basile, inclusa nella raccolta Lo cunto de li cunti e riadattato per il teatro da Roberto De Simone) il ruolo giusto, il personaggio più adatto.

A partire dalla matrigna crudele, passando per le sorellastre vanitose, arrivando a Cenerentola, ingenua e scemotta, alla parrucchiera ciarliera, al monaco diavolesco che sostituisce la fata della favola.
Otto mesi di preparativi con il regista, la bravissima coreografa Gisela Fantacuzzi, le professoresse Arianna Tilli e Chiara Maraviglia dell’Alberghiero di Termoli, che con fiducia ed entusiasmo hanno accompagnato i loro studenti detenuti in un percorso non scontato, ripagato da un risultato strepitoso sul placo e nella vita.

Un successo personale, prima di ogni altra cosa, per ognuno dei 21 attori che si sono messi in gioco ribaltando pregiudizi, ruoli, gerarchie.
Rovesciando i luoghi comuni, a cominciare dal primo luogo comune che li riguarda: i detenuti non fanno ridere. E invece non solo hanno fatto ridere, ma hanno anche fatto commuovere, proprio nel contrasto tra la loro condizione di reclusi e la mimica spassosa, le battute pungenti, in un contesto di musica e balletti.

Uno spettacolo da non perdere: si replica questa sera, sabato, sempre alle 20 e 30 e domani per l’ultima rappresentazione. Il ricco buffet che segue la rappresentazione teatrale è, in questo caso, soprattutto l’occasione per parlare con loro, i detenuti attori.

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