Paese franato, sfogo del sindaco: “Ritardo e inerzia della Regione”

Duro sfogo del sindaco di Civitacampomarano Paolo Manuele nei confronti della Regione Molise dopo un incontro avuto lo scorso 9 maggio a Roma con il Capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli che dopo un precedente vertice della settimana prima ha ritenuto opportuno convocare tutti i soggetti competenti nella gestione dei gravi eventi di dissesto idrogeologico che interessano da 14 mesi il paese di Civitacampomarano. Presente all’incontro anche il neo presidente della Regione Molise, Donato Toma, al quale sono andati i ringraziamenti di Manuele «per la pronta risposta e per la sua volontà espressa al fine di attivare misure concrete per dare risposte. Ci sarà un gran lavoro da fare ma, con tenacia e collaborazione, faremo certamente passi in avanti».
Il primo cittadino del paese martoriato dalla frana nel suo intervento ha rimarcato «le tante criticità irrisolte quali il grave disagio delle persone sgomberate che sono ancora in attesa di risposte concrete per i danni subiti, la mancanza assoluta dopo oltre un anno dello studio del fenomeno franoso ed addirittura della basilare perimetrazione dell’area, l’assenza di prospettive che permettano l’indennizzo del danno al patrimonio pubblico, le difficoltà in cui vivono i residenti nel centro storico a seguito dell’interdizione di diverse aree e la conseguente impossibilità di avere un’adeguata mobilità. Con chiarezza ho espresso forti perplessità e disappunto – ha aggiunto Manuele in uno sfogo affidato a Facebook – rispetto alla condotta che diversi enti, a partire dalla Regione Molise, hanno avuto nell’affrontare gli eventi di Civitacampomarano che, rispetto all’intero territorio regionale, è l’unico caso di un centro abitato minacciato (non potenzialmente ma realmente in quanto i fenomeni sono in atto e non in probabilità di innesco) con popolazione evacuata ed altra attenzionata da un sistema di early warning».
Manuele ha parlato di «ritardo, talvolta assoluta inerzia, a mettere in atto azioni obbligatorie, non rinviabili e delegate alla Regione. Ho detto altresì che trovo paradossale anche le procedure, i metodi e i criteri con cui si stanziano finanziamento sul dissesto idrogeologico, in cui difformemente anche ai parametri, si assegnano priorità a situazioni non paragonabili a quanto stiamo vivendo nella nostra comunità che, per intenderci, non ha bisogno di nessuna discrezionalità in quanto c’è tutta l’oggettività. Sarebbe interessante capire, dare contezza, come si propongono a Roma gli interventi. Ve ne dico solo una, nel Piano nazionale di opere e interventi per la riduzione del rischio idrogeologico, leggo che sono inclusi due interventi di messa in sicurezza stradale, non finanziati e che non dovranno mai essere finanziati su questo capitolo perché niente hanno a che vedere con il dissesto idrogeologico, che interessano il Comune di Civitacampomarano. Mi chiedo ma in base a quale principio la Regione ha incluso questi interventi, come ha fatto a catalogarli all’interno del Rendis?».
Da parte del sindaco tuttavia uno sguardo ottimista verso il futuro. «Mi auguro davvero che si inizi un nuovo percorso, fatto di concretezza e non di attese, di tempistiche definite e non futuristiche, che venga riconosciuta l’eccezionalità e l’unicità dell’evento di Civitacampomarano che, sommessamente, non può essere paragonata alla stessa stregua di situazioni con minor pericolo, con minor rischio e in cui non c’è popolazione evacuata. Ricordo non a caso che l’evento è all’interno di uno Stato d’emergenza nazionale, quindi già la sola interpretazione semantica, per non aggiungere gli aspetti tecnici, dovrebbe bastare per capire che bisogna lavorare, darsi da fare e non cincischiare».

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