Economia & Lavoro

Precari dei Centri per l’impiego senza speranze: “Ricorso infondato”

Le loro speranze di poter rientrare nel posto di lavoro all’interno del Centro per l’Impiego, dopo aver lavorato per anni, sono andate in fumo di fronte alla sentenza del Tribunale amministrativo regionale. È stato respinto il ricorso presentato da alcuni ex dipendenti che avevano contestato il concorso indetto dalla Regione Molise per reclutare 53 nuovi profili professionali negli uffici che erogano servizi per il lavoro.
Maria Albanese, Luca Centracchio, Luisa Colavita, Simona Colucci, Michela Di Socio, Lucio Fazio, Katia Leonardo, Filomena Lombardi, Evelina Pittarelli e Adele Ricciardi si erano rivolti ad un legale, l’avvocato Vincenzo Iacovino, per poter ottenere giustizia. Si sentivano ingiustamente esclusi dopo che avevano lavorato nei Centri per l’impiego di Campobasso e Termoli nell’ambito del cosiddetto ’Masterplan’: assunti nel 2004, i loro contratti erano stati via via prorogati ma non erano mai stati stabilizzati. Poi l’inizio dei problemi, ossia da quando la competenza dei Centri per l’impiego è passata dalla Provincia alla Regione Molise, così come previsto dalla legge Delrio che ha svuotato di poteri e risorse le amministrazioni provinciali.
Da loro punto di vista potevano essere stabilizzati secondo quanto previsto dal cosiddetto decreto Madia. Ma oggi 21 maggio, circa un mese dopo la camera di consiglio del 18 aprile, il giudice del Tar Molise ha respinto il loro ricorso ritenendolo in parte inammissibile per difetto di giurisdizione (“considerando che sussiste solo in parte nella causa la giurisdizione del giudice amministrativo”) e in parte infondato.
Nella lunga sentenza firmata dal presidente Silvio Ignazio Silvestri, che assieme a Luca Monteferrante a Domenico De Falco ha composto il collegio giudicante, viene riconosciuto che la Regione Molise aveva indetto la selezione per assumere nuovo personale nei centri per l’impiego in osservanza di una disposizione di legge: in pratica, lo stesso ente di via Genova era obbligato a potenziare i Servizi per l’impiego mediante apposite procedure selettive. In questo modo avrebbe potuto reclutare professionalità aggiuntive da assegnare i centri per l’impiego. A prevederlo l’articolo 11 della legge di stabilità regionale del 30 gennaio 2017.
Si è trattato dunque “non di una scelta discrezionale – si legge nella sentenza – da motivare in ordine ad eventuali alternative decisionali, ma dell’assolvimento di uno specifico obbligo di legge finalizzato al potenziamento complessivo dei Centri per l’impiego”. Inoltre, “il potenziamento è avvenuto attraverso una ridefinizione complessiva dei compiti e dei profili professionali”. Dunque anche per il Tar la Regione si è mossa nella maniera giusta bandendo un nuovo concorso così come previsto dalla legge.
Inoltre per i giudici la Regione aveva la “piena titolarità” di indire la selezione risultando “irrilevante che la stipula dei contratti di lavoro avverrà ad opera delle Province di Campobasso e di Isernia”. Un fulmine a ciel sereno per i precari che potrebbero anche presentare appello al Consiglio di Stato. Ad ogni modo la sentenza del Tar Molise delinea in maniera chiara una vertenza che si trascina da un paio di anni e sulla quale hanno condotto una battaglia lavoratori e sindacati.

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